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giovedì 16 marzo 2023

NON VIVIAMO UN'EPOCA DI CAMBIAMENTI MA UN CAMBIAMENTO DI EPOCA. COSA FARE?


Il 13 marzo, nell'anniversario della elezione a vescovo di Roma di Papa Francesco, varie centinaia di persone assieme ai vescovi di Belgio e rappresentanti di Autorità si sono radunate in preghiera. Il Cardinal De Kesel che presiedeva 
ha detto, rispondendo ai critici di Papa Francesco: “[Francesco] sottolineerebbe troppo poco la dimensione religiosa. Alcuni lo accusano addirittura di mancanza di profondità teologica. È triste, impreciso e ingiusto. È proprio perché oggi la religione è privatizzata che è essenziale sottolineare il significato sociale e la rilevanza della fede e del Vangelo per le questioni sociali. Così come il Concilio Vaticano II si è espresso in modo così eclatante a favore di una Chiesa che condivida «le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini del nostro tempo». Una Chiesa che, insieme ad altre, cerca risposte alle grandi sfide che ci attendono oggi, come fa Papa Francesco nelle sue ultime Encicliche Laudato si e Fratelli tutti. È un discorso ecclesiale, rivolto ai suoi fratelli cristiani, di cui però tutta l'umanità si sente coinvolta. Il Vangelo acquista così credibilità per il mondo intero”.

"Più di una volta il Papa ha dichiarato: non viviamo in un’epoca di cambiamenti, ma in un cambiamento di epoca. Sarebbe un peccato per la Chiesa se, ora che siamo a una svolta, essa non comprendesse i segni di questo tempo. Attaccata e abituata al passato, come i concittadini di Gesù a Nazaret, non vedrebbe più e non saprebbe discernere ciò che Dio si aspetta oggi dalla sua Chiesa. »

Non varrebbe la pena discutere seriamente delle basi della nostra impostazione di Chiesa e della sua missione principale che è l'evangelizzazione? Infatti, per riportare il discorso al nostro ambiente cittadino, fra poco finirà il Commissariamento del Comune e ci saranno le elezioni. Senza fissarci su ciò che temiamo: ancora  una volta se ne vanno i Commissari e tornano i camorristi in Comune!, sappiamo che anche se viene eletto un bravo Sindaco con la sua squadra, se non cambia la mentalità della gente, il nuovo Sindaco si prenderà le rogne per cinque anni e non potrà fare niente. Chi può aiutare i nostri concittadini a cambiare profondamente mentalità?

Diciamolo con molta umiltà perché consapevoli delle nostre debolezze e della forza delle prassi e delle mentalità da cambiare, è ovvio che la missione della Chiesa, annunciando la Vittoria di Gesù Cristo sulla morte è di "insegnare loro (tutti i popoli) ad osservare tutto ciò che vi ho comandato" ( Matteo 28,20), e non solo a battezzare o organizzare celebrazioni di sacramenti e processioni (siamo sicuri che le processioni così come le organizziamo, evangelizzano?) e nemmeno corsi e catechesi che non riescono ad andare nel profondo. Sappiamo bene che la Cristianità è finita. Non ci possiamo più appoggiare su di essa. Quello che ne rimane rappresenta spesso i suoi elementi meno cristiani, e comunque sono molto spuri. È un'occasione, diciamo dolorosa ma positiva, per ripartire dall'Annuncio e da una formazione cristiana globale e completa, per formare dei cristiani ben radicati. Cioè che possano camminare in Cristo ed essere: "radicati e costruiti su di lui, saldi nella fede come vi è stato insegnato, sovrabbondando nel rendimento di grazie" (Col 2,7). San Paolo è cosciente che è una dura lotta (Col 2,1) e che deve mettere in guardia i fratelli di Colossi da molti pericoli : "Fate attenzione che nessuno faccia di voi sua preda con la filosofia e con vuoti raggiri ispirati alla tradizione umana, secondo gli elementi del mondo e non secondo Cristo". (Col 2,8).

Jozef De Kesel: "Certains accusent le Pape d'un manque de profondeur théologique. C'est triste, inexact et injuste" - Le site de l'Eglise Catholique en Belgique.


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