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giovedì 21 giugno 2018

E' CERTO CHE DOPO LA MORTE ANCHE NOI VIVREMO! / letture del giovedì XI° sett. T.O.



“Beati coloro che ti hanno visto (Elìa) e si sono addormentati nell’amore, perché è certo che anche noi vivremo ma dopo la morte la nostra fama non perdurerà.” 
Questa frase scritta circa 200 anni prima di Cristo è stupenda nella sua verità.
Chi incontra un santo è contagiato dalla presenza di Dio in lui e crede in Dio e quindi crede nella vita eterna. Infatti incontrare Dio e credere nella vita eterna è la stessa cosa: significa sapere di essere amati dal Dio vivente e quindi la morte diventa promessa di “addormentarsi nell’amore”. Inoltre i doni di Dio sono senza pentimento per cui, a meno di rinnegarli, rimangono intatti anche se uno non li tiene sempre presenti alla mente e ci possono essere periodi di oscurità. Dio non rinnega i suoi doni e si spera, invece, che il beneficato li farà crescere. Anche se il vocabolario cristiano è più accurato il Siracide descrive la stessa realtà che ci offre la nostra fede. Il paradiso è per tutti, come promessa di Dio, come grazia, ma non tutti, anzi, sembra che pochissimi sono i santi, cioè quelli che rispondono alla grazia di Dio in modo tale da lasciare un segno forte, da essere di “felice memoria”, da morire in “fama di santità” chiara e duratura. Il Saggio lo comprende e se si rallegra della promessa della vita eterna, non si fa molte illusioni sul ricordo che lascerà dopo la sua morte.
Anzi, facciamo una piccola riflessione: quanto più un cristiano si cura di essere stimato al suo “giusto valore” in questa vita, di non essere giudicato, di essere “trattato come merita”, o mette in avanti i suoi successi, tanto più difficilmente scamperà al grande dimenticatoio che è la morte. Ci sono dei grandi della Storia la cui fama rimane a lungo ma perché gettano un’ombra forte sulla loro generazione e forse su tutta la Storia. Il Santo getta lui un fascio di luce. Quale ombra proietti attorno a te? Vale tanto la pena cercare di essere stimato visto quello che sei?

Prima Lettura   Sir 48, 1-14
Elìa fu assunto in un turbine ed Elisèo fu pieno dello spirito.
Dal libro del Siràcide
Sorse Elìa profeta, come un fuoco;
la sua parola bruciava come fiaccola.
Egli fece venire su di loro la carestia
e con zelo li ridusse a pochi.
Per la parola del Signore chiuse il cielo
e così fece scendere per tre volte il fuoco.
Come ti rendesti glorioso, Elìa, con i tuoi prodigi!
E chi può vantarsi di esserti uguale?
Tu hai fatto sorgere un defunto dalla morte
e dagl’inferi, per la parola dell’Altissimo;
tu hai fatto precipitare re nella perdizione
e uomini gloriosi dal loro letto
e hai annientato il loro potere.
Tu sul Sinai hai ascoltato parole di rimprovero,
sull’Oreb sentenze di condanna.
Hai unto re per la vendetta
e profeti come tuoi successori.
Tu sei stato assunto in un turbine di fuoco,
su un carro di cavalli di fuoco;
tu sei stato designato a rimproverare i tempi futuri,
per placare l’ira prima che divampi,
per ricondurre il cuore del padre verso il figlio
e ristabilire le tribù di Giacobbe.
Beati coloro che ti hanno visto
e si sono addormentati nell’amore,
perché è certo che anche noi vivremo
ma dopo la morte la nostra fama non perdurerà.
Appena Elìa fu avvolto dal turbine,
Elisèo fu ripieno del suo spirito;
nei suoi giorni non tremò davanti a nessun principe
e nessuno riuscì a dominarlo.
Nulla fu troppo grande per lui,
e nel sepolcro il suo corpo profetizzò.
Nella sua vita compì prodigi,
e dopo la morte meravigliose furono le sue opere.

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 96
Gioite, giusti, nel Signore.

Il Signore regna: esulti la terra,
gioiscano le isole tutte.
Nubi e tenebre lo avvolgono,
giustizia e diritto sostengono il suo trono.

Un fuoco cammina davanti a lui
e brucia tutt’intorno i suoi nemici.
Le sue folgori rischiarano il mondo:
vede e trema la terra.

I monti fondono come cera davanti al Signore,
davanti al Signore di tutta la terra.
Annunciano i cieli la sua giustizia,
e tutti i popoli vedono la sua gloria.

Si vergognino tutti gli adoratori di statue
e chi si vanta del nulla degli idoli.
A lui si prostrino tutti gli dèi! 

Canto al Vangelo
    Rm 8,15
Alleluia, alleluia.

Avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi,
per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!».
Alleluia.
 
Vangelo   
Mt 6, 7-15
Voi dunque pregate così.

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».


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