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mercoledì 13 giugno 2018

SANT' ANTONIO COME SAN CASTRESE E SAN GIOVANNI PAOLO II / 13 giugno

La morte di Sant'Antonio da Camposampiero a Padova - Giorgio Trevisan.

Sant’Antonio è così famoso e amato che anche se la Chiesa propone per lui solo una memoria con le letture della feria, per la gente oggi è festa e i fedeli chiedono le letture proprie.
Queste letture indicano due aspetti dell’evangelizzatore fra’ Antonio: l’andare francescano itinerante e senza sostegni umani al di fuori della provvidenza; l’Annuncio che è gioia e potenza, cambia la vita delle persone, consola gli afflitti, li corona di gloria, libera gli schiavi, cura gli ammalati. Come sappiamo povertà ed evangelizzazione sono inseparabili, aprono al consegnarsi costante allo Spirito Santo, al lasciarsi guidare come strumenti suoi, alla preghiera.
C'è un altro particolare di sant’Antonio che lo avvicina ai due santi protettori della nostra parrocchia: come san Castrese e san Giovanni Paolo II, sant’Antonio si è offerto al martirio ma non
è morto. Anzi, dopo questa prova, si è aperto per lui un periodo di intenso e fecondo lavoro nella Chiesa e nel mondo, non cruento. Sant’Antonio (Fernando di Lisbona) prete dei canonici regolari della Santa Croce e studioso poteva vivere una vita intensa come predicatore dotto. Ma l’incontro con le salme ritornate dal Marocco dei primi martiri francescani fece nascere o rafforzò in lui il desiderio di dare la sua vita al Signore nel martirio andando a predicare il Vangelo ai saraceni. Ciò che per lui poteva essere un vanto, la sua intelligenza, la sua cultura, le relazioni e i successi, tutto considerò come spazzatura per un atto di amore e di spogliazione totale per Cristo e le anime da lui riscattate. Come sappiamo la tempesta lo allontanò dalle coste del Marocco e lo portò fortunosamente in Sicilia. Sempre pronto a fare la volontà di Dio e non la sua, Antonio si rimise all’obbedienza. Questa prese però vie non previste. Al Capitolo Generale del 1221 nessuno lo considerò, essendo sconosciuto e sembrando un novellino buono a nulla. Lui nascose i suoi studi e il suo ministero precedente. Per pietà fu accettato dal Provinciale della Romagna e mandato all’eremo di Montepaolo dove oltre a celebrare la Messa per la comunità, aggiungeva i lavori più umili alla preghiera e allo studio della Scrittura, volendo conoscere, abbracciare e amare solo Cristo crocifisso. Dopo più di un anno, obbligato dall’obbedienza a predicare nella Cattedrale di Forlì, si rivelò per quello che era. Iniziò così il suo servizio di predicatore, formatore, superiore che lo portò in mille villaggi e città di’Italia e di Francia. Fece tutto nello spirito del martirio, del distacco da sé e dell’amore concreto. In particolare, costatando la necessità che i frati fossero ben formati per contrastare le eresie anticattoliche diffuse ovunque, inaugurò a Bologna i corsi di studi di teologia per i frati.
Poteva sembrargli poca cosa. Ma il credente non cerca il successo, le grandi opere, le gesta eroiche, cerca solo di piacere al Signore. Tutto nasce dall’abbandono alla volontà di Dio e al rinnegamenti di sé. In questo Spirito possiamo e dobbiamo tutti essere portatori instancabili della Buona Notizia ovunque ci vuole il Signore.

Prima Lettura  Is 61, 1-3
Il Signore mi ha consacrato e mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai poveri.

Dal  libro del profeta Isaìa 
Lo spirito del Signore Dio è su di me
perché il Signore mi ha consacrato con l'unzione;
mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai poveri,
a fasciare le piaghe dei cuori spezzati,
a proclamare la libertà degli schiavi,
la scarcerazione dei prigionieri,
a promulgare l'anno di misericordia del Signore,
un giorno di vendetta per il nostro Dio,
per consolare tutti gli afflitti,
per allietare gli afflitti di Sion,
per dare loro una corona invece della cenere,
olio di letizia invece dell'abito da lutto,
canto di lode invece di un cuore mesto.
Essi si chiameranno querce di giustizia,
piantagione del Signore per manifestare la sua gloria. 

Salmo Responsoriale  
Dal Salmo 18
La tua legge, o Dio, è nel mio cuore.

La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l'anima;
la testimonianza del Signore è verace,
rende saggio il semplice.

Gli ordini del Signore sono giusti,
fanno gioire il cuore;
i comandi del Signore sono limpidi,
danno luce agli occhi.

Il timore del Signore è puro, dura sempre;
i giudizi del Signore sono tutti fedeli e giusti,
più preziosi dell'oro, di molto oro fino,
più dolci del miele e di un favo stillante.

Canto al Vangelo  Lc 4,18
Alleluia, alleluia.

Il Signore mi ha mandato ad annunziare ai poveri il lieto
messaggio, a proclamare ai prigionieri la liberazione.
Alleluia.
 
  
Vangelo   Lc 10,1-9
La messe è molta, ma gli operai sono pochi.

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe.
Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi.
Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l'operaio è degno della sua mercede.
Non passate di casa in casa. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi, curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Dio».


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