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martedì 11 luglio 2017

PRAY ALWAYS FOR CHARLIE «la considerazione primaria è il benessere di Charlie!»

Il Giudice inglese Francis che ha condannato a morte il bambino Charlie a febbraio l’ha fatto "per il suo benessere". E dopo di lui tutti gli altri giudici hanno agito allo stesso modo.
I cattivi sono i genitori che lo vogliono con loro e cercano tutte le soluzioni ancora non inventate per salvarlo. “Make what you can’t”, (fate ciò che non potete) è buono per la Samsung e i suoi prodotti. Non è buono per la vita umana.
Il giudice è tanto dispiaciuto (egli stesso ha firmato la petizione perché sia riaperto il caso!). Dice che, magari ci fosse una terapia, ma se i genitori non provano che il loro tentativo disperato e tanto dignitoso è scientificamente sicurissimo e giova al benessere del bambino (tutte parole sue) non può permettere un altro tentativo: gli si deve staccare la spina. Il valore di una vita sta nel godimento. Non bene del bambino ma “benessere”. La vita in sé non è Bene se non è “benessere”. La sofferenza dei genitori che vogliono accompagnare il loro bambino fino alla fine, tentando l’impossibile non ha valore. Sono espropriati dal loro legame con il piccolo Charlie.
I legali dei genitori hanno voluto recusare il giudice perché troppo implicato dopo la prima sentenza, ma egli non vuole cedere il suo posto giudicandosi la persona più imparziale e idonea per giudicare di nuovo.
L’Ospedale comunica che, dopo esame, pensano che le proposte di nuove terapie non gioverebbero al “benessere” del piccolo.
Non bene della persona ma benessere. Sta lì tutta la rivoluzione della cultura della morte alla quale assistiamo in Occidente e in particolare nei nostri paesi europei.

“Pray always”, pregate incessantemente, dice Gesù. Pray always per il piccolo Charlie. La mobilitazione alla quale partecipiamo tocca le radici più profonde della nostra vita terrena e della dignità di ogni persona umana. 
Ho preso le informazioni da The Telegraf

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