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giovedì 7 giugno 2018

VERITA' CHE DA VITA O VANE DISCUSSIONI? / giovedì IX° sett. T.O.

J. Tissot - Gesù discute con i farisei.

San Paolo ricorda a Timoteo l’essenziale del kerigma, della Buona Notizia che è talmente importante annunciare che ogni sacrificio vale la pena perché qualcuno in più possa ascoltarla. C'è un grande paradosso però: questa Buona Notizia che porta salvezza e gioia viene ostacolata e san Paolo è visto e trattato come un malfattore, un individuo pericoloso. Forse non ci facciamo tanto caso ma questo paradosso è una spada che incontra costantemente ogni evangelizzatore. Il Vangelo da fastidio, sembra troppo serio, contrario alla felicità e alla libertà, mentre è il contrario. Per verificarlo basta provare a parlare di preghiera o di fede in ambienti famigliari o di amici. Questo ci dice quanto il mondo stia “morbidamente e diffusamente” sotto il dominio del suo principe e nemico di Dio, e sopratutto quanto il Vangelo, per sua natura, arrivi subito nelle profondità dell’uomo. San Paolo si sente un peccatore, ma graziato, e non desiste di annunciare la Buona Notizia anche se la spada della Parola di Dio scruta anche lui e lo mantiene in profonda umiltà.
Troppo spesso invece noi scegliamo di evitare questa spada che accompagna sempre la Buona Notizia. Non vogliamo soffrire per il Vangelo, non vogliamo sembrare bacchettoni, non vogliamo che qualcuno ci dica: “ma guarda da quale pulpito …” "ma, perché tutti i cattolici lo fanno?", oppure ci inviti a maggiore e scomoda coerenza.
In una intervista su "Avvenire" di ieri, il Cardinale Sgreccia interrogato sulla bioetica faceva questa riflessione che vale in generale: “E’ questo un punto importante su cui non si riflette a sufficienza. … c’è un dovere per ogni comunità religiosa che ha elaborato nella sua storia una visione unitaria, di offrire il meglio di sé e ciò che la caratterizza per il bene comune e per tutti quelli che sono alla ricerca. Spesso succede che i cattolici, per timore di spaventare, cerchino di attenuare le proprie posizioni. Ciò è un errore morale: ogni comunità nel mondo pluralistico deve offrire ciò che la caratterizza e nella visione più integrale.”
Se non parliamo dell’essenziale, di ciò che ci dà veramente vita, se “non dispensiamo rettamente la parola della verità”, rischiamo molto facilmente di cadere nelle “vane discussioni, le quali non giovano a nulla se non alla rovina di chi le ascolta”. Le due cose sono legate, escludendosi a vicenda. Quante discussioni, preoccupazioni, attaccamenti inutili nella mia vita, nella mia comunità?
Il Vangelo di oggi ci mostra l’esempio contrario : uno scriba fa una domanda a Gesù, forse per metterlo alla prova, e Gesù risponde con semplicità e profondità. Questo scriba riconosce il valore e la verità della risposta di Gesù e si crea un clima di pace tra tutti i presenti, nel quale ognuno contempla la verità della risposta di Gesù e la verità di questo incontro. Nessuno se la sente più di fare polemiche con Gesù perché sente che la sua coscienza è stata messa a nudo e che ogni vana discussione avvilisce la sua dignità di credente.

Prima Lettura   2 Tm 2, 8-15
Ma la parola di Dio non è incatenata. Se moriamo con lui, con lui anche vivremo. 
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo
Figlio mio,
ricòrdati di Gesù Cristo,
risorto dai morti,
discendente di Davide,
come io annuncio nel mio Vangelo,
per il quale soffro
fino a portare le catene come un malfattore.
Ma la parola di Dio non è incatenata! Perciò io sopporto ogni cosa per quelli che Dio ha scelto, perché anch’essi raggiungano la salvezza che è in Cristo Gesù, insieme alla gloria eterna. Questa parola è degna di fede:
Se moriamo con lui, con lui anche vivremo;
se perseveriamo, con lui anche regneremo;
se lo rinneghiamo, lui pure ci rinnegherà;
se siamo infedeli, lui rimane fedele,
perché non può rinnegare se stesso.
Richiama alla memoria queste cose, scongiurando davanti a Dio che si evitino le vane discussioni, le quali non giovano a nulla se non alla rovina di chi le ascolta. Sfòrzati di presentarti a Dio come una persona degna, un lavoratore che non deve vergognarsi e che dispensa rettamente la parola della verità.

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 24
Fammi conoscere, Signore, le tue vie.

Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza.

Buono e retto è il Signore,
indica ai peccatori la via giusta;
guida i poveri secondo giustizia,
insegna ai poveri la sua via.

Tutti i sentieri del Signore sono amore e fedeltà
per chi custodisce la sua alleanza e i suoi precetti.
Il Signore si confida con chi lo teme:
gli fa conoscere la sua alleanza. 

Canto al Vangelo
    2Tm 1,10
Alleluia, alleluia.

Il salvatore nostro Cristo Gesù ha vinto la morte
e ha fatto risplendere la vita per mezzo del Vangelo.
Alleluia.


Vangelo   
Mc 12, 28b-34
Non c’è altro comandamento più grande di questi.

Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi».
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici».
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio».
E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.

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