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venerdì 18 novembre 2016

E DALLE! CE L'HAI SEMPRE CO' STO' PAPA?

papa Francesco e l'ombra della croce.
Papa Francesco non ha solo ammiratori e sostenitori. Ci sono anche critici molto forti, sempre pronti a "sparargli addosso". 

E anche degli uomini forti che lo criticano. Come nel caso dei quattro Cardinali che gli hanno scritto a settembre chiedendo chiarificazioni su Amoris Laetitia, l’Esortazione Apostolica che papa Francesco ha pubblicato ad aprile come frutto dei due Sinodi sulla Famiglia. 
Si tratta niente di meno dei Cardinali Cafarra vescovo emerito di Bologna, Meisner, vescovo emerito di Colonia, Burke, già vescovo di Saint Louis (Missouri – USA), e Brandmuller, professore di Storia della Chiesa e in particolare dei Concili, nominato Cardinale a 81 anni per i suoi meriti accademici. 

Com'è possibile che persone tanto importanti nella Chiesa sembrino riprendere il papa? Cosa succede? Il papa starebbe sbagliando? Certamente il caso di cui si occupano è molto serio. Cosa possiamo pensare?

Questi Cardinali hanno usato un procedimento particolare: i “dubia”. Sono domande alle quali il papa deve rispondere “sì” oppure “no”. E in quel caso, i Cardinali hanno fatto domande ovvie alle quali il papa non può rispondere che “sì”. Uno degli interrogativi suona più o meno così: “Il convivere senza essere sposati in chiesa è una situazione oggettiva di peccato?” La risposta è sì. Il papa non lo ha mai negato.

Perché allora chiedere chiarificazioni su cose che sono già chiare?
Non riesco a trovare altra soluzione se non quella che un’eventuale risposta del papa potrebbe essere usata per annullare la prospettiva sulla quale è costruita la Amoris Laetitia (AL): “Vedete il papa si è sbagliato e ci ha dato ragione”. Il papa non ha risposto alla lettera.

Ci sono situazioni nel Vangelo in cui Gesù non si lascia intrappolare in una domanda e non risponde.
Tutti conosciamo l’episodio dell’adultera (Giovanni 8,1-11): “Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?”. Mosè ha comandato. Non si scherza. Eppure Gesù riesce a salvare questa povera donna allargando la prospettiva: "Chi di voi è senza peccato scagli per primo una pietra contro di lei". Gesù non nega che l'adulterio sia un peccato. Eppure in qualche modo disubbidisce al comando di Mosè. Cioè apre una prospettiva nuova, ad un tempo rivoluzionaria e propria della tradizione ebraica sull'applicazione della Legge: la Misericordia. 

Questo è il Vangelo, questo è costitutivo dei cristiani. Noi seguiamo Gesù nella conversione del nostro cuore, della nostra mentalità. "Metanoìa", una parola che nel Vangelo significa "conversione" ha proprio il senso di cambio di mentalità. Vedi Luca 3,3: "Ed egli (Giovanni) percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione (μετανοίας = metanoìas) per il perdono dei peccati"

Il documento “Amoris Laetitia” è più che sufficiente come risposta. Inoltre ci sono già diocesi che hanno elaborato per i loro preti e tutto il popolo di Dio delle indicazioni per come affrontare i casi particolari di cui parla AL. Tra queste si distaccano Buenos Aires e Roma. Per Buenos Aires papa Francesco ha detto pubblicamente che il Vescovo ha capito bene il senso di AL.

I Cardinali parlano di disorientamento dei fedeli e dei preti. Voglio credere con tutto il cuore che rasserenare gli animi è stata la loro unica intenzione, ma sembra chiaro che il loro modo di fare non aiuta a tranquillizzare, comunque. 

Io non sono nessuno ma ho letto tre volte Amoris Laetitia e in particolare il capitolo 8 e credo che in termini di rigore e di prudenza non c'è nulla di meglio. Non abbiamo molto approfondito la questione dei casi particolari presenti in questo capitolo durante i quattro incontri fatti in parrocchia su Amoris Laetitia a settembre, ma si può fare qualche incontro specifico se serve.

Una cosa è certa: papa Francesco non si nasconde. 

Anzi nell'intervista rilasciata ad "Avvenire" di oggi per la chiusura del Giubileo, parla in modo chiaro. Riprendiamo qualche sua risposta che ci aiuta:
Amoris laetitia e il «legalismo»
«La Chiesa esiste solo - ha detto Francesco ad Avvenire - come strumento per comunicare agli uomini il disegno misericordioso di Dio. Al Concilio la Chiesa ha sentito la responsabilità di essere nel mondo come segno vivo dell'amore del Padre. Con la Lumen Gentium è risalita alle sorgenti della sua natura, al Vangelo. Questo sposta l'asse della concezione cristiana da un certo legalismo, che può essere ideologico, alla Persona di Dio che si è fatto misericordia nell'incarnazione del Figlio. Alcuni - pensa a certe repliche ad Amoris Laetitia - continuano a non comprendere, o bianco o nero, anche se è nel flusso della vita che si deve discernere. Il Concilio ci ha detto questo, gli storici però dicono che un Concilio, per essere assorbito bene dal corpo della Chiesa, ha bisogno di un secolo… Siamo a metà».

Un Anno Santo senza «grandi gesti»
«Chi scopre di essere molto amato comincia a uscire dalla solitudine cattiva, dalla separazione che porta a odiare gli altri e se stessi. Spero che tante persone abbiano scoperto di essere molto amate da Gesù e si siano lasciate abbracciare da Lui. La misericordia è il nome di Dio ed è anche la sua debolezza, il suo punto debole. La sua misericordia lo porta sempre al perdono, a dimenticarsi dei nostri peccati. A me piace pensare che l'Onnipotente ha una cattiva memoria. Una volta che ti perdona, si dimentica. Perché è felice di perdonare. Per me questo basta (...). Gesù non domanda grandi gesti, ma solo l'abbandono e la riconoscenza. Santa Teresa di Lisieux, che è dottore della Chiesa, nella sua "piccola via" verso Dio indica l'abbandono del bambino, che si addormenta senza riserve tra le braccia di suo padre e ricorda che la carità non può rimanere chiusa nel fondo. Amore di Dio e amore del prossimo sono due amori inseparabili».

L'accusa di «protestantizzare» la Chiesa (dopo il viaggio a Lund)
«Non mi toglie il sonno. Io proseguo sulla strada di chi mi ha preceduto, seguo il Concilio. Quanto alle opinioni, bisogna sempre distinguere lo spirito col quale vengono dette. Quando non c'è un cattivo spirito, aiutano anche a camminare. Altre volte si vede subito che le critiche prendono qua e là per giustificare una posizione già assunta, non sono oneste, sono fatte con spirito cattivo per fomentare divisione. Si vede subito che certi rigorismi nascono da una mancanza, dal voler nascondere dentro un'armatura la propria triste insoddisfazione. Se guardi il film "Il pranzo di Babette" c'è questo comportamento rigido».

Tutta l'intervista si trova su "Avvenire" di oggi 18 novembre. Lo vado a comprare.

3 commenti:

  1. Leggere il magistero precedente please!
    Lo Spirito Santo non si contraddice.....

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  2. Caro, sei anonimo. Non ti posso rispondere. Il Magistero precedente l'ho letto e mi sono formato proprio su questo. Anche i sadduccei con la 7 volte vedova presentavano a Gesù un ragionamento che non faceva una grinza. Sarebbe stato la verità e Gesù sarebbe stato nel torto se non ci fosse stato un elemento che non avevano inserito nel loro ragionamento. Questo elemento cambiava tutto. Amoris Laetitia non contraddice il Magistero precedente. Lo include approcciando la verità da un'altra punto di vista.

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