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giovedì 14 giugno 2018

ELIA CORSE DAVANTI AL CARRO DEL RE COME UN SERVO, PERCHE' LA MANO DEL SIGNORE ERA SU DI LUI / giovedì X° sett. T.O.



“Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli” dice Gesù, e dona alcuni esempi e consigli. Ma anche la prima lettura illustra in modo stupendo come superare la giustizia degli scribi e dei farisei.
Il re di Samaria, Acab, debole e neppure retto nel suo cuore verso il Signore, si lascia trascinare dalla moglie pagana Gezabele e “commettono ciò che è male agli occhi del Signore” distruggendo vite ma sopratutto i valori e la fede nel popolo d'Israele. In particolare Gezabele favorisce i culti pagani della fecondità e il cuore del popolo si allontana dal Signore e dai suoi comandamenti, malgrado i richiami dei profeti. Molti “salgono sul carro del potente di turno” anche perché non conviene dissentire, e alcuni rinnegano totalmente la fede diventando sacerdoti dei culti pagani, stipendiati dalla regina. Di fronte all’indurimento del cuore del re, della corte e di buona parte del popolo, Elia da parte del Signore manda questa sfida: se i vostri raccolti e la fertilità delle vostre greggi vengono dalla benevolenza degli dèi pagani – in particolare Baal – e dai loro culti, spesso orgiasti, ebbene non pioverà per anni sulla terra per ordine del Dio d'Israele. Vediamo chi esiste veramente ed è Dio in cielo.
La sfida è molto dura e genera una grandissima sofferenza nel popolo. Invece di riconoscere le proprie colpe e infedeltà, il re e la sua corte accusano il profeta Elia. È lui il malvagio che non fa piovere. E la gente si divide, commenta, parla, e ripete gli slogan della politica senza riflettere (non piove profeta ladro), confusa nel cuore “zoppicando dei due piedi” e non ritorna in modo deciso al Dio d'Israele. Sembra di assistere a certe conversazioni al bar di oggi sulla politica, la Chiesa, i valori, la società che cambia, i giovani di oggi, “è terribile, cara signora mia …”
Quando Dio vede che comunque il popolo ha sofferto tanto e che il dubbio sui comportamenti di Acab e Gezabele entra nel cuore della gente, fa questa proposta attraverso Elia: i sacerdoti di Baal offriranno un sacrificio al loro dio ma sarà lui ad accenderne miracolosamente il fuoco,  lo stesso farà Elia al Dio d'Israele che accenderà il fuoco del sacrificio. Quattrocento sacerdoti di Baal, ed Elia solo di fronte a loro! Malgrado le flagellazioni e incisioni a sangue, gli incantesimi, Baal non risponde. Il Signore, invece, alla preghiera di Elia manda un fulmine che riduce in ceneri perfino le pietre dell’altare. Quanta fede ha avuto Elia prendendo questo rischio!
Acab, il re, non fa bella figura, è ormai chiaro che tutte le sofferenze del popolo sono stati causati dai suoi peccati gravissimi ma Elia, lo tratta bene, anzi, lo invita a mangiare e bere, a fare festa, perché la prova è finita.
Finita? Mentre Acab si rilassa, Elia prega ancora, prostrato. Non si distrae nemmeno per verificare se viene la pioggia perché sa che tutto dipende da Dio e manda il suo servo a scrutare l’orizzonte.
Ma deve venire ancora il più bello. La pioggia arriva e Elia fa fretta ad Acab di andare via. Invece di salire sul carro – non è forse lui l’uomo della giornata, il vero salvatore del popolo – si cinge i fianchi e, come un servo, corre davanti al carro del re. E la Scrittura osserva: questo è il segno che “la mano del Signore fu su Elia”. Che significa? Qualcuno ben intenzionato, per molto meno avrebbe gridato: “impeachment!” E invece Elia offre a tutti lo spettacolo del rispetto per le istituzioni, per non lacerare l’unità del popolo di Dio, per lanciare un processo di riconciliazione, per lasciare che ognuno si penta davanti al Signore e lo ringrazi e non cada nella trappola del diavolo che vuole scatenare l’ira e la vendetta. Questo è veramente superare la giustizia degli scribi e i farisei. Qualcuno mi ha detto questa sera: è anticipare Gesù Cristo. Sì, questo è lo Spirito di Gesù Cristo!
Ma non è ancora finita, domani solo sapremo come il Signore porta fino in fondo il suo progetto. Non mancare! (1 Re 19)

Prima Lettura   1 Re 18, 41-46
Elìa pregò e il cielo diede la pioggia. 
Dal primo libro dei Re
In quei giorni, Elìa disse [al re] Acab: «Va’ a mangiare e a bere, perché c’è già il rumore della pioggia torrenziale». Acab andò a mangiare e a bere.
Elìa salì sulla cima del Carmelo; gettatosi a terra, pose la sua faccia tra le ginocchia. Quindi disse al suo servo: «Sali, presto, guarda in direzione del mare». Quegli salì, guardò e disse: «Non c’è nulla!». Elìa disse: «Tornaci ancora per sette volte». La settima volta riferì: «Ecco, una nuvola, piccola come una mano d’uomo, sale dal mare». Elìa gli disse: «Va’ a dire ad Acab: “Attacca i cavalli e scendi, perché non ti trattenga la pioggia!”».
D’un tratto il cielo si oscurò per le nubi e per il vento, e vi fu una grande pioggia. Acab montò sul carro e se ne andò a Izreèl. La mano del Signore fu sopra Elìa, che si cinse i fianchi e corse davanti ad Acab finché giunse a Izreèl.

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 64
A te la lode, o Dio, in Sion.
Tu visiti la terra e la disseti,
la ricolmi di ricchezze.
Il fiume di Dio è gonfio di acque;
tu prepari il frumento per gli uomini. 
Così prepari la terra:
ne irrighi i solchi, ne spiani le zolle,
la bagni con le piogge e benedici i suoi germogli.
Coroni l’anno con i tuoi benefici,
i tuoi solchi stillano abbondanza.
Stillano i pascoli del deserto
e le colline si cingono di esultanza.

Canto al Vangelo
    Gv 13,34
Alleluia, alleluia.

Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore:
come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
Alleluia.
Vangelo   Mt 5, 20-26
Chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio.
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.
Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».

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