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venerdì 7 luglio 2017

PASSAGGIO DI TESTIMONE TRA LE PRIME GENERAZIONI DELLA STORIA DELLA SALVEZZA / venerdì XIII sett. T.O.

Sara ride quando i tre angeli annunciano la nascita di Isacco
Nella prima lettura vediamo il passaggio di testimone dalla prima alla seconda generazione della storia della Salvezza. Sara muore e Abramo ne fa il lutto. “Grazie alla morte di Sara” comincia a realizzarsi la promessa della Terra, a suon di denaro però, comprando una caverna e il terreno attorno. Comunque, d’ora in poi, Abramo e la sua famiglia avranno un pezzo tutto loro di questa Terra che non si dovrà mai più lasciare. Non si deve tornare indietro.

Il problema più importante però è quello delle persone. Isacco deve trovare una moglie idonea perché il progetto di Dio vada avanti. Infatti la Storia della Salvezza passa attraverso le famiglie. I bambini ebrei imparano per la Pasqua una filastrocca che dice: “cosa è Uno? – Uno è Dio che è in cielo, Uno fu e Uno è; cosa è Due – Due sono le tavole (dei comandamenti); cosa è Tre? – Tre sono i Padri (Abramo, Isacco e Giacobbe); cosa è Quattro – Quattro sono le Madri di Israele (Sara, Rebecca, Lia e Rachele, perché Giacobbe ebbe due mogli), e così via fino a tredici. Dodici sono evidentemente le Dodici Tribù … Così i bambini sono radicati nella Storia. Anche noi tramite la fede in Gesù siamo figli di Abramo, innestati nella Storia della Salvezza.


La Chiesa che ha ricevuto l’eredità della Storia della Salvezza, vive attraverso le famiglie cristiane più che attraverso preti o frati e suore. Ho messo molto tempo a comprenderlo ed è una delle rivoluzioni mentali del Concilio Vaticano II: rendersi conto che i cristiani sono un mare di laici, quasi tutti sposati e con figli e pochissimi chierici e consacrati. I “consacrati” fin dalle origini cristiane hanno avuto grande importanza, ma la chiamata alla santità non è riservata a loro. È universale e coinvolge un popolo sacerdotale, e in particolare delle famiglie che portano nella loro carne l’Alleanza, come la famiglia di Abramo. Abramo si deve preoccupare di trovare una moglie per il figlio, non innanzitutto per la sua felicità personale che certamente conta nei suoi pensieri, ma perché la Promessa di Dio, la Tradizione che egli ha iniziato in Suo Nome, vada avanti.

Isacco non dovrà sposare una cananea: troppo profondamente pagani, con valori troppo diversi. Abramo manda il suo servo Eliezer nella terra dei suoi antenati perché trovi una moglie per Isacco. Fa fremere la nostra mentalità moderna che uno possa vivere tutta la sua vita con una moglie che non ha scelto, che non ha mai vista prima, non ci ha ballato in discoteca, non hanno fatto le vacanze a Ibiza insieme dormendo nello stesso letto per vedere se sono fatti l’uno per l’altro. Certo non si tratta di fare oggi come ha fatto Abramo allora, ma di lasciarci interpellare dal messaggio della Bibbia: per costruire una famiglia contano innanzitutto i valori condivisi. 

Si deve dire questo ai giovani (e ai loro genitori, se hanno voce in capitolo. Ma pregare perché Dio guidi la scelta dei figli si può sempre fare. Con Dio si ha sempre voce in capitolo). Che i giovani sappiano che la passione e l’innamoramento sono fondamentalmente egoisti e quindi non bastano a costruire una famiglia. Quanti giovani si sposano perché lei è incinta o decidono di sposarsi basandosi sul solo innamoramento. Hanno un figlio e dopo qualche anno si separano!

Prima Lettura  Gn 23, 1-4. 10. 19; 24, 1-8. 62-67
Isacco amò Rebecca e trovò conforto dopo la morte della madre.

Dal libro della Gènesi
Gli anni della vita di Sara furono centoventisette: questi furono gli anni della vita di Sara. Sara morì a Kiriat Arbà, cioè Ebron, nella terra di Canaan, e Abramo venne a fare il lamento per Sara e a piangerla.
Poi Abramo si staccò dalla salma e parlò agli Ittiti: «Io sono forestiero e di passaggio in mezzo a voi. Datemi la proprietà di un sepolcro in mezzo a voi, perché io possa portar via il morto e seppellirlo». Abramo seppellì Sara, sua moglie, nella caverna del campo di Macpela di fronte a Mamre, cioè Ebron, nella terra di Canaan.
Abramo era ormai vecchio, avanti negli anni, e il Signore lo aveva benedetto in tutto. Allora Abramo disse al suo servo, il più anziano della sua casa, che aveva potere su tutti i suoi beni: «Metti la mano sotto la mia coscia e ti farò giurare per il Signore, Dio del cielo e Dio della terra, che non prenderai per mio figlio una moglie tra le figlie dei Cananei, in mezzo ai quali abito, ma che andrai nella mia terra, tra la mia parentela, a scegliere una moglie per mio figlio Isacco».
Gli disse il servo: «Se la donna non mi vuol seguire in questa terra, dovrò forse ricondurre tuo figlio alla terra da cui tu sei uscito?». Gli rispose Abramo: «Guàrdati dal ricondurre là mio figlio! Il Signore, Dio del cielo e Dio della terra, che mi ha preso dalla casa di mio padre e dalla mia terra natia, che mi ha parlato e mi ha giurato: “Alla tua discendenza darò questa terra”, egli stesso manderà il suo angelo davanti a te, perché tu possa prendere di là una moglie per mio figlio. Se la donna non vorrà seguirti, allora sarai libero dal giuramento a me fatto; ma non devi ricondurre là mio figlio».
[Dopo molto tempo] Isacco rientrava dal pozzo di Lacai Roì; abitava infatti nella regione del Negheb. Isacco uscì sul far della sera per svagarsi in campagna e, alzando gli occhi, vide venire i cammelli. Alzò gli occhi anche Rebecca, vide Isacco e scese subito dal cammello. E disse al servo: «Chi è quell’uomo che viene attraverso la campagna incontro a noi?». Il servo rispose: «È il mio padrone». Allora ella prese il velo e si coprì. Il servo raccontò a Isacco tutte le cose che aveva fatto. Isacco introdusse Rebecca nella tenda che era stata di sua madre Sara; si prese in moglie Rebecca e l’amò. Isacco trovò conforto dopo la morte della madre.  

Salmo Responsoriale
   Dal Salmo 105
Rendete grazie al Signore, perché è buono.


Rendete grazie al Signore, perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Chi può narrare le prodezze del Signore,
far risuonare tutta la sua lode?

Beati coloro che osservano il diritto
e agiscono con giustizia in ogni tempo.
Ricòrdati di me, Signore, per amore del tuo popolo.

Visitami con la tua salvezza,
perché io veda il bene dei tuoi eletti,
gioisca della gioia del tuo popolo,
mi vanti della tua eredità.  

Canto al Vangelo 
 Mt 11,28
Alleluia, alleluia.

Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi,
e io vi darò ristoro, dice il Signore.
Alleluia.

Vangelo   Mt 9, 9-13
Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Misericordia io voglio e non sacrifici.

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».
 Nella prima lettura vediamo il passaggio di testimone dalla prima alla seconda generazione della storia della Salvezza. Sara muore e Abramo ne fa il lutto. “Grazie alla morte di Sara” comincia a realizzarsi la promessa della Terra, a suon di denaro però, comprando una caverna e il terreno attorno. Comunque, d’ora in poi, Abramo e la sua famiglia avranno un pezzo tutto loro di questa Terra che non si dovrà mai più lasciare. Non si deve tornare indietro.

Il problema più importante però è quello delle persone. Isacco deve trovare una moglie idonea perché il progetto di Dio vada avanti. Infatti la Storia della Salvezza passa attraverso le famiglie. I bambini ebrei imparano per la Pasqua una filastrocca che dice: “cosa è Uno? – Uno è Dio che è in cielo, Uno fu e Uno è; cosa è Due – Due sono le tavole (dei comandamenti); cosa è Tre? – Tre sono i Padri (Abramo, Isacco e Giacobbe); cosa è Quattro – Quattro sono le Madri di Israele (Sara, Rebecca, Lia e Rachele, perché Giacobbe ebbe due mogli), e così via fino a tredici. Dodici sono evidentemente le Dodici Tribù … Così i bambini sono radicati nella Storia. Anche noi tramite la fede in Gesù siamo figli di Abramo, innestati nella Storia della Salvezza.

La Chiesa che ha ricevuto l’eredità della Storia della Salvezza, vive attraverso le famiglie cristiane più che attraverso preti o frati e suore. Ho messo molto tempo a comprenderlo ed è una delle rivoluzioni mentali del Concilio Vaticano II: rendersi conto che i cristiani sono un mare di laici, quasi tutti sposati e con figli e pochissimi chierici e consacrati. I “consacrati” fin dalle origini cristiane hanno avuto grande importanza, ma la chiamata alla santità non è riservata a loro. È universale e coinvolge un popolo sacerdotale, e in particolare delle famiglie che portano nella loro carne l’Alleanza, come la famiglia di Abramo. Abramo si deve preoccupare di trovare una moglie per il figlio, non innanzitutto per la sua felicità personale che certamente conta nei suoi pensieri, ma perché la Promessa di Dio, la Tradizione che egli ha iniziato in Suo Nome, vada avanti.

Isacco non dovrà sposare una cananea: troppo profondamente pagani, con valori troppo diversi. Abramo manda il suo servo Eliezer nella terra dei suoi antenati perché trovi una moglie per Isacco. Fa fremere la nostra mentalità moderna che uno possa vivere tutta la sua vita con una moglie che non ha scelto, che non ha mai vista prima, non ci ha ballato in discoteca, non hanno fatto le vacanze a Ibiza insieme dormendo nello stesso letto per vedere se sono fatti l’uno per l’altro. Certo non si tratta di fare oggi come ha fatto Abramo allora, ma di lasciarci interpellare dal messaggio della Bibbia: per costruire una famiglia contano innanzitutto i valori condivisi. 

Si deve dire questo ai giovani (e ai loro genitori, se hanno voce in capitolo. Ma pregare perché Dio guidi la scelta dei figli si può sempre fare. Con Dio si ha sempre voce in capitolo). Che i giovani sappiano che la passione e l’innamoramento sono fondamentalmente egoisti e quindi non bastano a costruire una famiglia. Quanti giovani si sposano perché lei è incinta o decidono di sposarsi basandosi sul solo innamoramento. Hanno un figlio e dopo qualche anno si separano!
Vale la pena leggere e riflettere sul modo come Eliezer sceglie Rebecca nel capitolo 24 della Genesi.


Prima Lettura  Gn 23, 1-4. 10. 19; 24, 1-8. 62-67
Isacco amò Rebecca e trovò conforto dopo la morte della madre.

Dal libro della Gènesi
Gli anni della vita di Sara furono centoventisette: questi furono gli anni della vita di Sara. Sara morì a Kiriat Arbà, cioè Ebron, nella terra di Canaan, e Abramo venne a fare il lamento per Sara e a piangerla.
Poi Abramo si staccò dalla salma e parlò agli Ittiti: «Io sono forestiero e di passaggio in mezzo a voi. Datemi la proprietà di un sepolcro in mezzo a voi, perché io possa portar via il morto e seppellirlo». Abramo seppellì Sara, sua moglie, nella caverna del campo di Macpela di fronte a Mamre, cioè Ebron, nella terra di Canaan.
Abramo era ormai vecchio, avanti negli anni, e il Signore lo aveva benedetto in tutto. Allora Abramo disse al suo servo, il più anziano della sua casa, che aveva potere su tutti i suoi beni: «Metti la mano sotto la mia coscia e ti farò giurare per il Signore, Dio del cielo e Dio della terra, che non prenderai per mio figlio una moglie tra le figlie dei Cananei, in mezzo ai quali abito, ma che andrai nella mia terra, tra la mia parentela, a scegliere una moglie per mio figlio Isacco».
Gli disse il servo: «Se la donna non mi vuol seguire in questa terra, dovrò forse ricondurre tuo figlio alla terra da cui tu sei uscito?». Gli rispose Abramo: «Guàrdati dal ricondurre là mio figlio! Il Signore, Dio del cielo e Dio della terra, che mi ha preso dalla casa di mio padre e dalla mia terra natia, che mi ha parlato e mi ha giurato: “Alla tua discendenza darò questa terra”, egli stesso manderà il suo angelo davanti a te, perché tu possa prendere di là una moglie per mio figlio. Se la donna non vorrà seguirti, allora sarai libero dal giuramento a me fatto; ma non devi ricondurre là mio figlio».
[Dopo molto tempo] Isacco rientrava dal pozzo di Lacai Roì; abitava infatti nella regione del Negheb. Isacco uscì sul far della sera per svagarsi in campagna e, alzando gli occhi, vide venire i cammelli. Alzò gli occhi anche Rebecca, vide Isacco e scese subito dal cammello. E disse al servo: «Chi è quell’uomo che viene attraverso la campagna incontro a noi?». Il servo rispose: «È il mio padrone». Allora ella prese il velo e si coprì. Il servo raccontò a Isacco tutte le cose che aveva fatto. Isacco introdusse Rebecca nella tenda che era stata di sua madre Sara; si prese in moglie Rebecca e l’amò. Isacco trovò conforto dopo la morte della madre.  

Salmo Responsoriale
   Dal Salmo 105
Rendete grazie al Signore, perché è buono.


Rendete grazie al Signore, perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Chi può narrare le prodezze del Signore,
far risuonare tutta la sua lode?

Beati coloro che osservano il diritto
e agiscono con giustizia in ogni tempo.
Ricòrdati di me, Signore, per amore del tuo popolo.

Visitami con la tua salvezza,
perché io veda il bene dei tuoi eletti,
gioisca della gioia del tuo popolo,
mi vanti della tua eredità.  

Canto al Vangelo 
 Mt 11,28
Alleluia, alleluia.

Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi,
e io vi darò ristoro, dice il Signore.
Alleluia.

Vangelo   Mt 9, 9-13
Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Misericordia io voglio e non sacrifici.

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».
 

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