Oggi 10 marzo all'appello del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee) si celebreranno liturgie eucaristiche in tutta Europa per invocare la pace in Ucraina e per tutte le vittime della guerra nel mondo attraverso la partecipazione al sacrificio dell’altare. Una vera mobilitazione popolare dei cattolici europei che possono mostrare così di sentire come loro la ferita della guerra abbracciando chi ne ha sofferto e ne patisce le terribili conseguenze e invocare da Dio il dono della conversione dei cuori. La Russia col regime di Putin sono gli aggressori ma il mio peccato, il mio allontanamento da Dio è sempre una concausa del male nel mondo.
Don Stefano Caprio in un messaggio recente di “Mondo Russo” (MONDO RUSSO Ripensare il mondo secondo il Vangelo ) ci invita a ripensare il mondo secondo il Vangelo: “Tutti desiderano la fine della guerra, ma non può essere solo una questione di resa o compromesso, identità e dominio sul campo di battaglia. È una guerra interiore, che si svolge nelle chiese e nelle coscienze, nelle università e nelle scuole, per le strade e nelle case di tutti i Paesi d’oriente e d’occidente”.
Noi crediamo che Gesù è veramente il Signore. Questo mette al primo piano la nostra coscienza e la nostra conversione come motore essenziale della Storia, dopo la Grazia. Tutti i grandi della terra sono nelle mani di Dio. Ma, molto spesso, i grandi, anche loro liberi di scegliere il bene o il male, proprio perché grandi secondo il mondo, hanno le mani legate dai meccanismi degli interessi e anche la loro stessa coscienza è oscurata. In ogni caso, nessuno di noi può rinunciare all’importanza davanti a Dio della propria coscienza e della propria conversione. I cristiani sono il lievito che trasforma la Storia. Non possiamo smettere di credere alla Parola di Gesù. Ma siamo cristiani? O sale che ha perso il sapore?
In questo tempo di Quaresima si prega nelle chiese di Russia e Ucraina il Grande Canone penitenziale di Sant’Andrea di Creta che contiene questi versi: “Su quale gesto di mia vita darò inizio al pianto? / Quali note scriverò a preludio di questo mio lamento? / Non imitai la giustizia di Abele / Le ricchezze della mia vita ho dissipato nel vuoto senza fondo / Sono io il misero che i ladri assalirono / E ladri sono i miei pensieri, che mi colpiscono e mi feriscono”, “Chinati su di me, Cristo Salvatore”.
Mons. Shevchuk, che conosciamo, implora: “tutto il mondo cristiano dia una giusta valutazione dell’ideologia del Mondo Russo, perché se questa forma di genocidio è stata generata da una Chiesa cristiana, allora si può dubitare di tutta l’ecclesialità, della forma storica del cristianesimo”. Egli invita tutto il mondo cristiano a cogliere la sfida del tempo attuale ad interrogarsi sulla “autentica fedeltà al Vangelo di Cristo per l’uomo del terzo millennio, un compito che va al di là dei limiti delle singole Chiese”. Per esempio le nostre comunità cristiane locali hanno convissuto e convivono ancora con varie forme di sudditanza collaterale o anche semplicemente culturale alla Camorra. L’assenza di anticorpi evangelici nella coscienza dei battezzati ci deve interrogare. Viene certamente da una mancanza di formazione. Se come lo constatiamo ogni giorno, tanti nostri battezzati non conoscono il messaggio centrale del Cristianesimo che è il Mistero Pasquale di Gesù Signore, e nemmeno i Dieci Comandamenti, come potranno comprendere che una dottrina mondana, un’ideologia politica o sociale è contraria a Dio e all’uomo? Ma non basta conoscere un testo o una dottrina. Il Cristianesimo è incontrare il Signore risorto e dargli un assenso personale profondo, il sì della fede, che permette di ricevere l’unzione del suo Spirito, il suo sigillo. Senza formazione e senza adesione personale a Cristo come unico Signore la mia religiosità sarà quel che sarà, ma non cristiana. Se “ho fede” ma non so in che cosa, se questa fede non ha contenuto, come potrà essere cristiana?
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