«Io sono il Dio di tuo
padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe». Mosè ha pagato caro la sua bravata di
giustiziere uccidendo l’egiziano: da principe d’Egitto si è ridotto a
fare il pastore nel deserto. Ha riallacciato contatti con la sua famiglia ma le
notizie non sono buone. Il popolo è sempre schiavo, sopraffatto dalla potenza degli
egiziani e dei loro dèi. Ecco però che chi lo chiama sull’Oreb non è un Dio uscito dal nulla, ma è il Dio dei suoi padri, delle sue radici, la cui benedizione ha formato un popolo grande e numeroso.
Anche noi abbiamo forti radici.
Nel 1982 durante il suo viaggio in Spagna, Giovanni Paolo II disse: Atto
europeistico a Santiago de Compostela (9 novembre 1982) | Giovanni Paolo II
4. Per questo, io, Giovanni Paolo, figlio della Nazione polacca, che si
è sempre considerata europea, per le sue origini, tradizioni, cultura e
rapporti vitali, slava tra i latini e latina tra gli slavi; io, successore di
Pietro nella Sede di Roma, Sede che Cristo volle collocare in Europa e che
l’Europa ama per il suo sforzo nella diffusione del Cristianesimo in tutto il
mondo; io, Vescovo di Roma e Pastore della Chiesa universale, da Santiago,
grido con amore a te, antica Europa: “Ritrova te stessa. Sii te stessa”.
Riscopri le tue origini. Ravviva le tue radici. Torna a vivere dei valori
autentici che hanno reso gloriosa la tua storia e benefica la tua presenza
negli altri continenti. Ricostruisci la tua unità spirituale, in un clima di
pieno rispetto verso le altre religioni e le genuine libertà. Rendi a Cesare
ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio. Non inorgoglirti delle tue
conquiste fino a dimenticare le loro possibili conseguenze negative; non
deprimerti per la perdita quantitativa della tua grandezza nel mondo o per le
crisi sociali e culturali che ti percorrono. Tu puoi essere ancora faro di
civiltà e stimolo di progresso per il mondo. Gli altri continenti guardano a te
e da te si attendono la risposta che san Giacomo diede a Cristo: “Lo posso”.
Ma io come vivo queste mie radici, anzi, la mia fede nel Cristo risorto?
Sono senz’altro il fico senza frutti di cui parla Gesù. E non sono passati
3 o 4 anni ma 10 volte di più, eppure non sono stato ancora tagliato. Forse il Signore ha fatto per me una edizione riveduta e corretta del Vangelo?!
Questa immensa misericordia mi deve riempire di gratitudine ma non deve illudermi.
La vita sta passando e arriverà comunque a termine. Forse domani. Come mi
presenterei? Non ti preoccupare, basta chiedere perdono… Esatto, ma il problema
è che non sono nemmeno tanto allenato a chiedere umilmente perdono. Mi viene più naturale giustificarmi….
Certamente non crediamo che gli ucraini sui quali si è abbattuta questa mostruosa e infernale violenza e sono morti, fossero più peccatori. Ma oggi Gesù dice: “se non ti converti perirai allo stesso modo”. Parla della nostra morte spirituale, la “morte seconda”. Lasciamoci scuotere dalle parole che Gesù ci dice nel suo immenso Amore per aprirci pienamente alla dimensione sacra della nostra vita verso Dio e verso il prossimo.
Prima
Lettura Es 3,1-8a.13-15
Io-Sono mi ha mandato a voi.
Dal libro dell'Èsodo
In quei giorni, mentre Mosè stava pascolando il gregge di Ietro, suo suocero, sacerdote di Madian, condusse il bestiame oltre il deserto e arrivò al monte di Dio, l’Oreb.
L’angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco dal mezzo di un roveto. Egli guardò ed ecco: il roveto ardeva per il fuoco, ma quel roveto non si consumava.
Mosè pensò: «Voglio avvicinarmi a osservare questo grande spettacolo: perché il roveto non brucia?». Il Signore vide che si era avvicinato per guardare; Dio gridò a lui dal roveto: «Mosè, Mosè!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Non avvicinarti oltre! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è suolo santo!». E disse: «Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe». Mosè allora si coprì il volto, perché aveva paura di guardare verso Dio.
Il Signore disse: «Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sovrintendenti: conosco le sue sofferenze. Sono sceso per liberarlo dal potere dell’Egitto e per farlo salire da questa terra verso una terra bella e spaziosa, verso una terra dove scorrono latte e miele».
Mosè disse a Dio: «Ecco, io vado dagli Israeliti e dico loro: “Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi”. Mi diranno: “Qual è il suo nome?”. E io che cosa risponderò loro?».
Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono!». E aggiunse: «Così dirai agli Israeliti: “Io Sono mi ha mandato a voi”». Dio disse ancora a Mosè: «Dirai agli Israeliti: “Il Signore, Dio dei vostri padri, Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe mi ha mandato a voi”. Questo è il mio nome per sempre; questo è il titolo con cui sarò ricordato di generazione in generazione».
Salmo Responsoriale Dal Salmo 102
Il Signore ha pietà del suo popolo.
Benedici il Signore,
anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tutti i suoi benefici.
Egli perdona tutte le
tue colpe,
guarisce tutte le tue infermità,
salva dalla fossa la tua vita,
ti circonda di bontà e misericordia.
Il Signore compie cose
giuste,
difende i diritti di tutti gli oppressi.
Ha fatto conoscere a Mosè le sue vie,
le sue opere ai figli d’Israele.
Misericordioso e pietoso
è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Perché quanto il cielo è alto sulla terra,
così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono.
Seconda Lettura 1
Cor 10,1-6.10-12
La vita del popolo con Mosè nel deserto è stata scritta per nostro ammonimento.
Dalla
lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Non voglio che ignoriate, fratelli, che i nostri padri furono tutti sotto la
nube, tutti attraversarono il mare, tutti furono battezzati in rapporto a Mosè
nella nube e nel mare, tutti mangiarono lo stesso cibo spirituale, tutti
bevvero la stessa bevanda spirituale: bevevano infatti da una roccia spirituale
che li accompagnava, e quella roccia era il Cristo. Ma la maggior parte di loro
non fu gradita a Dio e perciò furono sterminati nel deserto.
Ciò avvenne come esempio per noi, perché non desiderassimo cose cattive, come
essi le desiderarono.
Non mormorate, come mormorarono alcuni di loro, e caddero vittime dello
sterminatore. Tutte queste cose però accaddero a loro come esempio, e sono state
scritte per nostro ammonimento, di noi per i quali è arrivata la fine dei
tempi. Quindi, chi crede di stare in piedi, guardi di non cadere.
Canto al Vangelo Mt 4,17
Gloria e lode a te, o Cristo!
Convertitevi, dice il Signore,
il regno dei cieli è vicino.
Gloria e lode a te, o Cristo!
Vangelo Lc 13,1-9
Se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo.
Dal
vangelo secondo Luca
In quel tempo si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei
Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro
sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei
fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, io vi
dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle
diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che
fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma
se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».
Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella
sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al
vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma
non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello
gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato
attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se
no, lo taglierai”».
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