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domenica 3 giugno 2018

CORPUS DOMINI, LA RESPONSABILITA' DELL'ALLEANZA.



Forse perché ho celebrato un matrimonio ieri, della ricchezza immensa di questa solennità e delle letture, un aspetto mi ha colpito: la parità che si crea nell’alleanza tra due persone si ritrova (si deve ritrovare) nell’alleanza tra Dio e il suo popolo, tra Dio e il suo fedele.
Si dice: “avere santi in paradiso”. Ahimè questa espressione si riferisce quasi solo esclusivamente a delle protezioni terrene e non celesti. E se dobbiamo muoverci per avere queste protezioni terrene ci diamo da fare! Invece i veri santi in paradiso li abbiamo tutti ma, in genere,  li prendiamo poco in considerazione.
Invece, pur consapevole della gratuità del dono dell’alleanza con Dio, il popolo d'Israele si dà da fare per assicurarsi un alleato così benevolo e potente. Fa sacrifici nel senso rituale dell’epoca, immolando animali, ma questo significa anche fare il sacrificio di animali del gregge in una epoca in cui la carne è un alimento di grande lusso!
Siamo forse troppo abituati alla passività, (mal) indirizzati dal fatto che il dono di Dio è incommensurabilmente maggiore di quello che possiamo offrigli. Ma come in un matrimonio anche se lui è immensamente ricco e lei poverissima, questa differenza non impedisce che ci deve essere una uguaglianza di cuori, un donarsi reciproco che crea comunione. Altrimenti se uno dei due si impegna totalmente e l’altro no, malgrado l’amore del primo il matrimonio è nullo. Anche se senza di lui non possiamo fare nulla, Gesù non ci chiama più servi ma amici e conta su di noi.
Quando stavo per diventare presbitero mi ha sorpreso molto il fatto di dover scrivere al vescovo che chiedevo di essere ordinato.  Non dovevo forse rispondere ad una chiamata di Dio e non a una mia volontà? Non era forse la Chiesa che doveva verificare l’autenticità della mia vocazione? Certamente, ma dovevo anche assumermi in prima persona la responsabilità di questa missione.

Prima Lettura  Es 24, 3-8
Ecco il sangue dell'alleanza che il Signore ha concluso con voi.
Dal libro dell'Èsodo
In quei giorni, Mosè andò a riferire al popolo tutte le parole del Signore e tutte le norme. Tutto il popolo rispose a una sola voce dicendo: «Tutti i comandamenti che il Signore ha dato, noi li eseguiremo!».
Mosè scrisse tutte le parole del Signore. Si alzò di buon mattino ed eresse un altare ai piedi del monte, con dodici stele per le dodici tribù d'Israele. Incaricò alcuni giovani tra gli Israeliti di offrire olocausti e di sacrificare giovenchi come sacrifici di comunione, per il Signore.
Mosè prese la metà del sangue e la mise in tanti catini e ne versò l'altra metà sull'altare. Quindi prese il libro dell'alleanza e lo lesse alla presenza del popolo. Dissero: «Quanto ha detto il Signore, lo eseguiremo e vi presteremo ascolto».
Mosè prese il sangue e ne asperse il popolo, dicendo: «Ecco il sangue dell'alleanza che il Signore ha concluso con voi sulla base di tutte queste parole!».

Salmo Responsoriale  
Dal Salmo 115
Alzerò il calice della salvezza  e invocherò il nome del Signore.
Che cosa renderò al Signore,
per tutti i benefici che mi ha fatto?
Alzerò il calice della salvezza
e invocherò il nome del Signore.

Agli occhi del Signore è preziosa
la morte dei suoi fedeli.
Io sono tuo servo, figlio della tua schiava:
tu hai spezzato le mie catene.

A te offrirò un sacrificio di ringraziamento
e invocherò il nome del Signore.
Adempirò i miei voti al Signore
davanti a tutto il suo popolo. 

Seconda Lettura  
Eb 9, 11-15

Il sangue di Cristo purificherà la nostra coscienza. 
Dalla lettera degli Ebrei
Fratelli, Cristo è venuto come sommo sacerdote dei beni futuri, attraverso una tenda più grande e più perfetta, non costruita da mano d'uomo, cioè non appartenente a questa creazione. Egli entrò una volta per sempre nel santuario, non mediante il sangue di capri e di vitelli, ma in virtù del proprio sangue, ottenendo così una redenzione eterna.
Infatti, se il sangue dei capri e dei vitelli e la cenere di una giovenca, sparsa su quelli che sono contaminati, li santificano purificandoli nella carne, quanto più il sangue di Cristo - il quale, mosso dallo Spirito eterno, offrì se stesso senza macchia a Dio - purificherà la nostra coscienza dalle opere di morte, perché serviamo al Dio vivente?
Per questo egli è mediatore di un'alleanza nuova, perché, essendo intervenuta la sua morte in riscatto delle trasgressioni commesse sotto la prima alleanza, coloro che sono stati chiamati ricevano l'eredità eterna che era stata promessa.

 Canto al Vangelo    Gv 6,51
Alleluia, alleluia.

Io sono il pane vivo disceso dal cielo, dice il Signore,
se uno mangia di questo pane vivrà in eterno. 
Alleluia.

   
Vangelo  Mc 14, 12-16. 22-26
Questo è il mio corpo. Questo è il mio sangue.
Dal vangelo secondo Marco
Il primo giorno degli Àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i discepoli dissero a Gesù: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?».
Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d'acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: "Il Maestro dice: Dov'è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?. Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi».
I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua.
Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell'alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».
Dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.

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