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domenica 19 aprile 2020

PERSEVERANTI NELLA GRAZIA / Domenica in Albis


“Quelli che erano stati battezzati erano perseveranti nell’insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere”.
Perseveranti, assidui. Grande dono la perseveranza, l’assiduità. Il contrario dell’inganno in cui cade chi crede che è meglio fare solo quando uno “sente un’emozione” perché così ha più valore. Uno dei grandi mali della nostra epoca è che è stato elevato a sistema, a verità assoluta che “ha valore ciò che mi fa sentire bene”. Un vescovo di Gerusalemme dei primi secoli dialogando con i catecumeni che volevano abbandonare perché non “sentivano” più niente, rispondeva: “continua a venire all’ascolto, perché tu non riesci ad ascoltare come prima, ma i demoni che ti tappano l’orecchio, loro sentono benissimo, tremano e si indeboliscono”.
Perseveranti nell’insegnamento degli apostoli. Non in un altro Vangelo o in spiritualità fai da te (vedi l’appello accorato di Paolo ai galati; Galati 1,6-18. È tutta la lettera ai Galati che si deve leggere per comprendere quanto è importante perseverare nella Parola di Dio come la interpreta la Chiesa. Ma vedi anche i richiami a Timoteo di rifiutare decisamente certa “roba da vecchierelle”; 1 Tim 4,7. Il gusto per il pettegolezzo e le spiritualità inventate e modellate sull’uomo è di sempre, purtroppo).
Perseveranti nella comunione. Qualcuno si sente solo, incompleto. Incontra un gruppo e gli sembra aver trovato un pane buono per essere aiutato, nutrito. Ma poi da “pane per i suoi denti” si accorge che perseverare nella comunità significa diventare “pane per i denti degli altri”. Per questo molti, comprensibilmente, scappano dall’impegno comunitario, lo fanno a singhiozzo, in modo selettivo. Ma è un danno enorme. Un fratello ha mandato una frase molto interessante: “quando ti senti male, hai bisogno della comunità, quando ti senti bene, la comunità ha bisogno di te”. Devi stare sempre in comunità. Dio ci ama singolarmente ma mai separatamente, ci ama nella sua Chiesa, nella sua ekklesia, nella sua comunità.
Perseveranti nello spezzare il pane e nelle preghiere. La Storia della Salvezza è Storia di Incarnazione. Gesù è il Sacramento del Padre, la Chiesa è il suo Corpo. L’esperienza cristiana è sacramentale e passa attraverso i sacramenti. Siamo privi in questo momento di tutti i sacramenti che comportano “assembramento”. Ma è un momento particolare, come tanti momenti anche di persecuzione. Riflettiamo sulle comunità private di Eucaristia settimanale per mancanza di presbiteri e il dibattito sull’obbligo della vocazione al celibato per essere ordinato presbitero nella Chiesa latina…. In ogni caso queste situazioni non cambiano la natura della Chiesa. Non posso decidere di delegare ad altri una di queste parti, perché sono la natura, la struttura della Chiesa di Cristo.
Volevo scrivere ben altro perché oggi è la Domenica della Misericordia, la “Domenica di Tommaso” come si diceva in passato, e ho commentato solo il primo versetto della prima lettura. ma se si tratta della struttura stessa della Chiesa, è un versetto importantissimo.

Prima Lettura  At 2,42-47
Dagli Atti degli Apostoli
[Quelli che erano stati battezzati] erano perseveranti nell’insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere.
Un senso di timore era in tutti, e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli.
Tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; vendevano le loro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti, secondo il bisogno di ciascuno.
Ogni giorno erano perseveranti insieme nel tempio e, spezzando il pane nelle case, prendevano cibo con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo.
Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati. 

Salmo Responsoriale  Dal Salmo 117
Rendete grazie al Signore perché è buono: il suo amore è per sempre.
Celebrate il Signore, perché è buono,
perché eterna è la sua misericordia.
Dica Israele che egli è buono:
eterna è la sua misericordia. 
Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre».
Dica la casa di Aronne:
«Il suo amore è per sempre».
Dicano quelli che temono il Signore:
«Il suo amore è per sempre».
Mi avevano spinto con forza per farmi cadere,
ma il Signore è stato il mio aiuto.
Mia forza e mio canto è il Signore,
egli è stato la mia salvezza.
Grida di giubilo e di vittoria
nelle tende dei giusti:
la destra del Signore ha fatto prodezze.
La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.
Questo è il giorno che ha fatto il Signore:
rallegriamoci in esso ed esultiamo!  

Seconda Lettura   
1 Pt 1, 3-9

Ci ha rigenerati per una speranza viva, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti.
Dalla prima lettera di san Pietro apostolo
Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva, per un’eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce. Essa è conservata nei cieli per voi, che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, in vista della salvezza che sta per essere rivelata nell’ultimo tempo.
Perciò siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere, per un po’ di tempo, afflitti da varie prove, affinché la vostra fede, messa alla prova, molto più preziosa dell’oro – destinato a perire e tuttavia purificato con fuoco –, torni a vostra lode, gloria e onore quando Gesù Cristo si manifesterà. Voi lo amate, pur senza averlo visto e ora, senza vederlo, credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre raggiungete la mèta della vostra fede: la salvezza delle anime.
 

SEQUENZA   
(Facoltativa)
Alla vittima pasquale, s'innalzi oggi il sacrificio di lode.
L'agnello ha redento il suo gregge,
l'Innocente ha riconciliato noi peccatori col Padre.
Morte e vita si sono affrontate in un prodigioso duello.
Il Signore della vita era morto; ma ora, vivo, trionfa.
«Raccontaci, Maria: che hai visto sulla via?».
«La tomba del Cristo vivente, la gloria del Cristo risorto,
e gli angeli suoi testimoni, il sudario e le sue vesti.
Cristo, mia speranza, è risorto; e vi precede in Galilea».
Sì, ne siamo certi: Cristo è davvero risorto.
Tu, Re vittorioso, portaci la tua salvezza.

Canto al Vangelo   Gv 20,29
Alleluia, alleluia.

Perché mi hai veduto, Tommaso, tu hai creduto;
beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!
Alleluia.
   

Vangelo  Gv 20, 19-31
Otto giorni dopo venne Gesù.
Dal vangelo secondo Giovanni
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù 
è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome. 


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