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domenica 3 marzo 2019

UMILIAZIONE, ACCUSA DI SE STESSI, PREGHIERA, PENITENZA / VIII Domenica T.O.


Santa Teresa d’Avila, tra i benefici della ricreazione comunitaria che crea appunto fraternità e distende tutti, sottolineava anche che faceva apparire i difetti delle consorelle che, nel silenzio, avrebbero potuto illudersi di essere perfette.
Gesù ci chiede di controllare il nostro parlare ma sopratutto il nostro commentare sugli altri, il nostro farci da maestri mentre avremmo bisogno di convertirci prima.
Dobbiamo quindi passare una vita triste pensando ai nostri peccati? No, è per servire il mondo con più sapienza. Per essere servi di Cristo e non di noi stessi o ingannati da idee e ideologie che non sono evangeliche, per contemplare la bellezza di Cristo e non noi stessi, prigionieri dei nostri ragionamenti e dei nostri giudizi.
Papa Francesco concludendo l’Incontro sulla Protezione dei Minori ha parlato della via della umiliazione, accusa di noi stessi, preghiera, penitenza” per vincere il male. Ma questo è per, appunto, vincere il male, portare la Buona Notizia al mondo. Siamo chiamati ad evangelizzare. Cristo è risorto. Non si tratta solo di cambiare noi stessi – cosa indispensabile affinché, dopo aver predicato agli altri, non siamo noi stessi squalificati (1 Corinti 9.27) – ma di essere resi idonei al ministero per salvare quanto più persone possibili, prodigandoci nell’opera del Signore, sapendo che in lui la nostra fatica non è vana.

Prima Lettura  Sir 27,4-7
Non lodare un uomo prima che abbia parlato.
Dal libro del Siracide
Quando si agita un vaglio, restano i rifiuti;
così quando un uomo riflette, gli appaiono i suoi difetti.
La fornace prova gli oggetti del vasaio,
la prova dell'uomo si ha nella sua conversazione.
Il frutto dimostra come è coltivato l'albero,
così la parola rivela il sentimento dell'uomo.
Non lodare un uomo prima che abbia parlato,
poiché questa è la prova degli uomini.

Salmo Responsoriale  
Dal Salmo 91
E' bello cantare il tuo nome, Signore.
E' bello annunziare al mattino il tuo amore,
la tua fedeltà lungo la notte,
Poiché mi rallegri, Signore, con le tue meraviglie,
esulto per l'opera delle tue mani.
Il giusto fiorirà come palma, crescerà come cedro del Libano;
piantati nella casa del Signore,
fioriranno negli atri del nostro Dio.
Nella vecchiaia daranno ancora frutti,
saranno vegeti e rigogliosi,
per annunziare quanto è retto il Signore:
mia roccia, in lui non c'è ingiustizia.
   

Seconda Lettura  
1 Cor 15,54-58

Dio ci ha dato la vittoria per mezzo di Gesù Cristo.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli, quando questo corpo corruttibile si sarà vestito d'incorruttibilità e questo corpo mortale d'immortalità, si compirà la parola della Scrittura: "La morte è stata ingoiata per la vittoria. Dov'è, o morte, la tua vittoria? Dov'è, o morte, il tuo pungiglione?".
Il pungiglione della morte è il peccato e la forza del peccato è la legge. Siano rese grazie a Dio che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo!
Perciò, fratelli miei carissimi, rimanete saldi e irremovibili, prodigandovi sempre nell'opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore.
 
Canto al Vangelo 
  Cf At 16,14b
Alleluia, alleluia.

Apri, Signore, il nostro cuore
e comprenderemo le parole del Figlio tuo.

Vangelo  Lc 6,39-45
La bocca parla della pienezza del cuore.
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutt'e due in una buca? Il discepolo non è da più del maestro; ma ognuno ben preparato sarà come il suo maestro.
Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello, e non t'accorgi della trave che è nel tuo? Come puoi dire al tuo fratello: Permetti che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio, e tu non vedi la trave che è nel tuo? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello.
Non c'è albero buono che faccia frutti cattivi, né albero cattivo che faccia frutti buoni. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dalle spine, né si vendemmia uva da un rovo.
L'uomo buono trae fuori il bene dal buon tesoro del suo cuore; l'uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male, perché la bocca parla dalla pienezza del cuore».
 


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