La salvezza di Dio è totalmente gratuita. In Gesù
Cristo, Dio rivela il suo amore misericordioso e incondizionato per l’uomo, ogni
uomo. L’uomo era rinchiuso nel peccato, incapace di fare opere di vita eterna. Anche
la ricerca più intelligente sul mistero della vita (la filosofia), il lavoro su
sé stessi più impegnato (il moralismo), le preghiere e i sacrifici più grandi fino
alle rinunce più radicali (la religione), ecc., possono salvare l’uomo. Non
è in nostro potere aprire la nostra prigione (la morte e la paura che essa
genera). Ma Dio ha aperto lui la porta di questa prigione
attraverso la vita e la risurrezione di Gesù. Se io credo che in Gesù la porta
è aperta, se io attraverso questa porta perché credo che questa sia la vera
libertà e la felicità, ho vinto la morte. Non perché ho meritato qualcosa. I Santi,
prima della conversione, erano per metà persone per bene e per metà peccatori.
Hanno solo accettato la Grazia, lasciandosi guidare, e perseverando in essa. Si
sono appoggiati meglio di noi alla croce di Cristo. Il mio impegno è di rimanere fedele alla Grazia che mi è stata donata.
La gratuità della salvezza è un esperienza di tale
libertà nell’amore incondizionato, e il peccato perde così tanto consistenza (come
poche gocce d’acqua gettate in una fornace ardente diceva santa Teresina) che può
venirmi una tentazione: “Se Dio è così buono, se perdona sempre i peccati,
perché devo evitare il peccato, quasi quasi mi tolgo qualche sfizio…”. Questo è il problema
che Paolo affronta oggi. Comportarsi così non è accettare la
misericordia. Non è credere che Dio mi indica per amore la via della felicità e della
saggezza attraverso i comandamenti. Il ragionamento di Paolo non fa una grinza:
“Non sapete che, se vi mettete a servizio di qualcuno come schiavi
per obbedirgli, siete schiavi di colui al quale obbedite: sia del peccato che
porta alla morte, sia dell’obbedienza che conduce alla giustizia?” Rimani legato a colui al quale hai scelto di obbedire. Ora, il peccato porta alla morte. La
definizione di peccato è “via della morte”. Per esprimere la via opposta, Paolo
non dice “siate schiavi della perfezione”, perché nessuno è perfetto, e anche dopo
essere stati illuminati, nemmeno uno sa ancora cosa sia la perfezione. Paolo
ci invita ad essere schiavi dell’obbedienza. Se gli obbedisco, Gesù mi porterà alla
perfezione dell’amore. Se disobbedisco dopo aver sperimentato la Parola di Dio che mi ha liberato e torno al peccato, la mia colpevolezza è più grave che se sono ancora nell'ignoranza! Eppure
Dio mi darà di nuovo tutta la pienezza del suo amore se
ritorno a lui con sincerità. Sei salvato per grazia, confida in Dio e vivi da risorto!
Prima
Lettura Rm 6, 12-18
Offrite voi stessi a Dio come viventi, ritornati dai morti.
Offrite voi stessi a Dio come viventi, ritornati dai morti.
Fratelli, il peccato non regni più nel vostro corpo mortale, così da sottomettervi ai suoi desideri. Non offrite al peccato le vostre membra come strumenti di ingiustizia, ma offrite voi stessi a Dio come viventi, ritornati dai morti, e le vostre membra a Dio come strumenti di giustizia. Il peccato infatti non dominerà su di voi, perché non siete sotto la Legge, ma sotto la grazia.
Che dunque? Ci metteremo a peccare perché non siamo sotto la Legge, ma sotto la grazia? È assurdo! Non sapete che, se vi mettete a servizio di qualcuno come schiavi per obbedirgli, siete schiavi di colui al quale obbedite: sia del peccato che porta alla morte, sia dell’obbedienza che conduce alla giustizia?
Rendiamo grazie a Dio, perché eravate schiavi del peccato, ma avete obbedito di cuore a quella forma di insegnamento alla quale siete stati affidati. Così, liberati dal peccato, siete stati resi schiavi della giustizia.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 123
Il nostro aiuto è nel nome del Signore.
Se
il Signore non fosse stato per noi
– lo dica Israele –,
se il Signore non fosse stato per noi,
quando eravamo assaliti,
allora ci avrebbero inghiottiti vivi,
quando divampò contro di noi la loro collera.
– lo dica Israele –,
se il Signore non fosse stato per noi,
quando eravamo assaliti,
allora ci avrebbero inghiottiti vivi,
quando divampò contro di noi la loro collera.
Allora
le acque ci avrebbero travolti,
un torrente ci avrebbe sommersi;
allora ci avrebbero sommersi
acque impetuose.
Sia benedetto il Signore,
che non ci ha consegnati in preda ai loro denti.
un torrente ci avrebbe sommersi;
allora ci avrebbero sommersi
acque impetuose.
Sia benedetto il Signore,
che non ci ha consegnati in preda ai loro denti.
Siamo
stati liberati come un passero
dal laccio dei cacciatori:
il laccio si è spezzato
e noi siamo scampati.
Il nostro aiuto è nel nome del Signore:
egli ha fatto cielo e terra.
Canto al Vangelo Mt 24,44
Alleluia, alleluia.
Vegliate e tenetevi pronti,
perché, nell’ora che non immaginate,
viene il Figlio dell’uomo.
Alleluia.
Vangelo Lc 12, 39-48
A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto.
dal laccio dei cacciatori:
il laccio si è spezzato
e noi siamo scampati.
Il nostro aiuto è nel nome del Signore:
egli ha fatto cielo e terra.
Canto al Vangelo Mt 24,44
Alleluia, alleluia.
Vegliate e tenetevi pronti,
perché, nell’ora che non immaginate,
viene il Figlio dell’uomo.
Alleluia.
Vangelo Lc 12, 39-48
A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto.
Dal
vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».
Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?».
Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi.
Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli.
Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche.
A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».
Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?».
Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi.
Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli.
Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche.
A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».
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