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mercoledì 20 marzo 2019

BERE IL CALICE: IL PAPA NON ACCETTA LE DIMISSIONI DEL CARDINALE BARBARIN / mercoledì II° sett. Quarsima



Papa Francesco non ha accettato le dimissioni del Cardinal Barbarin, vescovo di Lione, che questi ha presentato lunedì dopo essere stato condannato a sei mesi di carcere con pena sospesa per non aver denunciato alla polizia un prete pedofilo. È la seconda volta che papa Francesco rifiuta le sue dimissioni. Come mai, mentre ha accettato quelle del Cardinal Pell e ha iniziato su di lui (tardi dicono i suoi critici) un’inchiesta interna alla Chiesa conforme al Diritto canonico?
Notiamo innanzitutto che fare il Papa non è semplice né facile.
Però sopratutto il comportamento di papa Francesco si comprende solo se si considera che egli vuole seguire il Vangelo e il Diritto, al di là di ogni simpatia o antipatia eventuale, e di ogni calcolo politico. Ora il Diritto deve garantire ad ogni imputato un Giusto Processo che porti a condanne o assoluzioni fondate su fatti e non su movimenti di opinione e pressioni varie, mediatiche, politiche, ecc.
Nel caso del Cardinal Pell, benché il suo processo, il secondo perché il primo non aveva portato a nessuna condanna, sembri una montatura (un solo testimone il cui racconto è inverosimile), e benché il Cardinale Pell abbia fatto appello, l’autorità giudiziaria australiana ha reso la condanna immediatamente esecutiva: il Cardinal Pell sta in carcere. C'è quindi un aspetto di definitività nella condanna del Cardinal Pell, anche se parziale. Per rispetto per le autorità giudiziarie di un paese sovrano il Vaticano tiene in conto questo fatto e, da parte sua, istruisce in modo formale il caso per arrivare indipendentemente alle proprie conclusioni. Magari queste conclusioni saranno a sostegno dell’innocenza del Cardinale sui capi di accusa che gli sono stati contestati.
Nel caso del Cardinale Barbarin la prima denuncia contro di lui ha portato all’archiviazione da parte dell’Autorità giudiziaria, per motivi ovvi: era la vittima ormai maggiorenne che doveva porgere denuncia alla polizia e non un vescovo totalmente estraneo ai fatti. Inoltre, anche se riguardava un prete della sua diocesi, i fatti erano accaduti molto prima che diventasse vescovo di Lione. Barbarin ha fatto appello della condanna e a ragione. Il Papa ha rifiutato le sue dimissioni e a ragione. Anche se il Cardinale Barbarin, oltre tutto da tempo molto provato nella salute, avrebbe probabilmente preferito poter uscire di scena definitivamente e allontanarsi dai problemi. Infatti il Papa gli lascia però la libertà di fare "ciò che è meglio per la diocesi", forse di apparire meno in prima linea affidando per un tempo la diocesi al Vicario Generale, ecc. Ma il Papa gli chiede di “bere il calice” che ha bevuto Gesù e che beve lui stesso, papa Francesco.
Il Signore ci dia un discernimento autentico sul nostro cammino dietro a Lui.

Prima Lettura      Ger 18, 18-20
Venite, e colpiamo il giusto.

Dal libro del profeta Geremìa
[I nemici del profeta] dissero: «Venite e tramiamo insidie contro Geremìa, perché la legge non verrà meno ai sacerdoti né il consiglio ai saggi né la parola ai profeti. Venite, ostacoliamolo quando parla, non badiamo a tutte le sue parole».
Prestami ascolto, Signore,
e odi la voce di chi è in lite con me.
Si rende forse male per bene?
Hanno scavato per me una fossa.
Ricòrdati quando mi presentavo a te,
per parlare in loro favore,
per stornare da loro la tua ira. 

Salmo Responsoriale
   Dal Salmo 30 
Salvami, Signore, per la tua misericordia.

Scioglimi dal laccio che mi hanno teso,
perché sei tu la mia difesa.
Alle tue mani affido il mio spirito;
tu mi hai riscattato, Signore, Dio fedele.

Ascolto la calunnia di molti: «Terrore all’intorno!»,
quando insieme contro di me congiurano,
tramano per togliermi la vita.

Ma io confido in te, Signore;
dico: «Tu sei il mio Dio,
i miei giorni sono nelle tue mani».
Liberami dalla mano dei miei nemici
e dai miei persecutori.
 
Canto al Vangelo
    Gv 8,12
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Io sono la luce del mondo, dice il Signore;
chi segue me, avrà la luce della vita.
Lode e onore a te, Signore Gesù!

Vangelo  
Mt 20, 17-28
Lo condanneranno a morte.

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i dodici discepoli e lungo il cammino disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani perché venga deriso e flagellato e crocifisso, e il terzo giorno risorgerà».
Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dòminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti». 


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