Tradizionalmente la parabola di oggi era chiamata Parabola del Figliol
prodigo: cioè il figlio che sciupa la sua eredità in quanto beni ma anche dignità.
Adesso la si chiama Parabola del Padre misericordioso, perché è l’amore di
Dio che sta al centro. Ma viviamo questo rapporto di fiducia con il Signore? Non
a caso papa Francesco venerdì ha elencato tutte le situazioni che possono
bloccarci nell’andare verso Dio, rimanendo noi stessi al centro di tutto. E il Papa ha applicato a noi peccatori le stesse parole
dell’Angelo a Maria. Illuminare in questo modo il Vangelo di oggi sarà
nuovo per molti e ci farà bene.
Tu sei, siamo, questo figlio peccatore che ritorna a Dio
perché le sue certezze, i suoi piani, le sue avventure non gli hanno portato
nulla di buono, comunque nulla che abbia saziato veramente la sua anima !? E
sei oppresso dal tuo fallimento, dal tuo senso di colpa? Rallegrati, il Signore è con te! Non temere! Dio ha per te progetti di pace e non di sventura. E Dio non ti propone solo un modo per aggiustare le cose ma un grande progetto di santità. Per
me? Sì, egli cancella tutti i tuoi peccati, non ne tiene conto, ma, in cambio
ti chiede di uscire da te stesso, di fidarti di lui, di seguire i suoi passi, aprendo
il cuore e la mente al di là di te stesso. Ti chiede di aprirti alla santità. Non temere. Ma, com’è possibile? Scenderà su di te lo Spirito Santo! “Dio, che ha effuso lo Spirito Santo per la remissione dei
peccati, ti conceda il perdono e la pace” dice la formula dell'assoluzione. Nel progetto di Dio la remissione
dei peccati però non è fine a sé stessa, ma reintegra nel Corpo di Cristo
e nella sua missione, la tua missione. “Eccomi,
sono la serva del Signore, si compia in me secondo la tua parola!”
Prima
Lettura Gs 5,9-12
Il popolo di Dio, entrato nella terra promessa, celebra la Pasqua.
Dal libro di Giosuè
In quei giorni, il Signore disse a Giosuè: «Oggi ho allontanato da voi l’infamia dell’Egitto».
Gli Israeliti rimasero accampati a Gàlgala e celebrarono la Pasqua al quattordici del mese, alla sera, nelle steppe di Gerico.
Il giorno dopo la Pasqua mangiarono i prodotti della terra, àzzimi e frumento abbrustolito in quello stesso giorno.
E a partire dal giorno seguente, come ebbero mangiato i prodotti della terra, la manna cessò. Gli Israeliti non ebbero più manna; quell’anno mangiarono i frutti della terra di Canaan.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 33
Gustate e vedete com’è buono il Signore.
Benedirò il Signore in
ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.
Magnificate con me il
Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore: mi ha risposto
e da ogni mia paura mi ha liberato.
Guardate a lui e sarete
raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce.
Seconda Lettura 2 Cor 5,17-21
Dio ci ha riconciliati con sé mediante Cristo.
Dalla
lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli, se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono
passate; ecco, ne sono nate di nuove.
Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e
ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. Era Dio infatti che
riconciliava a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e
affidando a noi la parola della riconciliazione.
In nome di Cristo, dunque, siamo ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso
che esorta. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio.
Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore,
perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio.
Canto al Vangelo Lc 15,18
Gloria e lode a te, o Cristo!
Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò:
Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te.
Gloria e lode a te, o Cristo!
Vangelo Lc 15,1-3.11-32
Questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita.
Dal
vangelo secondo Luca
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per
ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i
peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane
dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed
egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane,
raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo
patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in
quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora
andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo
mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le
carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò
in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui
muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato
verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo
figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse
incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho
peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato
tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più
bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi.
Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché
questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato
ritrovato”. E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa,
udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse
tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto
ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si
indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli
rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito
a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei
amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue
sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli
rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma
bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è
tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».
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