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giovedì 9 aprile 2020

UN AGNELLO PER FAMIGLIA / Giovedì Santo



"Un agnello per famiglia, un agnello per casa". L’agnello è la misura. Deve essere mangiato tutto intero in una volta. Se la famiglia è troppo piccola non si divide l’agnello, ma si uniscono due o tre famiglie, perché in troppo pochi è più difficile fare festa. Almeno 11 uomini adulti, con tutti i famigliari: donne e bambini. Una bella tavolata.
Quest'ano non riusciamo a fare raduni famigliari così grandi, però ecco che provvidenzialmente siamo invitati, quasi costretti a ritrovare la dimensione famigliare della Chiesa, la dimensione sacerdotale della famiglia : famiglia per famiglia, piccola comunità per piccola comunità. Con il padre che presiede questo gesto di culto, di rinnovo dell’Alleanza con Dio che ha guidato i nostri padri nelle generazioni antiche con la sua grazia e la luce del Vangelo. Qualcuno si è entusiasmato perché ha trovato su internet l’invito a fare la lavanda dei piedi in famiglia. Infatti è un gesto straordinario. Ricordo un ritiro con un gruppo francescano. Gli ho fatto fare la lavanda dei piedi. Si sedevano uno accanto all’altro, secondo come venivano tirati a sorte. Così una mamma ha dovuto lavare i piedi al suo figlio handicappato. E tutti hanno capito che il Signore aveva messo la sua mano nel sorteggio. Chi sa quante cose faceva questa mamma per questo suo figlio handicappato. Ma lì, lavargli i piedi, come Gesù aveva fatto per i suoi discepoli, aveva un’altra dimensione …  Alla fine ho chiesto ad ognuno di condividere la sua esperienza. Un uomo molto emozionato ha detto: “è come se avessi fatto la Prima Comunione!”. È proprio quello che san Giovanni ci vuole ricordare. Sono felice di vivere da più di vent’anni ad ogni Giovedì Santo la lavanda dei piedi in casa ! Però, come mi è stato fatto leggere oggi in un bellissimo testo di don Tonino Bello, il viaggio dal mio primo pentimento con il segno delle ceneri sulla mia testa fino ai piedi degli altri dura una vita intera.
Oggi si fanno gli auguri ai sacerdoti. È giusto. E io ringrazio e aggiungo sempre “Beati tutti gli invitati alla Cena del Signore”. L’Eucaristia è di tutti noi. Fa un po’ male dirlo nel vuoto di oggi. Ma è un vuoto che scava, che indirizza al vero senso di questa comunione, come san Giovanni ha sentito l’esigenza di ricordare nel Vangelo di oggi.

Prima Lettura  Es 12, 1-8. 11-14
Prescrizioni per la cena pasquale.

Dal libro dell’Èsodo  
«Questo mese sarà per voi l’inizio dei mesi, sarà per voi il primo mese dell’anno. Parlate a tutta la comunità d’Israele e dite: “Il dieci di questo mese ciascuno si procuri un agnello per famiglia, un agnello per casa. Se la famiglia fosse troppo piccola per un agnello, si unirà al vicino, il più prossimo alla sua casa, secondo il numero delle persone; calcolerete come dovrà essere l’agnello secondo quanto ciascuno può mangiarne.
Il vostro agnello sia senza difetto, maschio, nato nell’anno; potrete sceglierlo tra le pecore o tra le capre e lo conserverete fino al quattordici di questo mese: allora tutta l’assemblea della comunità d’Israele lo immolerà al tramonto. Preso un po’ del suo sangue, lo porranno sui due stipiti e sull’architrave delle case nelle quali lo mangeranno. In quella notte ne mangeranno la carne arrostita al fuoco; la mangeranno con azzimi e con erbe amare. Ecco in qual modo lo mangerete: con i fianchi cinti, i sandali ai piedi, il bastone in mano; lo mangerete in fretta. È la Pasqua del Signore!
In quella notte io passerò per la terra d’Egitto e colpirò ogni primogenito nella terra d’Egitto, uomo o animale; così farò giustizia di tutti gli dèi dell’Egitto. Io sono il Signore! Il sangue sulle case dove vi troverete servirà da segno in vostro favore: io vedrò il sangue e passerò oltre; non vi sarà tra voi flagello di sterminio quando io colpirò la terra d’Egitto. Questo giorno sarà per voi un memoriale; lo celebrerete come festa del Signore: di generazione in generazione lo celebrerete come un rito perenne”».

Salmo Responsoriale  Sal 115
Il tuo calice, Signore, è dono di salvezza.
Che cosa renderò al Signore,
per tutti i benefici che mi ha fatto?
Alzerò il calice della salvezza
e invocherò il nome del Signore.
Agli occhi del Signore è preziosa
la morte dei suoi fedeli.
Io sono tuo servo, figlio della tua schiava:
tu hai spezzato le mie catene.
A te offrirò un sacrificio di ringraziamento
e invocherò il nome del Signore.
Adempirò i miei voti al Signore
davanti a tutto il suo popolo.

Seconda Lettura  
1 Cor 11, 23-26

Ogni volta che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore.
Dalla prima lettera di S. Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli, io ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me».
Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la Nuova Alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me».
Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga.

Canto al Vangelo  
Cf Gv 13,34
Gloria e lode a te, Cristo Signore!

Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore:
come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
Gloria e lode a te, Cristo Signore!

  
Vangelo  Gv 13, 1-15
Li amò sino alla fine
Dal vangelo secondo Giovanni 
Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine.
Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto.
Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri».
Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi». 
 
 


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