Un prete cattolico di rito greco con moglie e figlia. |
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Un mio carissimo amico dialoga con me ogni tanto su punti di dottrina e di prassi della Chiesa e lo ringraziamo doppiamente per la fiducia e anche perché mi sprona ad affrontare argomenti che interessano molti. L'argomento di oggi richiede una risposta ampia da dividere in due post.
"oggi
ho terminato di leggere il regno di Salomone nel Vecchio Testamento. All’epoca
i profeti e i sacerdoti avevano regolarmente moglie, come i pastori della
nostra Chiesa cristiana evangelica. Perché i sacerdoti, i frati e superiori non
hanno moglie e figli? così capirebbero meglio le esigenze della vita
matrimoniale e dei figli, e ciò è voluto da Dio. Perché la Chiesa cattolica non
ammette il matrimonio di preti e frati? Ti
saluto caramente. P.
Sappiamo che questo argomento – celibato
dei preti sì, celibato no – è molto serio e richiede attenzione, non solo
perché fa parte delle domande ricorrenti della gente o di dibattiti dentro e
fuori della Chiesa. Con la crisi della pedofilia torna alla ribalta. Sembra che
in Germania alcuni vescovi vogliono riparlarne ufficialmente. Ma molte
discussioni partono da un equivoco molto diffuso e, anche se non cambierà nulla
alla prassi abituale è molto importante chiarire quello che fa veramente la
Chiesa Cattolica e il perché lo fa, comprendere fino a che punto questo modo di fare e di vedere le cose è
conforme al Vangelo di Nostro Signore.
Questa raccomandazione di
evitare il matrimonio se non si è già sposati è rivolta non solo ai presbiteri
ma a tutti i battezzati, a tutti i giovani che devono impostare la propria
vita! Si sa che la maggior parte dei presbiteri delle prime comunità cristiane
erano uomini già sposati, ma con l’annuncio del Vangelo il tempo si è fatto
breve, osserva san Paolo, e conviene rimanere nella condizione in cui stavi
quando il Signore ti ha chiamato. Tutto il capitolo 7 della prima lettera ai
Corinti è da leggere e meditare. Con tutti i film americani scemi che
presentano angeli mandati da Dio ad aiutare qualche ragazza in difficoltà, e
scoprono che il paradiso non era poi così completo e preferiscono lasciarlo per
rimanere sulla terra al fine di poter sperimentare l’amore sentimentale e
matrimoniale umano, si è totalmente travolto il messaggio biblico. Ricordo una
donna già di età che diceva di Mons. Milingo quando si è sposato a 70 anni: “Si
vede che non è mai stato sposato, non sa che cos'è il matrimonio!...” Questa
riflessione di una donna disillusa non è però la posizione della Chiesa. Per la
Chiesa il matrimonio è santo, ma essa riceve da Gesù anche il dono del celibato
e della verginità per il regno dei cieli che aiuta chi ha questo dono – è
sempre e solo un dono – ad essere più unito al Signore. Un dono può essere
difficile da vivere, sopratutto in alcuni momento della vita. Se il matrimonio
è un dono grandissimo e spesso è difficilissimo da vivere – lo vediamo tutti i giorni
– perché le difficoltà del celibato dovrebbero far capire che il celibato non è
un dono e pretendere di cancellarlo? A cercare solo di evitare le difficoltà
non si migliora ma si scende sempre più in basso. Conosco un prete che ha
lasciato per sposarsi, poi ha divorziato. I divorzi di pastori nelle chiese
evangeliche sono una realtà. Un pastore luterano diceva che oggi un pastore non
può più essere sposato, perché la donna che accetta di stare nell’ombra non
esiste più e due pastori nella stessa comunità non vanno bene. Riportando
questa riflessione non voglio dire che sia come dice quest’uomo, o che sia sempre
così. Voglio dire che il rapporto tra matrimonio e ministero può essere vissuto
da persone buone e sincere con difficoltà. È questa d’altronde la posizione di
san Paolo.
(Segue al post successivo del 27 marzo...)
(Segue al post successivo del 27 marzo...)
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