Ucraina: Eucaristia in un rifugio. |
Isaia ci esorta alla giustizia e alla carità verso i bisognosi, e chiama con parole toccanti alla piena santificazione del giorno di sabato. Prima l’amore del prossimo che comprende anche chi non crede, poi il culto. Ma questo non significa che l’uno possa escludere l’altro. Tutti e due sono presenti nel progetto divino di salvezza dell’uomo e sono necessari. Il giorno di riposo e di santità, il sabato (la domenica per noi, che deve essere anch’essa “shabbat”, sabato, cioè cessazione, astensione) ha una pienezza spirituale-umana-sociale e un valore educativo straordinari. L’attenzione alla famiglia è necessaria e lo ricorda il versetto 7 letto ieri. La Parola suscita, illumina, sostiene e guida lo slancio del cuore verso il prossimo.
Azione e preghiera si sostengono e si arricchiscono.
“Nondimeno la liturgia è il culmine verso cui tende l'azione della
Chiesa e, al tempo stesso, la fonte da cui promana tutta la sua energia”.
(Sacro Sanctum Concilium n. 10). Cioè la carità esercitata in nome di Dio conduce all’intimità dell’Eucaristia e della preghiera e si compie in esse,
e le nostre Assemblee, se sono autentiche, producono frutti di carità e di
servizio. Nel Nuovo Testamento spesso lo Spirito Santo parla nella comunità mentre essa celebra il culto. E queste parole hanno cambiato la Storia (Atti 13,2). Non
è forse vero che troppo spesso nelle nostre Assemblee tutto sembra solo umano e
prevedibile? non le viviamo come un passaggio del Signore? Non ci manca forse una fede profonda nella liturgia e una
disponibilità reale alle sorprese e alle chiamate di Dio?
Questa
sera entreremo nel nostro primo “shabbat” della quaresima 2022. La guerra che sta colpendo l'Ucraina e ci minaccia, ci spinge ad essere più autentici. Gesù verrà
realmente a mangiare e bere con noi, peccatori, e ci chiamerà con amore a
conversione, ci affiderà la missione di annunciare il Regno di Dio e la sua
Misericordia. Non manchiamo questo incontro. Siamo tutti presenti sia fisicamente
che con piena disponibilità alla grazia.
Prima
Lettura Is 58, 9b-14
Se aprirai il tuo cuore all’affamato, brillerà fra le tenebre
la tua luce.
Dal libro del profeta Isaìa
Così dice il Signore:
«Se toglierai di mezzo a te l’oppressione,
il puntare il dito e il parlare empio,
se aprirai il tuo cuore all’affamato,
se sazierai l’afflitto di cuore,
allora brillerà fra le tenebre la tua luce,
la tua tenebra sarà come il meriggio.
Ti guiderà sempre il Signore,
ti sazierà in terreni aridi,
rinvigorirà le tue ossa;
sarai come un giardino irrigato
e come una sorgente
le cui acque non inaridiscono.
La tua gente riedificherà le rovine antiche,
ricostruirai le fondamenta di trascorse generazioni.
Ti chiameranno riparatore di brecce,
e restauratore di strade perché siano popolate.
Se tratterrai il piede dal violare il sabato,
dallo sbrigare affari nel giorno a me sacro,
se chiamerai il sabato delizia
e venerabile il giorno sacro al Signore,
se lo onorerai evitando di metterti in cammino,
di sbrigare affari e di contrattare,
allora troverai la delizia nel Signore.
Io ti farò montare sulle alture della terra,
ti farò gustare l’eredità di Giacobbe, tuo padre,
perché la bocca del Signore ha parlato».
Salmo Responsoriale Dal Salmo 85
Mostrami, Signore, la tua via.
Signore,
tendi l’orecchio, rispondimi,
perché io sono povero e misero.
Custodiscimi perché sono fedele;
tu, Dio mio, salva il tuo servo, che in te confida.
Pietà
di me, Signore,
a te grido tutto il giorno.
Rallegra la vita del tuo servo,
perché a te, Signore, rivolgo l’anima mia.
Tu sei
buono, Signore, e perdoni,
sei pieno di misericordia con chi t’invoca.
Porgi l’orecchio, Signore, alla mia preghiera
e sii attento alla voce delle mie suppliche.
Canto al Vangelo Ez 33,11
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Io non godo della morte del malvagio, dice il Signore,
ma che si converta dalla sua malvagità e viva.
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Vangelo Lc 5, 27-32
Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perchè si
convertano.
Dal
vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco
delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo
seguì.
Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla
numerosa di pubblicani e d’altra gente, che erano con loro a tavola. I farisei
e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangiate e
bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Gesù rispose loro: «Non sono i
sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i
giusti, ma i peccatori perché si convertano».
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