Caspar David Friedrich - Ostermorgen, Mattina di Pasqua. |
Inizia oggi la Quaresima con questa visione biblica
stupenda della Creazione che aspetta con impazienza che facciamo i cristiani
sul serio per essere salvata anch’essa, per entrare nella Risurrezione. Invece il
peccato distrugge, apre un cammino di morte. L’ingiustizia sociale è frutto del
peccato, la guerra è frutto del peccato, l’inquinamento è frutto del peccato. La
mentalità del tutto e subito, dell’avere sempre di più, così frequente oggi,
sono segno di una vita senza Dio, di un’educazione famigliare senza Dio. Non serve
a niente far battezzare e far fare la prima comunione ai tuoi figli se li
educhi senza Dio. È la fede che salva. La fede è un rapporto vissuto con Dio, una
Parola creduta che diventa fondamento della vita concreta, non una magia.
Certo, io per primo, siamo fragili e anche veramente
peccatori. Ma se il peccato distrugge con forza, più forti ancora sono il pentimento sincero e la conversione.
Ricordiamoci allora che i peccati possono essere
in pensieri, parole, opere e omissioni. Senza avvertenza e senza volontà non c'è
peccato, ma non si può essere cristiani senza volerlo, quindi i cristiani si
rendono conto di quello che fanno. I pensieri spontanei non voluti – la famosa “fantasia
pazza della casa” di santa Teresa d’Avila – non sono peccato. Se, però, mi
lascio andare dietro un pensiero cattivo in origine spontaneo e quindi non voluto,
se lo “cullo”, significa che comincio a volerlo.
Le omissioni sono il bene che potevo – o dovevo –
fare e non ho fatto. Un cristiano che non si interroga mai sulle sue eventuali
omissioni non ha volontà seria di conversione.
In questi giorni ci sarà in Vaticano una Conferenza
Internazionale “Religions and the Sustainable Development Goals (SDGs):
Listening to the cry of the earth and of the poor” (Religioni e Obiettivi di Sviluppo
Sostenibile: ascoltando il grido della terra e dei poveri).
Questo in Vaticano. Ma noi cosa possiamo fare?
Dobbiamo entrare decisamente in questo “travaglio”
che è la conversione.
Diamo qualche esempio pratico:
-Inserire nelle nostre confessioni ed esami di
coscienza il rispetto dell’ambiente.
-Iniziare da me! Che io sia il cambiamento che desidero.
Ci sono tanti programmi di cambiamento! Degli altri però. Ma pochi hanno veri
programmi di cambiamento di sé, del proprio modo di vivere.
-Iniziare da me la lotta agli sprechi (quanto cibo
buttato nelle famiglie, dalla Cocacola sfiatata, dall’acqua minerale meno
fresca, dal cibo non finito nel piatto, ecc… Tutto questo è offesa ai poveri e impoverimento
della stessa famiglia, ma anche dell’ambiente).
-Ritrovare come criterio di
vita, di consumo, di spesa, le 4 “R”: Ridurre i rifiuti, Riutilizzare quell’oggetto
affinché non diventi rifiuto, Riciclare i rifiuti (fare seriamente la raccolta
differenziata), fare il compost nel mio orto, Ricuperare i rifiuti (per esempio
bruciare nel caminetto carta e cartone, non la plastica però!). A Marano come in
tutta la Campania, ogni stradina isolata diventa un deposito selvaggio di rifiuti.
Ogni volta che passo per la cupa del Tirone, questa stradina stupenda, da ogni lato
ci sono sacchetti pieni di spazzatura, “schiattati” dalle gomme delle macchine
o sventrati dai cani. Uno scempio. E questo scempio non viene dalle grandi industrie,
o dalle banche, o dalla politica, ma dalla tua casa (la mia, le nostre case di
cittadini “impotenti”).
-Essere pazienti e insegnare la pazienza ai figli.
Un bambino che non sa aspettare non sarà mai un adulto maturo.
-Insegnare a noi stessi e ai figli l’elemosina,
la preghiera (il segno della famiglia cristiana è la preghiera nella casa insieme in famiglia) e il privarsi.
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