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sabato 11 aprile 2020

QUALCHE DOMANDA SU GIUDA E PILATO / Sabato Santo



Mi sono state rivolte domande  in questi giorni che credo possono interessare molti:
Perché Gesù ha preso Giuda come apostolo sapendo che lo avrebbe tradito?
La risposta è importante perché va a toccare aspetti fondamentali del nostro rapporto con Dio e con noi stessi. È il problema della predestinazione: se Dio sa tutto sono ancora libero?
Qualcuno anche tra gli autori cristiani ha parlato di predestinazione. Quello che gli antichi pagani chiamavano il “fato”, il destino. Significa che per quanto mi possa sforzare quello che deve accadere accadrà, non sono libero. Credere al destino, alla maledizione, al malocchio di cui non posso liberarmi, a Dio che ce l’ha con me, è la tentazione molto grande del “FATALISMO” di fronte alla vita e ai suoi rovesci. Mi sento in balìa di forze oscure, di un Dio onnipotente che mi soffoca e mi tratta da burattino. Ecco sono un burattino, la vita è tutto un teatro di marionette…
La risposta cristiana dice ben altro. Il Dio di Gesù Cristo è molto diverso. Non comprendiamo tutto di Lui ma l’unica “predestinazione” affermata nella Bibbia è quella della salvezza. Dio vuole che tutti gli uomini siano salvi e arrivino alla conoscenza della verità. Ma come dice san Francesco di Sales, Dio vuole salvarci tutti ma in modo degno di uomini liberi e ragionevoli. Sant’Agostino dice che il Dio che ti ha creato senza di te non ti salverà senza di te. Giuda ha fatto le sue scelte e Gesù, in più occasioni, lo avverte, cerca di aiutarlo in tutto e per tutto, gli da l’opportunità di ricredersi. Non c'è predestinazione ma libertà. È vero che subiamo molti condizionamenti e proprio il camminare con Dio ci libera sempre più da questi condizionamenti. Dio libera la mia libertà (Benedetto XVI). Siamo sempre creature, ma diventiamo sempre più simili a Dio, veramente liberi, perché la vera libertà è di vivere il bene in pienezza.
Ma se Giuda non avesse tradito, come si compiva il piano di Dio, come Gesù poteva salvarci sulla croce? Gesù è morto per i peccati di tutta l’umanità. Se Giuda non tradiva, i farisei trovavano un altro mezzo. Giuda è stato attore materiale del tradimento per la sua vicinanza a Gesù, ma non è il più importante degli attori materiali di questo dramma né il più importante degli attori spirituali, anche se il suo peccato è molto grave e consapevole: “Colui che mangia con me ha alzato il suo calcagno contro di me!”
Gesù sapeva dall’inizio che Giuda l’avrebbe tradito?
La Scrittura – san Giovanni in particolare – dice che Gesù sapeva in anticipo che Giuda era il traditore. Questo non significa che Gesù sapesse tutto dall’inizio. Gesù è in tutto uguale a noi tranne che nel peccato. è cresciuto in età e sapienza, impara, si meraviglia e si commuove. Ma certamente Gesù ha il discernimento degli spiriti meglio di noi e vede come Giuda cammina sempre di più in una direzione, non apre il cuore. E quindi Gesù arriva alla conclusione quando ancora gli apostoli non hanno compreso quello che succede. Neanche per Gesù la vita è un teatrino, ma un dramma, come il nostro. Certo lui è molto diverso da me, ma siamo tutti diversi, ognuno ha un proprio cammino anche se IL SENSO, LA DIREZIONE DEL CAMINO DELL’UOMO È UGUALE PER TUTTI, ANCHE PER GESÙ.
Perché Pilato che era convinto dell’innocenza di Gesù non l’ha salvato. Poteva farlo.
Certamente Pilato aveva il potere di salvare Gesù, come san Paolo è stato salvato dai suoi persecutori e trasferito a Cesarea (Atti 23). Ma Pilato nel suo dialogo con Gesù, e nei suoi tentativi positivi, si dimostra però fondamentalmente un politico. Non rischia fino in fondo. D’altronde molti non rischiano fino in fondo. Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo, per esempio, che troviamo in quelle scene del Vangelo di Giovanni. Pilato è parte integrante di un sistema politico. Se arriva all’Imperatore che ha favorito uno che si voleva far eleggere Re d'Israele e liberare il suo popolo dai Romani, sono grane per lui e non gli conviene suscitare disordini proprio durante la Pasqua. Ma ben di più Pilato è “figlio” di un sistema di violenza feroce. Non dimentichiamo che la civiltà romana che ammiriamo tanto comprende nel suo mito fondatore un fratricidio.  Anzi, la violenza è onnipresente: scampati alla volontà omicida dello zio Amulio nei loro confronti, e salvati dalla lupa, poi Romolo e Remo diventati adulti per prima cosa uccidono lo zio e poi fondano una città sul Colle Palatino. La violenza non si ferma lì perché la gelosia tra i fratelli porta all’uccisione di Remo da parte di Romolo, primo dei sette Re di Roma. I Romani pagani sono geniali ma sono un popolo spietato, in particolare verso ogni ribellione. Veramente il Regno di Gesù non è secondo la logica di questo mondo. Benediciamo Dio che senza alcun merito nostro ci ha trasferiti nel suo Regno! E questa Pasqua è il momento privilegiato per cominciare a vedere quanto mondo vecchio c'è ancora in me e quanto è diverso Gesù da me. Solo la sua grazia mi può liberare da questa mentalità indurita dagli anni che è in me. Sono uno “sventurato” dice san Paolo. È chiaro che la grazia non prescinde dalla mia collaborazione, dalla mia preghiera, dal mio desiderio, dalle mie decisioni profonde.

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