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sabato 11 agosto 2018

RICOMINCIARE CON UNA BUONISSIMA NOTIZIA ... SENZA TRIONFALISMI: LA VITTORIA PRO VITA IN ARGENTINA.

Campagna infuocata nelle piazze: aborto legale contro difesa della vita nascente.
Ricominciamo il nostro dialogo via blog. E ricominciamo con una buona notizia.

L’Argentina non autorizzava le madri a uccidere il loro figlio innocente nel proprio grembo, cioè non autorizzava l’aborto, non lo considerava un “diritto umano fondamentale”, una “vittoria di civiltà” come si predica un po’ in tutto il mondo occidentale.

Nella sua campagna elettorale il candidato Mauro Macrì aveva promesso di mantenere questa legge. Diventato presidente della Repubblica ha rapidamente messo in agenda del suo governo un progetto di legge che permetta l’aborto! Probabilmente l’ha fatto per le pressioni, forse per poter ottenere un prestito del Fondo Monetario Internazionale che è un grande propagatore della “Salute riproduttiva”, concetto che si cerca di imporre ovunque nel mondo e che include contraccezione, aborto, insegnamento a ragazzi e ragazze della masturbazione, ecc., in cambio di aiuti vari, spesso soltanto alimentari di base. Papa Francesco racconta che già in Argentina un governo aveva dovuto firmare simili accordi. La ministra dell’Istruzione aveva quindi stampato libri scolastici come voleva l’F.M.I., poi li aveva lasciati nei depositi e aveva fatto stampare altri libri di testo più sani per gli alunni …
Manifestazione pro vida. Foto sito evangelico.


La Chiesa gerarchica è entrata adagio nel dibattito circa questo nuovo progetto di legge, sapendo che un’azione più incisiva sarebbe stata sicuramente controproducente per il forte pregiudizio contro “la Chiesa che vuole comandare”, vuole andare “contro le libertà e il progresso” ecc.. Ma la società civile si è ribellata, con raccolte di firme, con grandi marce che includevano milioni di persone, con gli slogan: “salvar las dos vidas” “salvare le due vite”, “toda vida vale” “ogni vita ha valore” … Si sono mobilizzati cattolici, evangelici e tante altre persone di buona volontà con o senza religione. Il Papa ha scritto una lettera al popolo argentino in difesa della vita. Ma allora il Presidente Macrì ha dato "libertà di coscienza" ai deputati del suo partito e il progetto di legge è stato approvato dalla camera dei deputati. Grande esultanza dei favorevoli all’aborto e dei movimenti pro aborto. Tra loro anche Amnesty International impegnato fino alla fine con grandi pagine di pubblicità per l’aborto su quotidiani nazionali … Segnalo per chi non lo sa che Amnesty International è nata un giorno della festa della Santissima Trinità per salvare i prigionieri politici e di opinione in tutto il mondo (a suo tempo ha fatto liberare Esquivel, ritenuto prigioniero, nudo in una fossa, sotto la dittatura militare argentina, e diventato poi Premio Nobel per la pace). Oggi Amnesty International investe milioni di dollari per favorire l’aborto tradendo totalmente la sua ispirazione originaria!
Alcuni slogan della campagna pro aborto: "Il mio corpo, la mia decisione",
"Neppure una donna morta per aborto clandestino", "Educazione sessuale per scoprire,
contraccezione per  poter esercitare, aborto per decidere."

Dopo il voto dei deputati ha cominciato allora una campagna più forte in vista del voto del Senato, con iniziative a 360 gradi di tutti, vescovi in testa che hanno convocato Messe pro vita, ecc. e in particolare un approccio personale di ogni senatore parlandogli del valore della vita. La conclusione è che l'8 agosto questo progetto di legge è stato respinto dal Senato argentino con 38 voti contrari contro 31 a favore e 2 astensioni (notiamo che un paese di 43 milioni di abitanti – e due milioni e mezzo di kmq – ha un senato di soli 72 senatori! Questo è riforma dei costi della politica… ). Un segnale in controtendenza dopo l'Uruguay.
"Se l'aborto no è un male, allora nulla è male."
Madre Teresa di Calcutta.

Benediciamo il Signore e la Madonna.

Evidentemente in questa campagna così radicale per il valore fondamentale della vita, la Chiesa si rallegra per l’esito del voto, ma comprende che chi voleva l’aborto tra i cittadini argentini non sarà contento della propria sconfitta e nemmeno sarà convinto delle ragioni di chi ha vinto. E quindi chiama se stessa e la Società tutta a maggiore impegno verso le donne e le coppie che si trovano in situazioni difficili per una gravidanza (un vescovo ha scritto che sono molto più le donne che muoiono di parto in Argentina perché denutrite o ammalate che donne che vogliono abortire!... ). La Chiesa chiama alla testimonianza umile del Vangelo verso tutti, in particolare chi vede la Chiesa come un ente di potere o la ricorda – almeno in alcune sue parti – come collusa nel passato con la dittatura militare, ecc., e a un deciso e mite impegno a favore della riconciliazione di tutti (non si possono ignorare i cittadini contrari alle tue idee, continuano a far parte dello stesso popolo). Anche perché nessuna donna abortisce per piacere. Lo fa perché non è stata evangelizzata, non sa appoggiarsi nel Signore, perché non ha trovato il sostegno che le avrebbe permesso di evitare l’aborto, perché non ha ricevuto l’educazione e i valori che le permettevano di costruire la propria vita, come per esempio le ragazze minorenni che si ritrovano incinte, ecc…
Che il tuo ventre sia sempre culla e non cimitero.

Il messaggio che i vescovi argentini hanno dato dopo il voto del Senato mi sembra molto interessante per noi cristiani italiani come proposta di uno stile di testimonianza e di servizio aperto a tutti e non chiuso, fondato sulla proposta del Vangelo e l’annuncio della speranza che è in Cristo risorto. Questo stile è tanto più necessario da noi che la maggioranza degli italiani oggi appare già molto contraria al Vangelo se consideriamo le leggi in vigore, i sondaggi, i colloqui sui social e la cultura comune presenti nel nostro paese, anche tra chi frequenta la chiesa. Non si tratta di costruire dei recinti, o di cercare di imporre la morale del Vangelo ma di credere nella bontà e forza della Buona Notizia e di proporla a noi stessi e agli altri. Sale e lievito.
Quino (autore di Mafalda): "Mi hanno raccontato come si stia utilizzando senza mio permesso
 l'immagine di Mafalda nella campagna di legalizzazione dell'aborto (cosa chi mi fa arrabbiare)
ma approfitto per chiarire che Mafalda sarà sempre a favore della vita, per tanto, non mettetele
un fazzoletto verde perché il suo colore è quello celeste."



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