Il Papa chiude con un ringraziamento a tutti coloro che sono fedeli e
soffrono del discredito alla missione della Chiesa generato dagli scandali provocati
da alcuni. Oltre agli scandali c'è anche la mentalità più diffusa del
clericalismo e della difesa dell’Istituzione prima che della vittima di cui
bisogna prendere coscienza e combattere. La migliore risposta è quello della
santità. Diceva madre Teresa di Calcutta:
"Ricordatevi sempre che espandere il bene è l'unico modo di sconfiggere il
male". O ancora Gesù in questa frase stupenda riportata da Marco: “Abbiate
sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri” (Marco 9,50). Cristo è risorto e vive per sempre, ma prima di risorgere è passato per la croce.
Permettetemi adesso un sentito
ringraziamento a tutti i sacerdoti e ai consacrati che servono il Signore
fedelmente e totalmente e che si sentono disonorati e screditati dai
comportamenti vergognosi di alcuni loro confratelli. Tutti – Chiesa,
consacrati, Popolo di Dio e perfino Dio stesso – portiamo le conseguenze delle
loro infedeltà. Ringrazio, a nome di tutta la Chiesa, la stragrande maggioranza
dei sacerdoti che non solo sono fedeli al loro celibato, ma si spendono in un
ministero reso oggi ancora più difficile dagli scandali di pochi (ma sempre
troppi) loro confratelli. E grazie anche ai fedeli che ben conoscono i loro
bravi pastori e continuano a pregare per loro e a sostenerli.
Infine, vorrei sottolineare l’importanza di dover trasformare questo male in opportunità, di purificazione. Guardiamo alla figura di Edith Stein – Santa Teresa Benedetta della Croce, con la certezza che «nella notte più oscura sorgono i più grandi profeti e i santi. Tuttavia, la corrente vivificante della vita mistica rimane invisibile. Sicuramente gli avvenimenti decisivi della storia del mondo sono stati essenzialmente influenzati da anime sulle quali nulla viene detto nei libri di storia. E quali siano le anime che dobbiamo ringraziare per gli avvenimenti decisivi della nostra vita personale, è qualcosa che sapremo soltanto nel giorno in cui tutto ciò che è nascosto sarà svelato». Il santo Popolo fedele di Dio, nel suo silenzio quotidiano, in molte forme e maniere continua a rendere visibile e attesta con “cocciuta” speranza che il Signore non abbandona, che sostiene la dedizione costante e, in tante situazioni, sofferente dei suoi figli. Il santo e paziente Popolo fedele di Dio, sostenuto e vivificato dallo Spirito Santo, è il volto migliore della Chiesa profetica che sa mettere al centro il suo Signore nel donarsi quotidiano. Sarà proprio questo santo Popolo di Dio a liberarci dalla piaga del clericalismo, che è il terreno fertile per tutti questi abomini.
Il risultato migliore e la risoluzione
più efficace che possiamo dare alle vittime, al Popolo della Santa Madre Chiesa
e al mondo intero sono l’impegno per una conversione personale e collettiva,
l’umiltà di imparare, di ascoltare, di assistere e proteggere i più
vulnerabili.
Faccio un sentito appello per la
lotta a tutto campo contro gli abusi di minori, nel campo sessuale come in
altri campi, da parte di tutte le autorità e delle singole persone, perché si
tratta di crimini abominevoli che vanno cancellati dalla faccia della terra: questo
lo chiedono le tante vittime nascoste nelle famiglie e in diversi ambiti delle
nostre società.
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[1] Cfr María Isabel Martínez PÉrez, Abusos
sexuales en niños y adolescentes, Ed. Criminología
y Justicia, 2012: sono denunciati solo il 2% dei casi, soprattutto quando gli
abusi sono nell’ambito familiare. Calcola dal 15% al 20% di vittime di
pedofilia nella nostra società. Soltanto il 50% dei bambini rivela l’abuso che
ha subito e, di tali casi, solo il 15% è effettivamente denunciato. Solo il 5%
è alla fine processato.
[3] Livello globale: nel 2017, l'Oms ha
stimato che fino a 1 miliardo di minori di età compresa tra i 2 ed i 17 anni ha
subito violenze o negligenze fisiche, emotive o sessuali. Gli abusi sessuali
(dal palpeggiamento allo stupro), secondo alcune stime dell'Unicef del 2014,
riguarderebbero oltre 120 milioni di bambine, tra le quali si registra il più
alto numero di vittime. Nel 2017 la stessa organizzazione Onu ha riferito che
in 38 Paesi del mondo a basso e medio reddito, quasi 17 milioni di donne adulte
hanno ammesso di aver avuto un rapporto sessuale forzato durante l'infanzia.
Europa: Nel 2013, l’Oms ha stimato oltre18 milioni di abusi.
Secondo l'Unicef in 28 Paesi europei, circa 2,5 milioni di giovani donne hanno
riferito di aver subito abusi sessuali con o senza contatto fisico prima dei 15
anni (dati diffusi nel 2017). Inoltre, 44 milioni (pari al 22,9%) sono stati
vittime di violenza fisica, mentre 55 milioni (29,6%) vittime di violenza
psicologica. E non solo: nel 2017, il Rapporto Interpol sullo sfruttamento
sessuale dei minori ha portato all'identificazione di 14.289 vittime in 54
Paesi europei. Con riferimento all'Italia nel 2017, il Cesvi
ha stimato che 6 milioni di bambini hanno subito maltrattamenti. Inoltre,
secondo i dati elaborati da Telefono Azzurro, nel periodo 1 gennaio-31 dicembre
2017, i casi di abuso sessuale e pedofilia gestiti dal Servizio 114 Emergenza
Infanzia sono stati 98, pari a circa il 7,5% del totale dei casi gestiti dal
Servizio. Il 65% dei minori richiedenti aiuto era composto da vittime di sesso
femminile ed oltre il 40% era di età inferiore ad 11 anni.
Asia: In India nel decennio 2001-2011, l'Asian
Center for Human Rights" ha riscontrato un totale di 48.338 casi di stupri
di minori, con un aumento pari al 336%: dai 2.113 casi del 2001, infatti, si è
arrivati ai 7.112 casi nel 2011.
Americhe: negli Stati Uniti i dati ufficiali del
governo riscontrano che oltre 700mila bambini, ogni anno, sono vittime di
violenze e maltrattamenti. Secondo l'International Center for Missing and
Exploited Children (Icmec), un bambino su 10 subisce abusi sessuali.
Africa: in Sudafrica i risultati di una ricerca
condotta dal Centro per la giustizia e la prevenzione dei crimini
dell'Università di Città del Capo, ha rivelato, nel 2016, che un giovane
sudafricano su tre, maschio o femmina, è a rischio di abusi sessuali prima di
avere raggiunto i 17 anni. Secondo lo studio, il primo del genere su scala
nazionale in Sudafrica, 784.967 giovani di età compresa tra i 15 e i 17 anni
hanno già subito abusi sessuali. Le vittime in questo caso sono in prevalenza
ragazzi maschi. Neanche un terzo ha denunciato le violenze alle autorità. In
altri Paesi africani gli abusi sessuali sui minori si inseriscono nel contesto
più ampio delle violenze legate ai conflitti che insanguinano il continente e
sono difficilmente quantificabili. Il fenomeno è anche strettamente collegato
alla pratica dei matrimoni precoci diffusi in diverse nazioni africane e non
solo.
Oceania: in Australia, secondo i dati diffusi
dall'Australian Institute of Health and Welfare (Aihw) a febbraio
2018 e riguardanti gli anni 2015-2017, 1 su 6 donne (16%, ovvero 1,5 milioni)
hanno riferito di aver subito abusi fisici e/o sessuali prima dei 15 anni, e 1
su 9 uomini (11%, ovvero 992.000) hanno riferito di aver sperimentato questo
abuso quando erano ragazzi. Nel 2015-16, inoltre, circa 450mila bambini sono
stati oggetto di misure di protezione dell'infanzia, e 55.600 minori sono stati
allontanati dalle mura domestiche per curare gli abusi subiti e prevenirne
altri. Infine, da non dimenticare i rischi che corrono i minori nativi: sempre
secondo l'Aihw, nel 2015-2016, i bambini indigeni hanno avuto 7 volte in più la
probabilità di essere oggetto di abusi o di abbandono rispetto ai loro coetanei
non indigeni (cfr http://www.pbc2019.org/it/protezione-dei-minori/abuso-dei-minori-a-livello-globale).
[4] I dati riportati si riferiscono a Paesi campione
scelti in base all'affidabilità delle fonti disponibili. Le ricerche diffuse
dall'Unicef su 30 Paesi confermano questo fatto: una piccola percentuale di
vittime ha affermato di avere chiesto aiuto.
[5] Cfr https:
//www.repubblica.it/salute/prevenzione/2016/05/12/news/maltrattamenti_sui_minori_tutti_gli_abusi
- 139630223.
[6] Nello specifico, il presunto responsabile del
disagio patito da un minore è, nel 73,7% un genitore (la madre nel 44,2% e il
padre nel 29,5%), un parente nel 3,3%, un amico nel 3,2%, un conoscente nel 3%,
un insegnante nel 2,5%. I dati mettono in luce come il responsabile sia un
estraneo adulto in una piccola percentuale dei casi (2,2%) (cfr ibid.).
[7] Una ricerca inglese del 2011, realizzata dall'Nspcc
(National Society for the Prevention of Cruelty to Children), ha
riscontrato che il 29% dei soggetti intervistati riferiva di aver subito
molestie sessuali (fisiche e verbali) nei centri dove praticava uno sport.
[8] Secondo i dati 2017 dell'IWF (Internet Watch
Foundation), ogni 7 minuti una pagina web spedisce immagini di bambini abusati
sessualmente. Nel 2017, sono stati individuati 78.589 URL contenenti immagini
di abuso sessuale concentrati in particolare nei Paesi Bassi, seguiti da Stati
Uniti, Canada, Francia e Russia. Il 55% delle vittime ha meno di 10 anni, 1'86%
sono bambine, il 7% bambini, il 5% ambedue.
[9] Le mete più frequentate sono Brasile, Repubblica
Dominicana, Colombia, oltre a Tailandia e Cambogia. A questi, ultimamente, si
sono aggiunti alcuni Paesi dell'Africa e dell'Est Europa. I primi
sei Paesi di provenienza di chi perpetra gli abusi, invece, sono Francia,
Germania, Regno Unito, Cina, Giappone e Italia. Da non trascurare anche il
numero in crescita delle donne che viaggiano in Paesi in via di sviluppo, in
cerca di sesso a pagamento con i minori: in totale, esse rappresentano il 10%
dei turisti sessuali nel mondo. Inoltre, secondo uno studio condotto da Ecpat
Iternational (End Child Prostitution in Asian Tourism) tra il
2015 ed il 2016, il 35% dei turisti sessuali pedofili è stato costituito da
clienti abituali, mentre il 65% da clienti occasionali (cfr https://www.osservatoriodiritti.it/2018/03/27/turismo-sessuale-minorile-nel-mondo-italia-ecpat).
[10] «Infatti, se questa gravissima calamità è arrivata a
colpire alcuni ministri consacrati, ci si domanda: quanto essa potrebbe essere
profonda nelle nostre società e nelle nostre famiglie?» (Discorso alla Curia
Romana, 21 dicembre 2018).
[12] «Quare times, Herodes, quia audis Regem natum?
Non venit ille ut te excludat, sed ut diabolum vincat. Sed tu haec non
intelligens turbaris et saevis; et ut perdas umum quem quaeris, per tot
infantium mortes efficeris crudelis […] Necas parvulos corpore quia te necat timor in corde» (S.
Quadvultdeus, Sermo 2 de Symbolo: PL 40, 655).
[13] «Quemadmodum enim ille, effuso in scientiae lignum
veneno suo, naturam gusto corruperat, sic et ipse dominicam carnem vorandam
presumens, Deitatis in ea virtute, corruptus interitusque sublatus est»
(Maximus Confessor, Centuria 1, 8-13: PG,
1182-1186).
[14] (CDC: United States Centers for Disease Control
and Prevention; CRC: Convention on the Rights of the Child; End Violence
Against Children: The Global Partnership; PAHO: Pan American Health
Organization; PEPFAR: President's Emergency Program for AIDS Relief; TfG:
Together for Girls; Unicef: United Nations Children's Fund; UNODC: United
Nations Office on Drugs and Crime; USAID: United States Agency for
International Development; WHO: World Health Organization).
[15] Ogni lettera della parola INSPIRE rappresenta una
delle strategie, e la maggior parte ha dimostrato di avere effetti preventivi
sui diversi tipi di violenza, oltre a benefici in settori come la salute
mentale, l'educazione e la riduzione della criminalità. Le sette strategie sono
le seguenti. Implementation and enforcement of laws: attuazione e
applicazione delle leggi (ad esempio, vietare discipline violente e limitare
l'accesso a alcool e armi da fuoco); Norms and values: norme e
valori da cambiare (per esempio, quelli che perdonano l'abuso sessuale sulle
ragazze o il comportamento aggressivo tra i ragazzi); Safe environments:
ambienti sicuri (ad es. identificare nei quartieri i “punti caldi” per la
violenza e affrontare le cause locali attraverso una politica che risolva i
problemi e altri interventi); Parent and caregiver support:
genitori e sostegno dell’assistente familiare (ad esempio, fornendo formazione
ai genitori per i giovani, ai neo-genitori); Income and economic
strengthening: reddito e rafforzamento economico (come il microcredito e la
formazione sull'equità di genere); Response and support services:
servizi di risposta e supporto (ad es. garantire che i bambini esposti alla
violenza possano accedere a efficaci cure d'emergenza e ricevere un adeguato
sostegno psico-sociale); Education and life skills: istruzione
e abilitazione alla vita (ad es. garantire che i bambini frequentino la scuola
e fornire le competenze sociali).
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