Papa Francesco non ha
accettato le dimissioni del Cardinal Barbarin, vescovo di Lione, che questi ha
presentato lunedì dopo essere stato condannato a sei mesi di carcere con pena
sospesa per non aver denunciato alla polizia un prete pedofilo. È la seconda volta
che papa Francesco rifiuta le sue dimissioni. Come mai, mentre ha accettato quelle
del Cardinal Pell e ha iniziato su di lui (tardi dicono i suoi critici) un’inchiesta
interna alla Chiesa conforme al Diritto canonico?
Notiamo innanzitutto che fare
il Papa non è semplice né facile.
Però sopratutto il
comportamento di papa Francesco si comprende solo se si considera che egli vuole
seguire il Vangelo e il Diritto, al di là di ogni simpatia o antipatia
eventuale, e di ogni calcolo politico. Ora il Diritto deve garantire ad ogni imputato
un Giusto Processo che porti a condanne o assoluzioni fondate su fatti e non su
movimenti di opinione e pressioni varie, mediatiche, politiche, ecc.
Nel caso del Cardinale
Barbarin la prima denuncia contro di lui ha portato all’archiviazione da parte dell’Autorità
giudiziaria, per motivi ovvi: era la vittima ormai maggiorenne che doveva porgere
denuncia alla polizia e non un vescovo totalmente estraneo ai fatti. Inoltre, anche
se riguardava un prete della sua diocesi, i fatti erano accaduti molto prima che
diventasse vescovo di Lione. Barbarin ha fatto appello della condanna e a
ragione. Il Papa ha rifiutato le sue dimissioni e a ragione. Anche se il
Cardinale Barbarin, oltre tutto da tempo molto provato nella salute, avrebbe probabilmente preferito poter uscire
di scena definitivamente e allontanarsi dai problemi. Infatti il Papa gli
lascia però la libertà di fare "ciò che è meglio per la diocesi", forse di apparire
meno in prima linea affidando per un tempo la diocesi al Vicario Generale,
ecc. Ma il Papa gli chiede di “bere il calice” che ha bevuto Gesù e che beve lui stesso,
papa Francesco.
Il Signore ci dia un
discernimento autentico sul nostro cammino dietro a Lui.
Prima
Lettura Ger 18, 18-20
Venite, e colpiamo il giusto.
Dal libro del profeta Geremìa
[I nemici del profeta] dissero: «Venite e tramiamo insidie contro Geremìa, perché la legge non verrà meno ai sacerdoti né il consiglio ai saggi né la parola ai profeti. Venite, ostacoliamolo quando parla, non badiamo a tutte le sue parole».
Prestami ascolto, Signore,
e odi la voce di chi è in lite con me.
Si rende forse male per bene?
Hanno scavato per me una fossa.
Ricòrdati quando mi presentavo a te,
per parlare in loro favore,
per stornare da loro la tua ira.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 30
Salvami, Signore, per la tua misericordia.
Scioglimi dal laccio che mi hanno teso,
perché sei tu la mia difesa.
Alle tue mani affido il mio spirito;
tu mi hai riscattato, Signore, Dio fedele.
Ascolto la calunnia di molti: «Terrore all’intorno!»,
quando insieme contro di me congiurano,
tramano per togliermi la vita.
Ma io confido in te, Signore;
dico: «Tu sei il mio Dio,
i miei giorni sono nelle tue mani».
Liberami dalla mano dei miei nemici
e dai miei persecutori.
Venite, e colpiamo il giusto.
Dal libro del profeta Geremìa
[I nemici del profeta] dissero: «Venite e tramiamo insidie contro Geremìa, perché la legge non verrà meno ai sacerdoti né il consiglio ai saggi né la parola ai profeti. Venite, ostacoliamolo quando parla, non badiamo a tutte le sue parole».
Prestami ascolto, Signore,
e odi la voce di chi è in lite con me.
Si rende forse male per bene?
Hanno scavato per me una fossa.
Ricòrdati quando mi presentavo a te,
per parlare in loro favore,
per stornare da loro la tua ira.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 30
Salvami, Signore, per la tua misericordia.
Scioglimi dal laccio che mi hanno teso,
perché sei tu la mia difesa.
Alle tue mani affido il mio spirito;
tu mi hai riscattato, Signore, Dio fedele.
Ascolto la calunnia di molti: «Terrore all’intorno!»,
quando insieme contro di me congiurano,
tramano per togliermi la vita.
Ma io confido in te, Signore;
dico: «Tu sei il mio Dio,
i miei giorni sono nelle tue mani».
Liberami dalla mano dei miei nemici
e dai miei persecutori.
Canto al Vangelo Gv 8,12
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Io sono la luce del mondo, dice il Signore;
chi segue me, avrà la luce della vita.
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Vangelo Mt 20, 17-28
Lo condanneranno a morte.
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i dodici discepoli e lungo il cammino disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani perché venga deriso e flagellato e crocifisso, e il terzo giorno risorgerà».
Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dòminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
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