Tutti abbiamo presenti le
stimmate di san Francesco. Per i contemporanei di san Paolo le stimmate evocano
il marchio (stygma) del padrone, impresso col ferro rovente nella carne dello
schiavo fuggitivo e riacciuffato! Le stimmate di san Paolo sono le cicatrici
dei colpi ricevuti, i segni delle fatiche e vari avvenimenti provocati dal suo
servizio all’evangelizzazione. L’evangelizzazione che è il suo culto spirituale
a Dio! In questo caso lo schiavo Paolo porta le stesse stimmate del Padrone Gesù
che si è sottomesso volontariamente alla punizione suprema degli schiavi e dei barbari
ribelli. San Paolo oppone le sue stimmate a "quelle" degli ebrei osservanti fieri della circoncisione.
Facciamo fatica ad associare
le stimmate a un “giogo dolce” e a un “peso leggero” (Vangelo). Eppure questa è
la visione della Chiesa quando contempla l’azione della grazia in san Francesco.
È la via della grazia cristiana. La “leggerezza” di san Francesco e della
sua spiritualità lo testimonia. Solo l'amore può unire queste due cose. Chi perde la sua vita per Gesù e il Vangelo la
ritrova e fa un cammino di luce e di gloria. Chi conserva la sua vita la perde invecchiando
nella tristezza e nella solitudine interiore. C'è in noi tutti una resistenza
tremenda, ma è proprio quello che Gesù, offrendosi sulla croce ci da la forza di
vincere e ci invita a combattere con la sua grazia, morendo con lui per risorgere
con lui.
“Non è infatti la
circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l’essere nuova creatura”. L’uomo, naturalmente, è superstizioso e si appoggia sui riti magici.
E “chi la sa più lunga” diffonde ricette, preoccupazioni, divieti e tabù
confondendo e deviando la fede delle persone semplici di buona volontà: la preghiera
particolarmente efficace, le messe gregoriane, l’esposizione alla finestra della rosa di santa Rita
o non so che. E ci sono pure i divieti e le superstizioni
sulla permalosità dei santi se faccio la riverenza all'uno e non all’altro, sui rosari spezzati,
sulle braccia incrociate nei saluti, su tutto ciò che “porta male” e così tante
stupidità che non si riesce a farne l’elenco. Tutto questo dimenticando l’essenziale:
essere nuova creatura. Ma per essere nuova creatura bisogna aver incontrato Gesù
risorto e credere che è stato costituito Unico Signore. Essere “religioso” non significa
essere cristiano.
Lettura Gal 6,14-18
Il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo.
Il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo.
Fratelli, quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo.
Non è infatti la circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l’essere nuova creatura. E su quanti seguiranno questa norma sia pace e misericordia, come su tutto l’Israele di Dio.
D’ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: io porto le stigmate di Gesù sul mio corpo.
La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con il vostro spirito, fratelli. Amen.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 15
Tu sei, Signore, mia parte di eredità.
Tu sei, Signore, mia parte di eredità.
Proteggimi, o Dio: in
te mi rifugio.
Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu».
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.
Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu».
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.
Benedico il Signore che
mi ha dato consiglio;
anche di notte il mio animo mi istruisce.
Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare.
anche di notte il mio animo mi istruisce.
Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare.
Mi indicherai il
sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra
Canto al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Francesco, povero e umile,
entra ricco nel cielo,
onorato con inni celesti.
Alleluia.
Alleluia, alleluia.
Francesco, povero e umile,
entra ricco nel cielo,
onorato con inni celesti.
Alleluia.
Vangelo Mt
11,25-30
Hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli.
Hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli.
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
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