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venerdì 22 giugno 2018

SI PUO' AVERE UN OCCHIO SEMPLICE DI FRONTE AL MALE? / venerdì XI° sett. T.O.

Joas proclamato Re nel Tempio.


Atalìa, figlia di Acab e Gezabele – che abbiamo imparato a conoscere! – è data in sposa al Re di Giuda e porta a Gerusalemme la mala condotta della sua famiglia, in particolare di sua madre con la quale sente una grande complicità. Morto il marito gli succede il figlio che però muore dopo un anno assassinato. Allora Atalìa uccide tutti i pretendenti al trono, fratelli e cugini del marito e la loro discendenza, compreso i suoi nipoti per poter regnare. Ma un suo nipote, bimbo di pochi mesi, viene nascosto e diventato ormai un fanciullo di sette anni, il partito fedele al Signore capeggiato dal sacerdote Ioiadà lo fa ungere Re e il popolo si sbarazza della regina Atalìa.
Possiamo immaginare qual è stata la sofferenza del popolo sotto il regno di Atalìa! Ma le cose sono cambiate sempre e dappertutto?

Due considerazioni:


La Storia non è comprensibile senza tener conto del peccato originale. Diceva un vecchio prete francese: “se volete capire cos'è il peccato originale leggete la Lettera di san Paolo ai romani. E se non vi basta, aprite il giornale, o la televisione”.

Di fronte all’immensità del male Gesù ci invita paradossalmente ad avere un occhio semplice, che vede il bene, che guarda con speranza, che guarda attraverso gli occhi di Dio, che aggiunge alla “verità” sopratutto l’amore di Dio, i sentimenti di Cristo, affinché la “verità” non sia una clave da lanciare contro l’altro ma ogni volta un umile mattone che edifica con pazienza e generosità. Accusatore è un altro nome del Diavolo. La Parola di Dio è Verità e non solo “verità”, ma anch’essa, con un occhio cattivo, può essere usata come clave per uccidere … Anche l'occhio omertoso è un occhio cattivo.


Prima Lettura  2 Re 11, 1-4.9-18.20
Unsero Ioas e acclamarono: Viva il re!

Dal secondo libro dei Re
In quei giorni, Atalìa, madre di Acazìa, visto che era morto suo figlio, si accinse a sterminare tutta la discendenza regale. Ma Ioseba, figlia del re Ioram e sorella di Acazìa, prese Ioas, figlio di Acazìa, sottraendolo ai figli del re destinati alla morte, e lo portò assieme alla sua nutrice nella camera dei letti; lo nascose così ad Atalìa ed egli non fu messo a morte. Rimase nascosto presso di lei nel tempio del Signore per sei anni; intanto Atalìa regnava sul paese.
Il settimo anno Ioiadà mandò a chiamare i comandanti delle centinaia dei Carii e delle guardie e li fece venire presso di sé nel tempio del Signore. Egli concluse con loro un’alleanza, facendoli giurare nel tempio del Signore; quindi mostrò loro il figlio del re. I comandanti delle centinaia fecero quanto aveva disposto il sacerdote Ioiadà. Ognuno prese i suoi uomini, quelli che entravano in servizio il sabato e quelli che smontavano il sabato, e andarono dal sacerdote Ioiadà. Il sacerdote consegnò ai comandanti di centinaia lance e scudi, già appartenenti al re Davide, che erano nel tempio del Signore. Le guardie, ognuno con l’arma in pugno, si disposero dall’angolo destro del tempio fino all’angolo sinistro, lungo l’altare e l’edificio, in modo da circondare il re. Allora Ioiadà fece uscire il figlio del re e gli consegnò il diadema e il mandato; lo proclamarono re e lo unsero. Gli astanti batterono le mani e acclamarono: «Viva il re!».
Quando sentì il clamore delle guardie e del popolo, Atalìa si presentò al popolo nel tempio del Signore. Guardò, ed ecco che il re stava presso la colonna secondo l’usanza, i comandanti e i trombettieri erano presso il re, mentre tutto il popolo della terra era in festa e suonava le trombe. Atalìa si stracciò le vesti e gridò: «Congiura, congiura!». Il sacerdote Ioiadà ordinò ai comandanti delle centinaia, preposti all’esercito: «Conducetela fuori in mezzo alle file e chiunque la segue venga ucciso di spada». Il sacerdote infatti aveva detto: «Non sia uccisa nel tempio del Signore». Le misero addosso le mani ed essa raggiunse la reggia attraverso l’ingresso dei Cavalli e là fu uccisa.
Ioiadà concluse un’alleanza fra il Signore, il re e il popolo, affinché fosse il popolo del Signore, e così pure fra il re e il popolo. Tutto il popolo della terra entrò nel tempio di Baal e lo demolì, ne fece a pezzi completamente gli altari e le immagini e ammazzò Mattàn, sacerdote di Baal, davanti agli altari. Il sacerdote Ioiadà mise sorveglianti al tempio del Signore.
Tutto il popolo della terra era in festa e la città rimase tranquilla: Atalìa era stata uccisa con la spada nella reggia. 

Salmo Responsoriale
   Dal Salmo 131
Il Signore ha scelto Sion, l’ha voluta per sua residenza.

Oppure:
Il Signore è fedele al suo patto.

Il Signore ha giurato a Davide,
promessa da cui non torna indietro:
«Il frutto delle tue viscere
io metterò sul tuo trono!

Se i tuoi figli osserveranno la mia alleanza
e i precetti che insegnerò loro,
anche i loro figli per sempre
siederanno sul tuo trono».

Sì, il Signore ha scelto Sion,
l’ha voluta per sua residenza:
«Questo sarà il luogo del mio riposo per sempre:
qui risiederò, perché l’ho voluto.

Là farò germogliare una potenza per Davide,
preparerò una lampada per il mio consacrato.
Rivestirò di vergogna i suoi nemici,
mentre su di lui fiorirà la sua corona».  

Canto al Vangelo 
 Mt 5,3 
Alleluia, alleluia.

Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Alleluia.

Vangelo  
 Mt 6, 19-23
Dov'è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore.

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassìnano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassìnano e non rubano. Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore.
La lampada del corpo è l’occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso; ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!».

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