Battaglia di Lepanto - fresche vaticane. |
Di fronte
alla minaccia turca (invadevano territori cristiani con gli eserciti, niente a che vedere con le migrazioni di poveri e rifugiati attuali) Papa Pio V chiama i popoli cristiani a difendersi con le
armi e con la preghiera. La vittoria di Lepanto viene attribuita alla Madonna e
in particolare alla preghiera accorata tramite il Rosario. C'era un pericolo enorme,
il popolo credente si rivolge alla preghiera per chiedere la grazia e la
ottiene.
È il
modo più comune in cui viene usato il Rosario da noi piccoli ancora oggi. È giusto
chiedere aiuto e grazie attraverso la preghiera. Molti non chiedono o chiedono
male. Allora il demonio insinua: “tu non preghi mai, come osi pregare adesso?”
Una mamma si commuove sempre per i suoi figli, è sempre il momento buono per chiederle
aiuto. Ma dalle letture che sceglie la Chiesa per caratterizzare questa festa
la prospettiva è diversa.
Nel
Cenacolo, chiuso per paura, gli Apostoli pregano assieme a Maria non per chiedere
grazie ma per aprirsi alla Grazia, per aprire il cuore alla fede e abbattere le
loro resistenze a seguire la via di Gesù. Si preparano a ricevere lo Spirito Santo, la forza di Dio. Non
saranno crocifissi o uccisi perché hanno accettato la volontà di Dio su di loro, come temevano, anzi,
saranno riempiti di vita e liberati dalla paura.
A Nazareth
Maria riceve la visita dell’angelo. Questa visita la turba profondamente ma lei
accetta il confronto, non si chiude. Eppure questo annuncio sconvolge la sua vita,
i suoi progetti. In umiltà e disponibilità rinuncia a sé stessa per servire il Signore
come vuole Lui e non come vuole lei. Il suo “Sì” la proietta in una dimensione
infinitamente nuova. Ma Dio non distrugge, apre e fa crescere. Sarà
Madre pur rimanendo Vergine.
Tu chiedi
a Dio di aiutarti ma Dio ti ha già aiutato in Gesù Cristo fatto Uomo,
crocifisso e risorto per te, costituito Unico Signore. Beato chi ascolterà la
Vergine Maria che gli dice come alle nozze di Cana: “Non aver paura, soltanto fai
tutto quello che ti dirà!”
Dagli Atti degli Apostoli (1,12 – 14)
Dal
Vangelo secondo Luca (1,26-38)
Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città
della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della
casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da
lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste
parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L'angelo
le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco
concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e
chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo
padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà
fine».
Allora
Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose
l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la
potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio
di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito
un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla
è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del
Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l'angelo partì da lei.
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