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domenica 5 marzo 2023

COSA SIGNIFICA LI CONDUSSE SU UN ALTO MONTE? / II Dom. Quaresima, A.


“Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte”. 

Mi domanda un ragazzo: “perché non conosciamo il nome di questo monte?”. Perché questo alto monte è ovunque tu incontri il Signore nella preghiera. Siamo quindi invitati a fare silenzio, a ritirarci in solitudine, a dare spazio all’incontro personale e intimo con il Signore. Gesù vuole questa intimità con noi. La Parola di Dio occupa un posto fondamentale per incontrare Gesù : Mosè ed Elia mostrano e confermano la sua gloria. Lui è il compimento delle Scritture. 

La Trasfigurazione è come gustare la Risurrezione senza passare prima per la crocifissione e la morte. Anche se Pietro poi fuggirà davanti alla croce, questa esperienza di Luce e profondo benessere (“Signore, è bello per noi essere qui!”) lo segnerà profondamente nel suo percorso spirituale, come egli ricorderà nelle sue lettere (2 Pt 1,18). 

Gesù ordina ai discepoli «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».  Infatti non si può parlare compiutamente del Mistero di Dio senza la croce. Di fronte alla voce che esce dalla nube luminosa che li copre con la sua ombra, i discepoli sono presi dal timore, perché Dio non si può spiegare e viene chiamato dai mistici “la nube della non conoscenza” che contiene il mistero della croce.


Dopo la risurrezione Gesù invita i discepoli a ritrovarlo non sul monte ma in Galilea che è il luogo di origine di Gesù stesso e della maggior parte dei discepoli. La Tradizione della Chiesa lo interpreta come il luogo della vita quotidiana, non marcatamente religioso (Galilea delle genti, cioè dei pagani). Conoscendo tutta la verità del Mistero di Dio grazie all’esperienza della Passione Morte e Risurrezione, i discepoli possono vedere Dio in ogni aspetto della vita quotidiana e senza errore, guidati dallo Spirito di Verità. Senza il Mistero Pasquale non si comprende la verità delle cose e della vita. Con Gesù si scopre Dio ovunque. 

Oggi siamo quindi invitati a salire sul monte, a cercare il silenzio, il raccoglimento e tempi di solitudine con Dio, per cominciare a vedere la gloria di Dio in Gesù. Ma siamo anche battezzati e crismati, ci è stato rivelata la pienezza del Mistero Pasquale. Ognuno può cominciare a vedere Dio nella propria Galilea, in ogni uomo e in ogni aspetto della vita. Il Cristo crocifisso e risorto è l’unica chiave per svelare Dio nella vita. Per questo bisogna purificarsi da una visione umana troppo limitata e soprattutto distorta della realtà. Servono la preghiera, la meditazione della Parola, la solitudine, il distacco dalle cose e dalle passioni con il digiuno e l’elemosina. 

Il mondo ha bisogno di cristiani autentici, persone in cammino, con radici profonde e capacità di discernimento. Infatti le tentazioni sono molto forti di snaturare il cristianesimo.



Prima Lettura  Gn 12, 1-4a Vocazione di Abramo, padre del popolo di Dio.

Dal libro della Gènesi

In quei giorni, il Signore disse ad Abram:

«Vàttene dalla tua terra,

dalla tua parentela

e dalla casa di tuo padre,

verso la terra che io ti indicherò.

Farò di te una grande nazione

e ti benedirò,

renderò grande il tuo nome

e possa tu essere una benedizione.

Benedirò coloro che ti benediranno

e coloro che ti malediranno maledirò,

e in te si diranno benedette

tutte le famiglie della terra».

Allora Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore.

    

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 32

Donaci, Signore, la tua grazia: in te speriamo.

Retta è la parola del Signore e fedele ogni sua opera. Egli ama la giustizia e il diritto; dell’amore del Signore è piena la terra.

Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme, su chi spera nel suo amore, per liberarlo dalla morte e nutrirlo in tempo di fame.

L’anima nostra attende il Signore: egli è nostro aiuto e nostro scudo. Su di noi sia il tuo amore, Signore, come da te noi speriamo.


Seconda Lettura   2 Tm 1, 8b-10 Dio ci chiama e ci illumina. 

Dalla lettera di san Paolo apostolo a Timòteo

Figlio mio, con la forza di Dio, soffri con me per il Vangelo. Egli infatti ci ha salvati e ci ha chiamati con una vocazione santa, non già in base alle nostre opere, ma secondo il suo progetto e la sua grazia. Questa ci è stata data in Cristo Gesù fin dall’eternità, ma è stata rivelata ora, con la manifestazione del salvatore nostro Cristo Gesù. Egli ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita e l’incorruttibilità per mezzo del Vangelo.

  

Canto al Vangelo    Cf Mc 9,7

Lode e onore a te, Signore Gesù!

Dalla nube luminosa, si udì la voce del Padre:

«Questi è il mio Figlio diletto: ascoltatelo».

Lode e onore a te, Signore Gesù.

   

   

Vangelo  Mt 17, 1-9 Il suo volto brillò come il sole.

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui.

Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo».

All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo.

Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».


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