Papa Francesco a Loreto schivava il
baciamano. Si è mosso tutto il mondo a commentare. In parte il mondo Kattoliko si
è emozionato vedendovi una ennesima subdola manovra del Papa per svendere le
tradizioni plurisecolari del Cattolicesimo. Non possono dire plurimillenari
perché al tempo di Gesù e degli Apostoli che dovrebbero (anzi, devono!) essere
il punto di riferimento di ogni cattolico sincero, queste molte cose alle quali
danno tanto importanza non esistevano. Come si faceva allora ad essere
cristiano, testimone del Vangelo? mistero della fede … Oppure il Cristianesimo è
fondato su altro che queste tradizioni.
C'è anche chi si è messo a fare grandi riflessioni
sulla Storia di questi gesti tradizionali, cercando di interpretare le
intenzioni del Papa. E ci sono cascato
anch’io! Qualcuno ha detto cose molto interessanti sulla Storia e anche sul
senso antropologico dei gesti simbolici.
Ma il Papa non condivide il calice del
Sangue di Cristo con gli altri concelebranti? Sì, certo, perché Gesù ha detto: “prendete
e bevetene tutti!” e il calice si deterge con il purificatoio tra un
concelebrante e l’altro e nessuno si ammala. Ha detto Gesù di farlo e lo
facciamo. A Lourdes tutti (e si può dire che la maggior parte sono malati,
spesso con piaghe, anche aperte), vanno nella stessa piscina e, per forza, ci lasciano
qualcosa. Prima di cambiare l’acqua, questa è diventa particolarmente torbida,
e quindi piena di germi patogeni. Lo so perché ho messo in pratica la santa
usanza dei barellieri di fare il bagno dopo tutti, prima della chiusura, e anche
quella di bere quest’acqua che, all’aspetto, non è particolarmente invitante! Quest’acqua
sgorga direttamente dalla sorgente, ed è senza alcun additivo come si fa nelle piscine
sportive. Eppure nessuno si ammala, anzi, molti ricevono benefici e guarigioni anche
straordinari. Vari scienziati hanno analizzato quest’acqua sotto il profilo
delle frequenze luminose e della struttura dei suoi cristalli quando viene
ghiacciata e hanno evidenziato che fosse come attraversata da una energia
benefica particolarmente potente (vedi un articolo a questo indirizzo Acqua di lourdes). Se l’acqua
di Lourdes ha questo potere, il Sangue di Cristo non avrà poteri di guarigione molto
superiori? Beviamo dunque con fiducia al Calice se ci viene offerto. Secondo me
è il minimo che può offrirgli la nostra fede. Anche se conosco preti saggi che in
una comunità di suore anziane dove tutte comunicavano abitualmente al calice, quando il celebrante era particolarmente raffreddato non dava il calice.
Il baciamano, invece, non è un
sacramento e quindi lasciamo al Papa giudicare come comportarsi ma sopratutto cerchiamo
di concentrarci su quello che è l’essenziale. A questo punto il capitolo 14
della lettera ai Romani è molto illuminante (Romani 14,1 – 15,7). San Paolo si
trova con il problema, molto grosso all'epoca, degli alimenti che si possono mangiare o meno. Incontra persone
deboli nella fede che sono piene di scrupoli a riguardo. Egli ricorda a chi è più forte, e anche più aperto e libero culturalmente, di trattare con pazienza
e dolcezza chi rimane ancorato a elementi secondari. Però egli ricorda anche
continuamente in quel capitolo che ciò che è secondario o senza valore è
realmente secondario o senza valore. La mia sensibilità e soggettività va
accompagnata ma non assolutizzata. Altrimenti la fede scompare e ognuno si fa
la sua piccola religione e nessuno si converte. L’obbiettivo è di andare al
fondamento, di stabilire il cammino spirituale sulla roccia che è Cristo, di
evolversi e non di crogiolarsi nelle proprie abitudini. Per questo il formarsi
è fondamentale per il cristiano.
"Fratelli, accogliete
tra voi chi è debole nella fede, senza discuterne le esitazioni. Uno crede di
poter mangiare di tutto, l'altro invece, che è debole, mangia solo legumi. Colui
che mangia non disprezzi chi non mangia; chi non mangia, non giudichi male chi
mangia, perché Dio lo ha accolto. Chi sei tu per giudicare un servo che non è
tuo? Stia in piedi o cada, ciò riguarda il suo padrone; ma starà in piedi,
perché il Signore ha il potere di farcelo stare.
C'è
chi distingue giorno da giorno, chi invece li giudica tutti uguali; ciascuno
però cerchi di approfondire le sue convinzioni personali. Chi si preoccupa del
giorno, se ne preoccupa per il Signore; chi mangia, mangia per il Signore, dal
momento che rende grazie a Dio; anche chi non mangia, se ne astiene per il
Signore e rende grazie a Dio. Nessuno di noi, infatti, vive per se stesso e
nessuno muore per se stesso, perché se noi viviamo, viviamo per il Signore, se
noi moriamo, moriamo per il Signore. Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo
dunque del Signore. Per questo infatti Cristo è morto ed è ritornato alla vita:
per essere il Signore dei morti e dei vivi.
Ma
tu, perché giudichi il tuo fratello? E anche tu, perché disprezzi il tuo
fratello? Tutti infatti ci presenteremo al tribunale di Dio, poiché sta
scritto:
Come è vero che io vivo, dice il Signore, ogni ginocchio si
piegherà davanti a me e ogni lingua renderà gloria a Dio.
Quindi
ciascuno di noi renderà conto a Dio di se stesso. Cessiamo dunque di giudicarci
gli uni gli altri; pensate invece a non esser causa di inciampo o di scandalo
al fratello.
Io
so, e ne sono persuaso nel Signore Gesù, che nulla è immondo in se stesso; ma
se uno ritiene qualcosa come immondo, per lui è immondo. Ora se per il tuo cibo
il tuo fratello resta turbato, tu non ti comporti più secondo carità. Guardati
perciò dal rovinare con il tuo cibo uno per il quale Cristo è morto! Non
divenga motivo di biasimo il bene di cui godete! Il regno di Dio infatti non è
questione di cibo o di bevanda, ma è giustizia, pace e gioia nello Spirito
Santo: chi serve il Cristo in queste cose, è bene accetto a Dio e stimato dagli
uomini. Diamoci dunque alle opere della pace e alla edificazione vicendevole. Non
distruggere l'opera di Dio per una questione di cibo! Tutto è mondo, d'accordo;
ma è male per un uomo mangiare dando scandalo. Perciò è bene non mangiare
carne, né bere vino, né altra cosa per la quale il tuo fratello possa
scandalizzarsi.
La fede
che possiedi, conservala per te stesso davanti a Dio. Beato chi non si condanna
per ciò che egli approva. Ma chi è nel dubbio, mangiando si condanna, perché
non agisce per fede; tutto quello, infatti, che non viene dalla fede è peccato.
Noi che siamo i forti abbiamo il dovere di sopportare l'infermità
dei deboli, senza compiacere noi stessi. Ciascuno di noi cerchi di compiacere
il prossimo nel bene, per edificarlo. (Romani 14,1 – 15,2
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