Sta girando sui Social la notizia su papa
Francesco che a Loreto ha cercato di sottrarsi al baciamano (al bacio dell’Anello).
Per molti il Papa ha fatto male. Rinnega tradizioni cattoliche ancestrali. Sta distruggendo
la Chiesa o il Cattolicesimo.
Si sa che l’uomo ama le tradizioni e i simboli,
e che ogni personaggio pubblico, sopratutto se rivestito di sacralità, ha due
corpi: quello reale e quello simbolico. Sembra che ne abbia fatto le spese il
precedente Presidente della Repubblica francese, François Hollande, mostrandosi
sulla spiaggia non in una forma fisica smagliante e con un costume da bagno sciatto,
non confacente alla sacralità che riveste la carica del Presidente di una Repubblica,
anche se laica.
Le tradizioni simboliche, in senso positivo, sono
un linguaggio, un codice espressivo di valori e quindi una cosa buona. Si può dire
che l’uomo è un “Essere Sacramentale”, simbolico. La cosa diventa cattiva quando
l’esteriorità prende il sopravvento sulla realtà, diventa pura esteriorità, oppure quando il significato simbolico presenta
valori non conformi alla natura della realtà che si vuole esprimere.
Ora sappiamo che l’uomo ha tendenza a portare nel
rapporto con Dio se stesso, mentre dovrebbe svuotarsi per conformarsi a Lui e
al suo messaggio. E anche noi cristiani, grandi e piccoli uomini e donne di Chiesa,
dobbiamo ricevere il Vangelo e convertirci ad esso ogni giorno e non lasciarci
guidare dalla mondanità. Se Gesù (Dio) è vissuto con estrema semplicità, come
siamo arrivati nella Chiesa a certe forme, a certi titoli, a certi
comportamenti così lontani da ciò che vediamo nel Vangelo? Una cosa mi ha
affascinato nel francescanesimo è che la forma di vita era molto semplice,
evidenziava il Vangelo con molta facilità. Bisogna fare costantemente un opera
di purificazione.
Leggiamo questo testo:
A causa delle particolari condizioni del nostro tempo,
che complesse mutazioni e insidie rendono ogni giorno più grave e difficile, e
che è nondimeno degno di somma considerazione e somma cura quanto al
conseguimento di quei traguardi a cui molti oggi si protendono con una certa
nobile inquietudine, ho sempre ritenuto opportuno e connaturale al compito
della mia coscienza di corrispondere a quei moniti che di là promanano: così è
il caso che tutti – e specialmente gli uomini insigniti degli Ordini sacri – siano
esortati a uno stile di vita più sobrio, moderato e austero.
Per questo motivo, e per quanto mi riguarda, ho voluto
dare l’esempio in queste cose: ho voluto cioè moderare un pochino i riti
esteriori inerenti all’adempimento del munus proprio del mio ufficio apostolico, cioè redigere un
cerimoniale di forma più semplice e più breve per le sacre cerimonie; e quindi
mi riempio di gioia al vedere che tutti gli uomini assennati – sia nelle
abitudini private sia negli atti della vita pubblica, anche in quanto concerne
il clero – ammirano e stimano più la forte sollecitudine riguardo alle
necessità dell’umano consorzio che il fasto.
Così cominciava il motu
proprio Valde solliciti del
30 novembre 1952 col quale Pio XII “tagliava la coda” ai cardinali: gli
eminentissimi principi solevano infatti fino ad allora indossare uno strascico
purpureo lungo circa dodici metri, e avevano al proprio seguito dei chierici, i
“caudatarii”, ossia “addetti alla coda”, incaricati di tenerlo lievemente sollevato
da terra. Pio XII intervenne
drasticamente eliminando la figura del caudatario: d’ora in poi la coda sarebbe
dovuta essere sempre tenuta avvolta al braccio del cardinale e di soli sei
metri. Analoghi ritocchi furono imposti ad altri aspetti del vestiario e del
cerimoniale. Qualcuno sarebbe andato dal Papa a congratularsi generando questo dialogo:
«Santità, ma già che c’era, non la poteva abolire del tutto, questa
carnevalata?» - «Mi creda, Eccellenza, è stata dura già scorciarla, quella
coda». Qualcun'altro, invece si scandalizzò ...
Dal bacio della pantofola al taglio della coda, all’abbandono della tiara,
della Sedia gestatoria, ecc. il cerimoniale della Chiesa si sta semplificando
con prudenza da molti decenni, ma certamente in modo sempre più veloce riguardo
a prassi influenzate più dallo spirito del mondo che di quello del Vangelo. Certo
non significa voler far scomparire il rispetto per la missione affidata da Cristo
alla Chiesa né alle persone che ne portano il peso. Né il rispetto per le persone semplici che esprimono il loro affetto o la loro fede in modi tradizionali. Ma il punto di riferimento, ripeto, non può che essere Gesù e la Scrittura.
Basterà credo sapere che
anche Benedetto XVI cercava di evitare il bacio dell’anello quando poteva, e che negli Atti degli
Apostoli si legge a proposito del centurione Cornelio che si prostra dinnanzi a
Pietro per rendergli omaggio: Ma
Pietro lo rialzò, dicendo: «Alzati: anch'io sono un uomo!». (At
10:26). Ci sono altri esempi come l’episodio di
Listra in cui Paolo e Barnaba corrono subito ai ripari di fronte alla devozione
della folla: “anche noi siamo esseri
umani, mortali come voi” (At 14,15) perché sentono che lasciar fare la
gente svierebbe l’annuncio del Vangelo.
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