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mercoledì 27 marzo 2019

PERCHE' LA CHIESA CATTOLICA NON AMMETTE IL MATRIMONIO DI PRETI E FRATI? 2/2

Padre Afif Osseiran, prete maronita celibe: "Amore senza frontiere".
... (2/2; segue dal post del 26 marzo)


È vero che lo stesso san Paolo menziona la capacità di guidare bene la propria famiglia come un criterio per sapere se uno è capace di guidare la comunità cristiana. È vero che mio padre spirituale è diventato prete da vedovo e che ha attinto dalla sua esperienza del matrimonio per aiutare le coppie nelle loro difficoltà. Ma è vero anche che Giovanni Paolo II diceva che da prete celibe aveva più esperienza di molti uomini sposati perché ascoltava moltissime storie, conosceva moltissimi casi diversi. È vero che ho conosciuto personalmente sacerdoti cattolici di rito orientale sposati con moglie e figli (e suocera) che vivevano in armonia il rapporto tra la loro famiglia e il loro ministero. È vero che c'è un esempio luminoso di questo: il pastore Ulf e la sua moglie Birgitta Ekman, svedesi, che hanno vissuto in armonia il loro matrimonio, con figli e nipoti, e la loro vita di fede, fondando una Chiesa libera che raccoglie più di 100 000 fedeli! Il loro cammino spirituale vissuto insieme li ha portati di recente ad abbandonare tutto per entrare nella Chiesa cattolica, dove hanno scoperto una pienezza di verità che non esiste nelle altre Chiese. È vero che padre Afif Osseiran (1919 – 1988), figlio di una grande famiglia libanese, musulmana sciita, convertito al cattolicesimo riceve dal suo vescovo il suggerimento di sposarsi prima di diventare prete maronita, perché la sua conversione ha comportato la rottura totale con la sua famiglia. E lui risponde “non voglio dividere il mio amore per colui che mi ha dato tutto il suo amore sulla croce”. Chi comprende meglio i problemi della vita se non chi segue più da vicino Colui che è la Verità? Però ognuno porterà il suo contributo secondo i doni che ha ricevuto.


Allora qual è la posizione della Chiesa cattolica? Il matrimonio è santo. Se Pastori protestanti già sposati che entrano nella Chiesa Cattolica diventano preti cattolici non rinunciano per questo al loro matrimonio. In Oriente (ortodosso e cattolico) esistono normalmente uomini sposati che diventano diaconi e sacerdoti e continuano la loro vita di famiglia. In Italia li troviamo nelle diocesi “arbresh” di Lungro in Calabria e di Piana degli Albanesi in Sicilia. Giovanni Paolo II ha beatificato tra altri un prete ucraino di rito greco, padre Emilian Kovc, sposato e padre di sei figli, morto in campo di concentramento. Se l’essere sposato fosse così contrario al ministero sacerdotale, avrebbe fatto un errore di discernimento enorme sulla propria vocazione, non avrebbe seguito la grazia e quindi la Chiesa non avrebbe potuto presentarlo come modello. La Chiesa di rito orientale osserva sempre però la regola di san Paolo: ognuno rimanga nello stato in cui si trovava quando il Signore lo ha chiamato. Quindi l’uomo sposato può diventare sacerdote, il sacerdote celibe non si può sposare. E inoltre vuole scegliere i suoi vescovi solo tra coloro che hanno sentito in sé il dono del celibato.
Questo è il punto e talvolta l’equivoco. La Chiesa tutta sceglie i suoi vescovi solo tra coloro che hanno sentito di aver – in ogni caso – il dono del celibato. La Chiesa Occidentale sceglie anche i suoi preti tra questi. Perché ritiene che, a conti fatti, non fermandosi sulle eccezioni positive e negative, conviene scegliere i presbiteri tra i celibi, su persone che hanno sentito di giocare tutta la propria vita sul Vangelo. Il dramma è quando questo dono del celibato non è ben percepito e che è sentito come una imposizione per poter accedere al sacerdozio e non un dono divino da vivere a prescindere, come fanno i fratelli laici degli ordini religiosi.
San Paolino da Nola vescovo e sposato.

Cerchiamo di riassumere:
-          Gesù porta a compimento il cammino dell’Antico Testamento e quindi la perfezione si trova nel Nuovo Testamento non nell’Antico. L'Antico Testamento per un cristiano non può essere un punto di riferimento definitivo e perfetto.
-          Nel Vangelo Gesù parla molto chiaramente del dono del celibato e della verginità per il regno dei cieli. San Paolo e la tradizione antica della Chiesa dimostrano che questo stato è stato vissuto da molte persone che sono i nostri esempi per comprendere lo Spirito e la volontà del Signore.
-          L’essere prete – e buon prete – non è contraddittorio con il matrimonio. È il dono del celibato che è contraddittorio con il matrimonio. Ci sono stati preti e vescovi sposati in Italia nei primi secoli anche se ci sono indizi forti che gli Apostoli, in pratica, hanno abbandonato la loro vita da sposati per annunciare il Vangelo. San Paolino, vescovo di Nola (355 – 431) era sposato e c'è una sua lettera in cui si congratula per il prossimo matrimonio di figli di vescovi. …
-          La Chiesa Cattolica Latina difende questa sua scelta di preferire esclusivamente per il sacerdozio coloro che sentono per sé il dono del celibato. Paolo VI dopo il Concilio fu molto fermo su questo e papa Francesco dice di stare sulla stessa posizione. D’altra parte papa Francesco denuncia il clericalismo che fa credere che una sola categoria possiede tutta la verità e che le varie membra del Corpo di Cristo non devono aiutarsi a vicenda. Invece la comunità cristiana è fatta di molti membri diversi, ognuno con il suo dono, e per avere sapienza ed equilibrio i celibi per il regno dei cieli hanno bisogno degli sposati, gli sposati hanno bisogno dei celibi e vergini per il regno dei cieli. 
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      (fine)




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