Tanti anni fa andai a Roma con un confratello che - sapendo la cosa e come avere biglietti - aveva fatto coincidere la nostra missione con il 29 giugno, festa dei Santi Pietro e Paolo, perché quell’anno l’Eucaristia sarebbe stata animata da H. Von Karajan con il Philarmoniker Orchestra di Vienna. Ci siamo trovati in un’Assemblea variegata e piena di Autorità, tra cui tutto il Corpo diplomatico presso la Santa Sede, e tanti amanti della grande Musica Classica. Invece di poter seguire la Messa, i bidelli della Basilica ci facevano sedere “per permettere alla gente di vedere!”. Arrivò il momento dell’Agnello di Dio. Papa Giovanni Paolo II spezzò l’ostia in qualche secondo mentre il canto dell’Agnus Dei durò circa un quarto d’ora. Giovanni Paolo II rimase in piedi mani giunte, in adorazione davanti al Corpo e al sangue di Cristo! Si creò come un silenzio nella folla, la musica non era più il Centro ma Centro era l’Eucaristia e il Papa in piedi, in preghiera. Pian piano la gente cominciò ad alzarsi. Alla fine tutta l’Assemblea era in piedi, in comunione con la preghiera del Papa. Lo stupore davanti al Mistero che si svolgeva aveva preso possesso dell’Assemblea, prima interessata al piacere estetico. E ci faceva crescere come uomini e donne credenti. La liturgia vissuta ci stava formando come chiede Papa Francesco in “Desiderio Desideravi”. Cito alcune sue frasi in un recente discorso ai partecipanti di un corso di specializzazione in Liturgia (Ai Partecipanti al corso "Vivere in pienezza l'azione liturgica" (20 gennaio 2023) | Francesco). Da leggere lentamente e meditare:
“Essa (la sacra Liturgia) – come diceva San Paolo VI – è «fonte primaria di quel divino scambio nel quale ci viene comunicata la vita di Dio, è la prima scuola del nostro animo» (Allocuzione per la chiusura della II sessione del Conc. Vat. II, 4 dicembre 1963). Per questo la liturgia non si possiede mai pienamente, non si impara come le nozioni, i mestieri, le competenze umane. Essa è l’arte prima della Chiesa, quella che la costituisce e la caratterizza.
il centro è Cristo crocifisso e risorto.
È Cristo che fa vibrare il cuore, è l’incontro con Lui che attira lo spirito. «Una celebrazione che non evangelizza non è autentica» (Desiderio desideravi, 37).
Il Concilio aveva tra le sue finalità quella di accompagnare i fedeli a recuperare la capacità di vivere in pienezza l’azione liturgica e a continuare a stupirsi di ciò che nella celebrazione accade sotto i nostri occhi (cfr Desiderio desideravi, 31). Si noti, non parla della gioia estetica, per esempio, o del senso estetico, no, ma dello stupore. Lo stupore è una cosa diversa dal piacere estetico: è l’incontro con Dio. Soltanto l’incontro con il Signore ti dà lo stupore.
(Quando ognuno svolge il suo compito in armonia con gli altri) la liturgia può essere una sinfonia di lode, una sinfonia appresa dalla lex orandi della Chiesa.”
Fin dalla mattina del sabato (entriamo nella Domenica, nel giorno della Risurrezione e della Convocazione della Comunità, Giorno di riposo e di santità, già nel pomeriggio del sabato) facciamo silenzio nel nostro cuore, come uno spirito di obbedienza, di offerta di sé stessi e di sete di Dio. Prepariamoci all'incontro con il Signore che avverrà nella Celebrazione Eucaristica, Culmine e Fonte di tutta la Vita della Chiesa. “È il silenzio che ti prepara al mistero, permette l’assimilazione, lascia risuonare l’eco della Parola ascoltata” (Papa Francesco, ib.).
Come fai a non venire ogni volta, a lasciarti distrarre da questo dono da altri impegni o durante la stessa Celebrazione? Più sei distratto e superficiale, meno ricevi, e meno ricevi più pensi che l'Eucaristia non è poi così importante, e più ti allontani.
Si LA LITURGIA FATTA BENE TI ARRICHISCI SEMPRE DI PIU,E GIUSTAMENTE L'
RispondiEliminaEUCARESTIA .DIVENTA ED È FONTE E CULMINE ALLELLUYA