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domenica 10 giugno 2018

HAI FAME E SETE? / X° Domenica del T.O.




Nel brano della Genesi di oggi, nel dialogo drammatico tra Dio e l’uomo che si è nascosto ai suoi sguardi perché ha avuto paura scoprendosi nudo, e non si assume le sue responsabilità ma scarica la colpa sulla moglie, la quale scarica sul serpente, riconosciamo il nostro vivere quotidiano, il nostro mondo abituale: le tante maschere, le polemiche e le accuse reciproche, le tante bugie, i piccoli e grandi soprusi, lo scaricabarile (il Papa ha messo in guardia perfino i vescovi del Cile da questo riflesso difensivo: “io non c’entro niente, non sono stato io” ricordando la solidarietà del Corpo: se il piede non è la mano, non per questo non fa più parte del corpo e se un membro soffre, tutte le membra soffrono).
Quello che percepiamo meno è come era il mondo e la convivenza prima del peccato: la comunione felice, il perdere volentieri la vita per l’altro, la parola semplice e sempre sincera accompagnata dalla stima e dall’incoraggiamento, la non competizione ma la complementarietà… Siamo abituati al peccato e quello che è normale per Dio ci sembra anormale se non del tutto illusorio. 
Con l’evento di Gesù rientra a pieno la logica di Dio nel nostro mondo e siamo invitati a fissare lo sguardo sulle realtà invisibili, eterne.
Ma abbiamo fame e sete di Dio nella nostra vita, quando veniamo a Messa? Non siamo forse invece già sazi? Possiamo essere sazi di umiliazioni (quelle subite e quelle che ci ha inflitto il nostro peccato ripetuto) fino allo spegnersi in noi della speranza, oppure sazi di cose visibili e problemi, ridotti all’uomo a una dimensione, “mercificato e sempre più sottoposto al dominio di una scienza che s’è mutata in tecnologia e che a sua volta si è fatta politica; incatenato a una «coscienza felice in cui non c’è posto per i sensi di colpa, e il calcolo s’incarica di tenere a bada la coscienza» impedendogli così, dall’interno, ogni forma di ribellione” per dirla con Marcuse, il filosofo del ’68, oppure sazi di idee in ribellione con Dio e il trascendente. Facilmente siamo catechizzati senza accorgercene dalle false idee di libertà che fanno sembrare opprimente ogni sottomissione al reale, e presentano come retrogrado il riconoscere una natura creata, donata. Per questo, sviando il desiderio di infinito che Dio stesso ha messo nel cuore dell’uomo, si cerca una liberazione tanto totale quanto vaga e illusoria: “vietato vietare!”. La teoria del gender , la negazione della personalità umana al concepito sono contro-verità scientifiche. Ma bisogna imporle perché l’uomo (quello che ha il potere, non l’uomo indifeso, non il bambino, non il non ancora nato nel grembo della madre) deve essere libero di seguire le proprie voglie senza limiti. Questa falsa idea di liberazione senza criteri si espande in tutti i campi della vita umana, dalla famiglia alla politica, dallo sviluppo fisico allo sviluppo psicologico e spirituale.
San Paolo invece ci parla di eternità! Gesù nel Vangelo è pronto a rompere con la sua famiglia d’origine mettendo il servizio di Dio e la speranza del suo Regno come criterio di appartenenza ad una nuova comunione. San Francesco dirà: “quanto è bello dolce, glorioso, essere la madre, del Signore, suo fratello, sua sorella! …”. Ma intanto quando portiamo questa logica evangelica nei rapporti famigliari, nei nostri gruppi di amici, è come una spada che spesso incute timore e ti dicono che sei esagerato, che sei “fuori di te”.
I Santi hanno conosciuti i loro limiti, la loro debolezza, momenti di scoraggiamento o di disgusto, la paura di rimanere da soli, ma hanno mantenuti vivi grandi desideri di santità, chiedendo a Dio di accendere il loro cuore del suo amore, senza stancarsi di chiedere perdono, di invocare la grazia.

Prima Lettura  Gn 3, 9-15
Porrò inimicizia tra la tua stirpe e la stirpe della donna.

Dal libro della Genesi
Dopo che Adamo ebbe mangiato dell'albero, il Signore Dio lo chiamò l'uomo e gli disse: «Dove sei?». Rispose: «Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto». Riprese: «Chi ti ha fatto sapere che eri nudo? Hai forse mangiato dell'albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?».
Rispose l'uomo: «La donna che tu mi hai posta accanto mi ha dato dell'albero e io ne ho mangiato». Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai fatto?». Rispose la donna: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato».
Allora il Signore Dio disse al serpente:
«Poiché tu hai fatto questo,
sii tu maledetto più di tutto il bestiame
e più di tutte le bestie selvatiche;
sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai
per tutti i giorni della tua vita.
Io porrò inimicizia tra te e la donna,
tra la tua stirpe e la sua stirpe:
questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno».

Salmo Responsoriale  Dal Salmo 129
Il Signore è bontà e misericordia.

Dal profondo a te grido, o Signore;
Signore, ascolta la mia voce.
Siano i tuoi orecchi attenti
alla voce della mia preghiera.

Se consideri le colpe, Signore,
Signore, chi potrà sussistere?
Ma presso di te è il perdono:
e avremo il tuo timore.

Io spero nel Signore,
l'anima mia spera nella sua parola.
L'anima mia attende il Signore
più che le sentinelle l'aurora.

Israele attenda il Signore,
perché presso il Signore è la misericordia
e grande presso di lui la redenzione.
Egli redimerà Israele da tutte le sue colpe.

Seconda Lettura   2 Cor 4, 13 -5,1
Crediamo, perciò parliamo.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli, animati da quello stesso spirito di fede di cui sta scritto: "Ho creduto, perciò ho parlato", anche noi crediamo e perciò parliamo, convinti che colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù e ci porrà accanto a lui insieme con voi.
Tutto infatti è per voi, perché la grazia, ancora più abbondante ad opera di un maggior numero, moltiplichi l'inno di lode alla gloria di Dio.
Per questo non ci scoraggiamo, ma se anche il nostro uomo esteriore si va disfacendo, quello interiore si rinnova di giorno in giorno.
Infatti il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione, ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria, perché noi non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili. Le cose visibili sono d'un momento, quelle invisibili sono eterne. Sappiamo infatti che quando verrà disfatto questo corpo, nostra abitazione sulla terra, riceveremo un'abitazione da Dio, una dimora eterna, non costruita da mani di uomo, nei cieli.

Canto al Vangelo    Gv 15,15
Alleluia, alleluia.

Io vi ho chiamati amici, dice il Signore,
perché tutto ciò che ho udito dal Padre
ve l'ho fatto conoscere.
Alleluia.

Vangelo   Mc 3, 20-35
Satana è finito.

Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù venne con i suoi discepoli in una casa e si radunò di nuovo attorno a lui molta folla, al punto che non potevano neppure prendere cibo. Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; poiché dicevano: «E' fuori di sé».
Gli scribi, che erano discesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebul e scaccia i demòni per mezzo del principe dei demòni». Ma egli, chiamatili, diceva loro in parabole: «Come può satana scacciare satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non può reggersi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non può reggersi. Alla stessa maniera, se satana si ribella contro se stesso ed è diviso, non può resistere, ma sta per finire. Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire le sue cose se prima non avrà legato l'uomo forte; allora ne saccheggerà la casa.
In verità vi dico: tutti i peccati saranno perdonati ai figli degli uomini e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo, non avrà perdono in eterno: sarà reo di colpa eterna». Poiché dicevano: «E' posseduto da uno spirito immondo».
Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, lo mandarono a chiamare. Tutto attorno era seduta la folla e gli dissero: «Ecco tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle sono fuori e ti cercano». Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che gli stavano seduti attorno, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre».


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