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domenica 2 luglio 2017

DON MILANI NON ERA DEGNO DI GESU' CRISTO? / Domenica XIII sett. T.O.

“Chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me” dice Gesù nel Vangelo di oggi. Don Lorenzo Milani alla fine della sua vita confessò ai suoi ragazzi di averli amati più di Dio. Quindi non sarebbe degno di Cristo. Eppure, anche se dopo morte, i vari arcivescovi di Firenze e in questi giorni il vescovo di Roma stesso l’hanno indicato come esempio. Contraddizione? Annacquamento colpevole del Vangelo da parte della Chiesa? No!

D. Milani si è confrontato con il Vangelo senza minimamente volerlo annullare, e proprio per questo suo desiderio di perfezione ha la sincerità e l’umiltà di riconoscere che non è arrivato. Anche alla fine del suo percorso ha bisogno della misericordia di Dio. Pure in questa sua confessione egli è un modello per noi.


La misericordia di Dio non deve essere usata come scudo per giustificare la mediocrità o la pigrizia, ma per incoraggiare quelli che desiderano camminare anche quelli che finora hanno percorso strade sbagliate. Infatti, nella sua redazione Matteo stesso è attento a non annullare la radicalità delle prime frasi del Vangelo di oggi, ma aggiunge che chiunque farà la cosa anche la più piccola non perderà la sua ricompensa.

Santa Teresa d’Avila conosceva la sua miseria. Diceva: “sono nulla più il mio peccato”. Ma aggiungeva: “una cosa che mi ha molto aiutata è che, malgrado la mia bassezza, ho sempre avuto grandi desideri di santità”. Coraggio fratelli!

Prima Lettura  2 Re 4,8-11.14-16a
Costui è un uomo di Dio, un santo; rimanga qui.

Dal secondo libro del Re.
Un giorno Eliseo passava per Sunem, ove c'era una donna facoltosa, che l'invitò con insistenza a tavola. In seguito, tutte le volte che passava, si fermava a mangiare da lei. Essa disse al marito: «Io so che è un uomo di Dio, un santo, colui che passa sempre da noi. Prepariamogli una piccola camera al piano di sopra, in muratura, mettiamoci un letto, un tavolo, una sedia e una lampada, sì che, venendo da noi, vi si possa ritirare».
Recatosi egli un giorno là, si ritirò nella camera e vi si coricò.
Eliseo chiese a Giezi suo servo: «Che cosa si può fare per questa donna?». Il servo disse: «Purtroppo essa non ha figli e suo marito è vecchio». Eliseo disse: «Chiamala!». La chiamò; essa si fermò sulla porta. Allora disse: «L'anno prossimo, in questa stessa stagione, tu terrai in braccio un figlio».
 

Salmo Responsoriale  
Dal Salmo 88
Canterò per sempre la tua misericordia.

Canterò senza fine le grazie del Signore,
con la mia bocca annunzierò la tua fedeltà nei secoli,
perché hai detto: «La mia grazia rimane per sempre» ;
la tua fedeltà è fondata nei cieli.

Beato il popolo che ti sa acclamare
e cammina, o Signore, alla luce del tuo volto:
esulta tutto il giorno nel tuo nome,
nella tua giustizia trova la sua gloria.

Perché tu sei il vanto della sua forza
e con il tuo favore innalzi la nostra potenza.
Perché del Signore è il nostro scudo,
il nostro re, del Santo d'Israele. 

Seconda Lettura
   Rm 6, 3-4. 8-11
Per mezzo del battesimo siamo stati sepolti insieme a Cristo nella morte,
perché possiamo camminare in una vita nuova.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte. Per mezzo del battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova.
Ma se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui, sapendo che Cristo risuscitato dai morti non muore più; la morte non ha più potere su di lui. 
Per quanto riguarda la sua morte, egli morì al peccato una volta per tutte; ora invece per il fatto che egli vive, vive per Dio.
Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù. 

Canto al Vangelo
  1 Pt 2,9
Alleluia, alleluia.

Voi siete stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa;
proclamate le grandezze di Dio, che vi ha chiamato
dalle tenebre all'ammirabile sua luce.
Alleluia.



Vangelo   Mt 10, 37-42
Chi non prende la sua croce e non mi segue non è degno di me.
Chi accoglie voi, accoglie me.

Dal vangelo secondo Matteo.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me; chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me.
Chi avrà trovato la sua vita, la perderà: e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà.
Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato.
Chi accoglie un profeta come profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto come giusto, avrà la ricompensa del giusto.
E chi avrà dato anche solo un bicchiere di acqua fresca a uno di questi piccoli, perché è mio discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa». 

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