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giovedì 6 luglio 2017

IL SACRIFICIO DI ABRAMO E DI ISACCO / giovedì XIII sett. T.O.

Rembrandt - Sacrificio di Isacco
Abramo non si è ingannato sulle parole del Signore: “offri in olocausto il tuo unigenito che ami”. Dio dice proprio così: “tuo unigenito”, אֶת־יְחִידְךָ, ʾet-yəẖiydəkā "il tuo unico". Non è una distrazione del traduttore, mentre sappiamo che Abramo ebbe un altro figlio, dalla schiava. Dio precisa ancora: il figlio  “che ami”. Dio sa il valore di Isacco per Abramo. Forse Dio non gli ha precisato il modo dell’olocausto, ma Abramo fa i preparativi per gli olocausti consueti e Dio non fa nulla per tranquillizzare il suo cuore sminuendo la portata del suo gesto, le immagini che assalgono la sua mente. Solo la pace della fede può sostenerlo: “Obbedienza et Pax” (era il motto del grande papa Giovanni XXIII). E Abramo che ha dubitato prima della nascita di Isacco, non dubita più. 
Abramo crede talmente nella fedeltà di Dio che dice ai suoi servi: “ci prostreremo e poi ritorneremo da voi”. Infatti credeva nella risurrezione dei morti (Ebrei 11,19). Però Dio ha bisogno non di sangue ma di cuori e invece di lasciar morire Isacco e farlo risorgere, Egli ferma il braccio di Abramo. La Fede di Abramo fa tremare ancora tutte le mamme e anche i papà. Però la ricchezza di questo dramma non si ferma lì.


Un aspetto molto importante nella tradizione ebraica, anche se non è scritto, è che si dice che Isacco fosse grandicello, forse adulto, capace sia di comprendere cosa succede che di ribellarsi ad un gesto di violenza del suo vecchio padre. Isacco non è il bambino incapace di difendersi e di comprendere perché il suo Padre si trasforma in orco in nome di un Dio che lo tradisce profondamente. Non è il bambino che vede imprimersi nel proprio sguardo immagini indelebili di “amore criminale”. Isacco conosce la sua storia, come è nato, sa dell’obbedienza a Dio che ha portato tali frutti e accetta questa obbedienza totale per sé. Infatti gli ebrei parlano dei meriti di Isacco che si aggiungono a quelli di Abramo come garanzia delle benedizioni che Dio darà ad Israele malgrado il suo peccato. 
Secondo la Tradizione Isacco stesso chiede a suo padre: “Legami forte!”. Isacco è il popolo di Israele che si offre a Dio in risposta all’Alleanza. Il popolo eletto non è passivo. Isacco è immagine di Cristo che si offre sulla croce al Padre, il quale ha offerto il suo Unigenito, il Figlio che Egli ama, all’Umanità  per salvarla, senza fermare il braccio dei carnefici.

Per completare questo quadro gli ebrei, scrutando la Scrittura, notano che solo Abramo tornò dai servi (Genesi 11,19). Perché questo? Perché dopo questa iniziazione così forte alla fede nella vita vissuta, egli vuole che Isacco sia istruito nella Sapienza e lo manda da maestri idonei. Se i nostri bambini venissero da famiglie cristiane quando arrivano al catechismo, sarebbero già forgiati nella fede e il loro apprendere le nozioni del catechismo avrebbe un’altra profondità. Purtroppo vediamo sempre di più bambini che vengono da famiglie che hanno trascurato il loro compito di trasmettere la fede ai figli. E sappiamo che, umanamente, quello che sarà seminato negli anni del catechismo, non potrà radicarsi se l’ambiente famigliare è così povero di fede vissuta. Genitori (e padrini) chiedendo il battesimo per i vostri figli voi vi siete impegnarli a educarli nella fede, a iniziarli alla Vita Cristiana fino alla Cresima per lo meno, ad imparare ad amare Dio innanzitutto e il prossimo come Cristo ci ha insegnato.


Prima Lettura   Gn 22, 1-19
Il sacrificio di Abramo, nostro padre nella fede.
Dal libro della Gènesi
In quei giorni, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: «Abramo!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Prendi tuo figlio, il tuo unigenito che ami, Isacco, va’ nel territorio di Moria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò».
Abramo si alzò di buon mattino, sellò l’asino, prese con sé due servi e il figlio Isacco, spaccò la legna per l’olocausto e si mise in viaggio verso il luogo che Dio gli aveva indicato. Il terzo giorno Abramo alzò gli occhi e da lontano vide quel luogo. Allora Abramo disse ai suoi servi: «Fermatevi qui con l’asino; io e il ragazzo andremo fin lassù, ci prostreremo e poi ritorneremo da voi». Abramo prese la legna dell’olocausto e la caricò sul figlio Isacco, prese in mano il fuoco e il coltello, poi proseguirono tutti e due insieme.
Isacco si rivolse al padre Abramo e disse: «Padre mio!». Rispose: «Eccomi, figlio mio». Riprese: «Ecco qui il fuoco e la legna, ma dov’è l’agnello per l’olocausto?». Abramo rispose: «Dio stesso si provvederà l’agnello per l’olocausto, figlio mio!». Proseguirono tutti e due insieme.
Così arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo costruì l’altare, collocò la legna, legò suo figlio Isacco e lo depose sull’altare, sopra la legna. Poi Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio.
Ma l’angelo del Signore lo chiamò dal cielo e gli disse: «Abramo, Abramo!». Rispose: «Eccomi!». L’angelo disse: «Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli niente! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unigenito».
Allora Abramo alzò gli occhi e vide un ariete, impigliato con le corna in un cespuglio. Abramo andò a prendere l’ariete e lo offrì in olocausto invece del figlio.
Abramo chiamò quel luogo “Il Signore vede”; perciò oggi si dice: «Sul monte il Signore si fa vedere».
L’angelo del Signore chiamò dal cielo Abramo per la seconda volta e disse: «Giuro per me stesso, oracolo del Signore: perché tu hai fatto questo e non hai risparmiato tuo figlio, il tuo unigenito, io ti colmerò di benedizioni e renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; la tua discendenza si impadronirà delle città dei nemici. Si diranno benedette nella tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce».
Abramo tornò dai suoi servi; insieme si misero in cammino verso Bersabea e Abramo abitò a Bersabea.

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 114
Camminerò alla presenza del Signore nella terra dei viventi.

Amo il Signore, perché ascolta
il grido della mia preghiera.
Verso di me ha teso l’orecchio
nel giorno in cui lo invocavo.

Mi stringevano funi di morte,
ero preso nei lacci degli inferi,
ero preso da tristezza e angoscia.
Allora ho invocato il nome del Signore:
«Ti prego, liberami, Signore».

Pietoso e giusto è il Signore,
il nostro Dio è misericordioso.
Il Signore protegge i piccoli:
ero misero ed egli mi ha salvato.

Sì, hai liberato la mia vita dalla morte,
i miei occhi dalle lacrime,
i miei piedi dalla caduta.
Io camminerò alla presenza del Signore
nella terra dei viventi.

Canto al Vangelo
    2 Cor 5,19
Alleluia, alleluia.

Dio ha riconciliato a sé il mondo in Cristo,
affidando a noi la parola della riconciliazione.
Alleluia.


Vangelo   
Mt 9, 1-8
Resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini.
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, salito su una barca, Gesù passò all’altra riva e giunse nella sua città. Ed ecco, gli portavano un paralitico disteso su un letto. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati».
Allora alcuni scribi dissero fra sé: «Costui bestemmia». Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: «Perché pensate cose malvagie nel vostro cuore? Che cosa infatti è più facile: dire “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ma, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati: Àlzati – disse allora al paralitico –, prendi il tuo letto e va’ a casa tua». Ed egli si alzò e andò a casa sua.
Le folle, vedendo questo, furono prese da timore e resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini.
 


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