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giovedì 28 marzo 2019

BISOGNA ANCORA BACIARE L'ANELLO DEL PAPA?



Sta girando sui Social la notizia su papa Francesco che a Loreto ha cercato di sottrarsi al baciamano (al bacio dell’Anello). Per molti il Papa ha fatto male. Rinnega tradizioni cattoliche ancestrali. Sta distruggendo la Chiesa o il Cattolicesimo.
Si sa che l’uomo ama le tradizioni e i simboli, e che ogni personaggio pubblico, sopratutto se rivestito di sacralità, ha due corpi: quello reale e quello simbolico. Sembra che ne abbia fatto le spese il precedente Presidente della Repubblica francese, François Hollande, mostrandosi sulla spiaggia non in una forma fisica smagliante e con un costume da bagno sciatto, non confacente alla sacralità che riveste la carica del Presidente di una Repubblica, anche se laica.
Le tradizioni simboliche, in senso positivo, sono un linguaggio, un codice espressivo di valori e quindi una cosa buona. Si può dire che l’uomo è un “Essere Sacramentale”, simbolico. La cosa diventa cattiva quando l’esteriorità prende il sopravvento sulla realtà, diventa pura esteriorità, oppure quando il significato simbolico presenta valori non conformi alla natura della realtà che si vuole esprimere.
Nel caso della Chiesa è evidente che essa esprime e deve esprimere il suo messaggio in parole e gesti simbolici, o, se preferiamo, in forma sacramentale. Ma il punto di riferimento è Gesù Cristo e il suo comportamento, conosciuto attraverso la Scrittura e la Tradizione, quella con la “T”.
Ora sappiamo che l’uomo ha tendenza a portare nel rapporto con Dio se stesso, mentre dovrebbe svuotarsi per conformarsi a Lui e al suo messaggio. E anche noi cristiani, grandi e piccoli uomini e donne di Chiesa, dobbiamo ricevere il Vangelo e convertirci ad esso ogni giorno e non lasciarci guidare dalla mondanità. Se Gesù (Dio) è vissuto con estrema semplicità, come siamo arrivati nella Chiesa a certe forme, a certi titoli, a certi comportamenti così lontani da ciò che vediamo nel Vangelo? Una cosa mi ha affascinato nel francescanesimo è che la forma di vita era molto semplice, evidenziava il Vangelo con molta facilità. Bisogna fare costantemente un opera di purificazione.
Leggiamo questo testo:
A causa delle particolari condizioni del nostro tempo, che complesse mutazioni e insidie rendono ogni giorno più grave e difficile, e che è nondimeno degno di somma considerazione e somma cura quanto al conseguimento di quei traguardi a cui molti oggi si protendono con una certa nobile inquietudine, ho sempre ritenuto opportuno e connaturale al compito della mia coscienza di corrispondere a quei moniti che di là promanano: così è il caso che tutti – e specialmente gli uomini insigniti degli Ordini sacri – siano esortati a uno stile di vita più sobrio, moderato e austero.
Per questo motivo, e per quanto mi riguarda, ho voluto dare l’esempio in queste cose: ho voluto cioè moderare un pochino i riti esteriori inerenti all’adempimento del munus proprio del mio ufficio apostolico, cioè redigere un cerimoniale di forma più semplice e più breve per le sacre cerimonie; e quindi mi riempio di gioia al vedere che tutti gli uomini assennati – sia nelle abitudini private sia negli atti della vita pubblica, anche in quanto concerne il clero – ammirano e stimano più la forte sollecitudine riguardo alle necessità dell’umano consorzio che il fasto.
Così cominciava il motu proprio Valde solliciti del 30 novembre 1952 col quale Pio XII “tagliava la coda” ai cardinali: gli eminentissimi principi solevano infatti fino ad allora indossare uno strascico purpureo lungo circa dodici metri, e avevano al proprio seguito dei chierici, i “caudatarii”, ossia “addetti alla coda”, incaricati di tenerlo lievemente sollevato da terra. Pio XII intervenne drasticamente eliminando la figura del caudatario: d’ora in poi la coda sarebbe dovuta essere sempre tenuta avvolta al braccio del cardinale e di soli sei metri. Analoghi ritocchi furono imposti ad altri aspetti del vestiario e del cerimoniale. Qualcuno sarebbe andato dal Papa a congratularsi generando questo dialogo: «Santità, ma già che c’era, non la poteva abolire del tutto, questa carnevalata?» - «Mi creda, Eccellenza, è stata dura già scorciarla, quella coda». Qualcun'altro, invece si scandalizzò ...
Dal bacio della pantofola al taglio della coda, all’abbandono della tiara, della Sedia gestatoria, ecc. il cerimoniale della Chiesa si sta semplificando con prudenza da molti decenni, ma certamente in modo sempre più veloce riguardo a prassi influenzate più dallo spirito del mondo che di quello del Vangelo. Certo non significa voler far scomparire il rispetto per la missione affidata da Cristo alla Chiesa né alle persone che ne portano il peso. Né il rispetto per le persone semplici che esprimono il loro affetto o la loro fede in modi tradizionali. Ma il punto di riferimento, ripeto, non può che essere Gesù e la Scrittura.
Basterà credo sapere che anche Benedetto XVI cercava di evitare il bacio dell’anello quando poteva, e che negli Atti degli Apostoli si legge a proposito del centurione Cornelio che si prostra dinnanzi a Pietro per rendergli omaggio: Ma Pietro lo rialzò, dicendo: «Alzati: anch'io sono un uomo!». (At 10:26). Ci sono altri esempi come l’episodio di Listra in cui Paolo e Barnaba corrono subito ai ripari di fronte alla devozione della folla: “anche noi siamo esseri umani, mortali come voi” (At 14,15) perché sentono che lasciar fare la gente svierebbe l’annuncio del Vangelo.

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