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mercoledì 27 giugno 2018

FALLIMENTO DELLA SOCIETA' SENZA DIO? / mercoledì XII° sett. T.O.



 Due aspetti di uno stesso movimento storico: Culto dell'Essere Supremo e Ghigliottina.
Le letture di oggi sottolineano lo stesso punto: seguire il Signore e i suoi precetti porta ad una vita buona, abbandonarlo porta al fallimento. Ma lo fanno da due approcci diversi. 
La prima lettura indica la rottura diretta del rapporto con Dio e la sua Alleanza, per cui “la collera di Dio si accende” contro il popolo infedele. È un tema delicato dove bisogna tener conto della visione dell’epoca, che metteva Dio come causa immediata di (quasi) tutto. Ma una visione più elaborata, anche grazie alle Scritture successive, non cancella Dio come regista della vita e della storia e quindi come causa almeno remota di tutto. Se Dio non vuole una cosa, almeno la permette visto che può impedire ciò che non vuole, e lo fa perché sa di poterne trarre un bene maggiore a nostro beneficio: “tutto concorre al bene di coloro che amano Dio” (Romani 8,28; vd. Giacomo 1,12),  “in ogni cosa rendete grazie; questa è infatti la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi”. (1Ts 5:18)
Il Vangelo non esclude il frutto di gioia e di pace interiore che prova direttamente chi si appoggia in tutto a Dio, ma ci orienta ad osservare i frutti nella vita sociale e personale di chi si lascia guidare dalla saggezza dei comandamenti.


Cosa ha guadagnato in felicità chi si è bruciato con la libertà che gli dava la droga o l’alcol, chi ha ucciso il proprio figlio (i propri figli) perché “il corpo è mio e ne faccio quello che voglio”, chi ha rovinato il proprio matrimonio con l’infedeltà, e si ritrova con una vita complicata o di solitudine di fronte alla vecchiaia, chi si è chiuso in se stesso o ha seguito le “sue emozioni” anche quando queste erano passioni pericolose e ha sulla coscienza vite distrutte o il tempo speso irresponsabilmente e che non torna indietro, ecc.
Di fronte alla morte rimane allora solo lo sgomento profondo di chi finisce senza Dio e senza speranza oppure la prospettiva del Suo giudizio.
So bene che si può argomentare all’infinito e che le situazioni non sono tutte così chiaramente tranciate. Ci sono anche gli scandali all’interno della Chiesa ma questo punto non cambia nulla a ciò che abbiamo detto prima, sottolinea soltanto che Dio, coerentemente, vede il cuore e non l’apparenza, cioè che ci possono essere battezzati apparentemente cristiani che non vivono l’Alleanza con Dio e, ancora, che solo Dio giudica il foro interno. Tutti rinchiusi nel peccato per usare a tutti misericordia perché il giusto mio servo vivrà mediante la fede.
Ma c'è anche la grande verità che chi segue il Signore e i suoi precetti umilmente, con costanza e coraggio, e cadendo si rialza e si getta nelle braccia della misericordia di Dio con cuore sincero, raccoglie frutti buoni per sé e per gli altri.

Che guadagno ha avuto questa società che ha voluto rigettare sempre più Dio, con i suicidi in aumento, le persone sempre più sole, sempre più in balìa del non senso dell’esistenza perché c'è solo l’io e le sue voglie, l’egoismo sempre più criterio di tutto e le disuguaglianze che sono aumentate e non diminuite?

Prima Lettura   2 Re 22,8-13; 23,1-3
Il re lesse alla presenza del popolo tutte le parole del libro dell’alleanza, trovato nel tempio del Signore e concluse l’alleanza davanti al Signore.

Dal secondo libro dei Re
In quei giorni, il sommo sacerdote Chelkìa disse allo scriba Safan: «Ho trovato nel tempio del Signore il libro della legge». Chelkìa diede il libro a Safan, che lo lesse. Lo scriba Safan quindi andò dal re e lo informò dicendo: «I tuoi servitori hanno versato il denaro trovato nel tempio e l’hanno consegnato in mano agli esecutori dei lavori, sovrintendenti al tempio del Signore». Poi lo scriba Safan annunciò al re: «Il sacerdote Chelkìa mi ha dato un libro». Safan lo lesse davanti al re.
Udite le parole del libro della legge, il re si stracciò le vesti. Il re comandò al sacerdote Chelkìa, ad Achikàm figlio di Safan, ad Acbor, figlio di Michèa, allo scriba Safan e ad Asaià, ministro del re: «Andate, consultate il Signore per me, per il popolo e per tutto Giuda, riguardo alle parole di questo libro ora trovato; grande infatti è la collera del Signore, che si è accesa contro di noi, perché i nostri padri non hanno ascoltato le parole di questo libro, mettendo in pratica quanto è stato scritto per noi». Il re mandò a radunare presso di sé tutti gli anziani di Giuda e di Gerusalemme. Il re salì al tempio del Signore; erano con lui tutti gli uomini di Giuda, tutti gli abitanti di Gerusalemme, i sacerdoti, i profeti e tutto il popolo, dal più piccolo al più grande. Lesse alla loro presenza tutte le parole del libro dell’alleanza, trovato nel tempio del Signore. Il re, in piedi presso la colonna, concluse l’alleanza davanti al Signore, per seguire il Signore e osservare i suoi comandi, le istruzioni e le leggi con tutto il cuore e con tutta l’anima, per attuare le parole dell’alleanza scritte in quel libro. Tutto il popolo aderì all’alleanza. 

Salmo Responsoriale  
 Dal Salmo 118 
Insegnami, Signore, la via dei tuoi decreti.

Insegnami, Signore, la via dei tuoi decreti
e la custodirò sino alla fine.
Dammi intelligenza, perché io custodisca la tua legge
e la osservi con tutto il cuore.

Guidami sul sentiero dei tuoi comandi,
perché in essi è la mia felicità.
Piega il mio cuore verso i tuoi insegnamenti
e non verso il guadagno.

Distogli i miei occhi dal guardare cose vane,
fammi vivere nella tua via.
Ecco, desidero i tuoi precetti:
fammi vivere nella tua giustizia.   

Canto al Vangelo 
  Gv 15,4.5
Alleluia, alleluia.

Rimanete in me e io con voi, dice il Signore;
chi rimane in me porta molto frutto.
Alleluia.

Vangelo
   Mt 7, 15-20
Dai loro frutti li riconoscerete.

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete.
Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li riconoscerete».

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