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giovedì 20 luglio 2017

21 LUGLIO, GIORNATA DI DIGIUNO E PREGHIERA PER IL VENEZUELA

I Media ci fanno vedere già da tre mesi le proteste popolari in Venezuela e la conta dei morti (quasi 100!) per mano delle forze dell’ordine o dei gruppi paramilitari. La crisi venezuelana si trascina ormai da anni. Praticamente dalla crisi del petrolio. Il Venezuela ha molto petrolio. La salita del regime del presidente Chavez ha coinciso con una relativa ricchezza dovuta all’afflusso di entrate dovute al petrolio, ma senza vero sviluppo economico. Il suo successore, Nicolás Maduro, non ha saputo fare meglio e la crisi del prezzo del petrolio ha ingenerato un impoverimento enorme della popolazione. Attualmente in Venezuela vivono circa 33 milioni di persone, delle quali oltre l'80% è in stato di profonda povertà. 
Le ultime elezioni democratiche, già di qualche anno fa, hanno dato la maggioranza assoluta ai partiti contrari al chavismo e al presidente Maduro in particolare, reclamandone l’uscita di scena. Purtroppo le posizioni si sono irrigidite da entrambi le parti e il regime ha rifiutato sistematicamente gli aiuti internazionali, anche della Caritas, aggravando la crisi che ha portato ad un’inflazione del 700% ed alla mancanza quasi totale di cibo e medicinali. 

Domenica 16 luglio la popolazione ha partecipato al referendum autoconvocato dalle forze di opposizione per esprimere un voto sulla proposta del presidente Maduro di modificare la Costituzione. La consultazione, osteggiata dal governo ma sostenuta dai vertici della Chiesa venezuelana, ha raccolto il 98% di voti contrari su 7 milioni di voti espressi. Tuttavia questa netta maggioranza è rimasta inascoltata; anzi, gruppi paramilitari hanno attaccato diversi seggi, fra cui quello allestito nei pressi della Chiesa di Nostra Signora del Carmelo dove stava celebrando la messa il cardinale Jorge Urosa Savino, arcivescovo di Caracas. 

Domani 21 luglio sarà una giornata di digiuno e di preghiera per la libertà, la giustizia e la pace in Venezuela, promossa dalla Conferenza episcopale per «chiedere a Dio di benedire gli sforzi dei venezuelani» tesi alla convivenza fraterna nel Paese attraversato da una profonda crisi civile, sociale ed economica. Ogni diocesi e parrocchia del Paese la vivrà attraverso processioni, veglie, messe, momenti di preghiera. I vescovi invitano i venezuelani a «non lasciarsi rubare la speranza che rende possibile, con l’aiuto di Dio, ciò che sembra impossibile, per comunicare la speranza ed essere protagonisti di questo momento storico e del futuro del nostro paese». 


Perché non associarci liberamente a questa iniziativa di digiuno e preghiera?

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