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domenica 12 agosto 2018

FRAGILITA' IL DONO SUPREMO / XIX domenica T.O.



Continua il discorso eucaristico che ascoltiamo in queste domeniche e dal quale dobbiamo trarre nutrimento per la nostra vita, per la nostra giusta adorazione e culto in Spirito e Verità a Dio.
Nella prima lettura, il pane e l’acqua, chiara anticipazione dell’Eucaristia, che l’angelo propone a Elia ormai sfinito, è un cibo per camminare, non per fermarsi lì in adorazione statica. E quando ripensiamo a tutta la vicenda di Elìa nella sua opposizione al paganesimo propagato dalla regina Gezabele e dal suo debole marito, fino all’Oreb e oltre, vediamo quanto cammino spirituale ha dovuto fare, quanta conoscenza di Dio e di sé ne ha ricevuto, quanta crescita e purificazione della sua fede, quanto allargamento delle proprie prospettive!
Gesù nel Vangelo annuncia la Buona Notizia del suo dono d’amore e trova nel popolo più che una difficoltà a credere ma una vera opposizione dei giudei che scendono da Gerusalemme fino a Cafarnao per contestarlo.
Chi non vuole e chi fa fatica a credere sono fermi nel loro cammino. E invece Gesù vuole che tutti camminino anzi, lascino il loro io come centro di tutto per entrare in relazione. Infatti si presenta dapprima come il “pane della vita” (il pane mi nutre, mi rafforza, mi da la sua energia, quello di Gesù mi darà un’energia speciale per una vita più bella, per la vera vita) poi più avanti però si presenta come il “pane vivente” cioè Colui che mi mette in relazione con sé perché anch’io sia vivo. C'è una sfumatura non da poco. Infine Gesù promette la sua carne. Durante l’Ultima Cena dirà: questo è il mio Corpo (Soma). Anche se sotto forma sacramentale l’Eucaristia è veramente, materialmente, il Corpo di Cristo risorto. Ma è per un andare aldilà. Quando Gesù dice che il pane che darà è la sua carne (Sarx) indica la sua fragilità, la sua condizione umana vulnerabile. Per salvarti ti do la mia vulnerabilità, la mia fiducia nella tua (nostra) condizione di fragilità. Accettala e cammina. Miserando atque eligendo: perdonandoti i tuoi peccati ti ho scelto per portare la Buona Notizia, per servire, per vivere felice. Mangiando questo pane non è rafforzato il mio corpo e il mio sangue ma divento corpo di Dio attraverso Cristo, sangue di Dio per la vita del mondo.

Prima Lettura   1 Re 19, 4-8
Con la forza di quel cibo camminò fino al monte di Dio. 
Dal primo libro dei Re
In quei giorni, Elia s'inoltrò nel deserto una giornata di cammino e andò a sedersi sotto una ginestra. Desideroso di morire, disse: «Ora basta, Signore! Prendi la mia vita, perché io non sono migliore dei miei padri». Si coricò e si addormentò sotto la ginestra.
Ma ecco che un angelo lo toccò e gli disse: «Alzati, mangia!». Egli guardò e vide vicino alla sua testa una focaccia, cotta su pietre roventi, e un orcio d'acqua. Mangiò e bevve, quindi di nuovo si coricò.
Tornò per la seconda volta l'angelo del Signore, lo toccò e gli disse: «Alzati, mangia, perché è troppo lungo per te il cammino». Si alzò, mangiò e bevve. Con la forza di quel cibo camminò per quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio, l'Oreb.
 
Salmo Responsoriale 
   Dal Salmo 33/34
Gustate e vedete com'è buono il Signore.
Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.
Magnificate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore: mi ha risposto
e da ogni mia paura mi ha liberato.
Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce.
L'angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono, e li libera.
Gustate e vedete com'è buono il Signore;
beato l'uomo che in lui si rifugia. 

Seconda Lettura 
  Ef 4, 30 - 5, 2
Camminate nella carità come Cristo. 
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini
Fratelli, non vogliate rattristare lo Spirito Santo di Dio, con il quale foste segnati per il giorno della redenzione.
Scompaiano da voi ogni asprezza, sdegno, ira, grida e maldicenze con ogni sorta di malignità. Siate invece benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo.
Fatevi dunque imitatori di Dio, quali figli carissimi, e camminate nella carità, nel modo in cui anche Cristo ci ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore.

Canto al Vangelo
   Gv 6,51 
Alleluia, alleluia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo, dice il Signore,
se uno mangia di questo pane vivrà in eterno.
Alleluia.

 Vangelo   Gv 6, 41-51
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. 
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, i Giudei si misero a mormorare contro Gesù perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: "Sono disceso dal cielo"?».
Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: "E tutti saranno istruiti da Dio". Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».


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