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martedì 5 giugno 2018

È LA FAMIGLIA AD ESSERE INVISIBILE! A proposito dell'intervista al ministro Fontana.



"Ribloggo" un articolo chiaro e puntuale di Costanza Miriano (il blog di Costanza Miriano su blogspot.it. Noto con dolore che il ministro Salvini che a grezzezza difficilmente si lascia battere da qualcuno (un conto è dire che anche dalla Tunisia vengono in Italia delinquenti un conto è dire che il governo tunisino li esporta), sulle riflessioni forse non troppo elaborate ma di buon senso di Fontana si è precipitato a precisare che questi erano pensieri suoi e non del governo.

di Costanza Miriano
“Tiziano Ferro risponde al ministro contro le famiglie arcobaleno” – dice Vanity Fair – e chiede “solo di non essere invisibile”.
Allora. Innanzitutto il ministro Fontana non è contro le famiglie con due persone dello stesso sesso, solo, a una domanda fattagli al volo al telefono da una collega, ha semplicemente chiarito un dato di fatto: le famiglie “arcobaleno” (in realtà monocolore) non esistono perché neppure la legge Cirinnà osa definire famiglie due uomini e due donne che non possono generare la vita – li chiama “specifica formazione sociale ” – e non esistono neanche nella nostra legislazione perché le persone possono fare tutto quello che vogliono in privato ma non possono legalmente comprare bambini, affittare uteri e dichiararsi padri o madri di figli che non sono i loro (come non lo può fare nessuna persona anche eterosessuale che non sia unita stabilmente a una dell’altro sesso, e che non abbia superato un lungo iter grazie al quale un magistrato l'abbia valutata idonea, e uno dei criteri di buon senso è che un bambino sia affidato a un padre e a una madre).
E’ un dato di fatto. Una notazione di cronaca. (E no, è una bufala che ci siano tanti bambini negli orfanotrofi e tanti generosi omosessuali pronti ad accoglierli, a cui vengono negati a causa di noi cattivoni: sono molte più le famiglie che attendono bambini, che i bambini in cerca di famiglia).
Comunque, Tiziano Ferro che chiede di non essere considerato invisibile è davvero esilarante. Il cantante che brilla dal palco di Sanremo e che dalle pagine di Vanity Fair dichiara la sua intenzione di avere un figlio “da solo”, il che vuol dire portarlo via a una madre, quindi che annuncia il suo desiderio di fare una cosa che è contro la ragionevolezza umana, l’amore per l’umanità e al momento anche contro la legge, e ha anche il coraggio di dire che si sente invisibile, è bellissimo.
I cosiddetti diritti delle persone che provano attrazione verso lo stesso sesso hanno negli ultimi anni occupato direi militarmente  l’agenda politica dei governi di tutta Europa, pur essendo innanzitutto richieste ideologiche che avevano il solo intento (come per esempio Lo Giudice ha ammesso, e come tutti sanno) di cambiare – per legge – il modo comune di percepire l’omosessualità. I diritti infatti – convivere, intestarsi le eredità, andarsi a trovare reciprocamente all’ospedale e in carcere e moltissimi altri – già c’erano, sono per tutte le persone conviventi indipendentemente dal sesso. Inoltre sono richieste che pur interessando meno dell’1% della popolazione – visto il flop delle unioni civili successivo alla legge Cirinnà – hanno dettato l’agenda politica per mesi e mesi, occupando il Parlamento e inducendo il governo a mettere la fiducia. Il problema è che le elezioni successive a queste operazioni ideologiche, servite ad ammantare di una tonalità progressista i governi di tutta Europa, hanno tutte bocciato i governi autori di dette riforme, come sanno bene Hollande, Cameron, Zapatero, Renzi. Quindi i diritti sono solo un vezzo delle sedicenti elites progressiste, e l’ultimo problema che hanno avuto in Europa le persone omosessuali è esattamente quello di essere invisibili.
E’ così poco virile lamentarsi e fare le vittime. Siate uomini, indipendentemente dalla vostra preferenza sessuale, e abbiate il coraggio di chiamare le cose col loro nome. Ditelo: “desidero tanto un figlio anche se non lo posso fare perché non ho rapporti con le donne. Lo desidero così tanto che sono pronto a pagare una donna perché produca degli ovuli e venga operata e me li venda. E poi sono pronto a pagarne un’altra perché faccia crescere un bambino dentro di sé, lo partorisca e me lo ceda senza poterlo allattare, baciare, accudire come pure è indispensabile al bambino”. Se questo scempio vi viene negato, non siete vittime, non è crudeltà, è legittima difesa.
Nel frattempo, mentre i governi di tutta Europa spendono la loro credibilità per obbedire ai diktat Lgbt imposti dall’Europa – a Tirana campeggia una bandiera Lgbt in piazza Skanderberg: ce lo chiede l’Europa come condizione per entrare, dicono gli albanesi – le famiglie sono penalizzate fiscalmente, tanto che sempre più coppie si separano per finta, per godere dei benefici fiscali, fanno sempre meno figli (non è principalmente un problema economico ma certo qualche aiuto gioverebbe) e quelli che ci sono non riescono a uscire fuori di casa per la disoccupazione e il costo degli immobili. Sono loro, le famiglie, le vere invisibili. E la cultura radical è nemica della famiglia per una complessa serie di motivi culturali ed economici, per cui si vuole a tutti i costi impedire che il nuovo governo se ne occupi. Qualunque cosa avesse detto Fontana, sarebbe partito il tiro al bersaglio.
Io volevo dire che ho percorso l’Italia in lungo e in largo negli ultimi anni, sono andata in provincia e nelle grandi città, al nord, al centro e al sud. Anche se io parlo solo di famiglia e della mia esperienza e di vita spirituale, quando partono le domande la gente mi chiede spessissimo spiegazioni sul gender ed è lì che partono gli applausi più vigorosi. La gente, le famiglie che portano carichi seri sulle loro spalle, a volte anche carichi enormi, non ne può più di questo birignao sui diritti e si sente lasciata sola. Invito i colleghi dei giornaloni a farsi un giro con me, qualche volta, a impolverarsi le scarpe e a fare l’una di notte ad ascoltare storie. Magari scoprono una cosa incredibile: la realtà.

Quando sono arrivato in Italia, quasi quarant'anni fa, mi ha stupito vedere che un paese con forte presenza e spesso governi democristiani non facesse nulla per la famiglia, malgrado il tasso di natalità più basso del mondo dopo il Giappone. Non ci voleva grande ingegno per comprendere che tutto questo avrebbe portato inevitabilmente ad un popolo in declino numerico, a un popolo di vecchi senza dinamismo, ma nessuno voleva fare nulla. In Francia sul piano delle pensioni, come in Italia, sindacati e governi hanno girato la testa dall'altra parte, ma almeno in Francia la fiscalità e gli aiuti specifici, anche se insufficienti, erano a favore della famiglia e sostenevano quelle che avevano figli. Un popolo che non crede nella vita e non la sostiene non può avere futuro. Per noi cristiani questo ha un significato più grande: chi non crede nella vita, chi non progetta con coraggio il futuro, non crede in Dio. Quello che stupisce è che la Chiesa, che ha lottato tanto contro l'aborto, che ha fatto e fa tanto per la vita, a livello di società e di politica non abbia sollevato in modo più tenace il problema della demografia e delle famiglie numerose, del sostegno ai figli. Paura di sembrare ancora partigiani della "battaglia demografica" di fascista memoria che, effettivamente, comportava molti elementi ideologici negativi estranei al cristianesimo e al semplice buon senso? Ma non lottando per le evidenze, ci si è piegati ad una mentalità altrettanto ideologica e negativa che tende alla distruzione delle famiglie. 

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