Visualizzazioni totali

martedì 18 luglio 2017

PUO' UNA PERSONA ESSERE MITE E DIRE: "GUAI A TE"? / martedì XV sett. T.O.

Gesù nel Vangelo se la prende con le città dove ha iniziato la sua predicazione. Una nota napoletana per sorridere: in greco, “Guai!” si dice “οὐαί (e si pronuncia “uaj”).

Gesù rimprovera fortemente le città nelle quali ha compiuto maggiori prodigi perché non si sono convertite. Come mai Gesù dolce rimprovera? Bisogna leggere tutto il Vangelo senza annullare nessuna parola per far apparire il Volto autentico e completo di Gesù. Anzi, bisogna leggere tutta la Bibbia. Quando qualcuno mi dice: Gesù è misericordioso ma il Dio dell’Antico Testamento è duro, io so che, come minimo, non ha mai letto l’Antico Testamento e probabilmente non ha letto neppure il Nuovo Testamento. Il Nome di Dio nell’Antico Testamento è “Il Misericordioso” ed è lo stesso Dio di Gesù Cristo.
C'è una chiave per spiegare i diversi atteggiamenti di Gesù? Sì, Gesù si comporta a seconda delle persone che lo ascoltano e della situazione in cui si trovano, perché Egli ama, sempre, incondizionatamente, ti vuole salvare e si rivolge alla tua libertà. Gesù rimprovera le città che hanno visto molti segni. Non rimprovera coloro che sono “come pecore senza pastore”. Dei pagani che lo crocifiggono dirà : “Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno”. Dei Sommi Sacerdoti che l’hanno consegnato a Pilato dirà che hanno un peccato più grande (Giovanni 19,11). A coloro che pretendono di sapere, di “vedere”, dice: “il vostro peccato rimane”, e così via. È a ragion veduta che Gesù rimprovera queste città per scuoterle.

Il mio primo incontro con il Signore è stato solo di luce e pace. Eppure facevo tanti peccati. Ma “non
sapevo quello che facevo”. Poi, purtroppo, mi sono allontanato, andando dietro agli idoli. Il secondo incontro è stato più difficile proprio perché ero più responsabile. Anche se il Signore non mi ha limitato il suo amore. E adesso, dopo una vita intera vissuta con tanti peccati mentre dovrei essere santo in tutto? Confido pienamente nella sua misericordia. Lui sa meglio di me dove sono veramente colpevole e dove lo sono di meno. Comunque mi vuole salvare. Per questo esiste il purgatorio. Quando mi rimprovera, mi offre subito la sua misericordia al primo cenno di pentimento sincero.

Io (il cristiano, il sacerdote) devo rimproverare? Sì, ma con la mitezza e l’umiltà di Gesù. Per l’umiltà che non ho, sono aiutato dalla consapevolezza di avere io la trave e gli altri, tutti gli altri, una pagliuzza leggera, leggera. Guai se lo dimenticassi.

Il sacerdote deve dire la verità ma chi ha sempre il rimprovero in bocca non segue lo Spirito di Gesù. Non bisogna nemmeno scimmiottare la personalità degli altri. Quando padre Pio ha cominciato ad avere tanto successo in confessionale alcuni suoi confratelli, in totale buona fede, hanno cominciato anche loro a sbattere lo sportello del confessionale come lui ecc. Infatti, vedendo un frate più santo di loro che otteneva frutti, pensavano: finora ho sbagliato, è lui che ha ragione lo devo imitare. Padre Pio disse loro: io faccio così perché è il mio modo. Non dovete imitarmi in gesti che non sono vostri.


Prima Lettura  Es 2, 1-15
Lo chiamò Mosè perché l'aveva tratto dalle acque; cresciuto in età, egli si recò dai suoi fratelli.

Dal libro dell'Èsodo
In quei giorni, un uomo della famiglia di Levi andò a prendere in moglie una discendente di Levi. La donna concepì e partorì un figlio; vide che era bello e lo tenne nascosto per tre mesi. Ma non potendo tenerlo nascosto più oltre, prese per lui un cestello di papiro, lo spalmò di bitume e di pece, vi adagiò il bambino e lo depose fra i giunchi sulla riva del Nilo. La sorella del bambino si pose a osservare da lontano che cosa gli sarebbe accaduto.
Ora la figlia del faraone scese al Nilo per fare il bagno, mentre le sue ancelle passeggiavano lungo la sponda del Nilo. Ella vide il cestello fra i giunchi e mandò la sua schiava a prenderlo. L’aprì e vide il bambino: ecco, il piccolo piangeva. Ne ebbe compassione e disse: «È un bambino degli Ebrei». La sorella del bambino disse allora alla figlia del faraone: «Devo andare a chiamarti una nutrice tra le donne ebree, perché allatti per te il bambino?». «Va’», rispose la figlia del faraone. La fanciulla andò a chiamare la madre del bambino. La figlia del faraone le disse: «Porta con te questo bambino e allattalo per me; io ti darò un salario». La donna prese il bambino e lo allattò.
Quando il bambino fu cresciuto, lo condusse alla figlia del faraone. Egli fu per lei come un figlio e lo chiamò Mosè, dicendo: «Io l’ho tratto dalle acque!».
Un giorno Mosè, cresciuto in età, si recò dai suoi fratelli e notò i loro lavori forzati. Vide un Egiziano che colpiva un Ebreo, uno dei suoi fratelli. Voltatosi attorno e visto che non c’era nessuno, colpì a morte l’Egiziano e lo sotterrò nella sabbia.
Il giorno dopo uscì di nuovo e vide due Ebrei che litigavano; disse a quello che aveva torto: «Perché percuoti il tuo fratello?». Quegli rispose: «Chi ti ha costituito capo e giudice su di noi? Pensi forse di potermi uccidere, come hai ucciso l’Egiziano?». Allora Mosè ebbe paura e pensò: «Certamente la cosa si è risaputa».
Il faraone sentì parlare di questo fatto e fece cercare Mosè per metterlo a morte. Allora Mosè fuggì lontano dal faraone e si fermò nel territorio di Madian.

Salmo Responsoriale
   Dal Salmo 68
Voi che cercate Dio, fatevi coraggio.

Affondo in un abisso di fango,
non ho nessun sostegno;
sono caduto in acque profonde
e la corrente mi travolge.

Ma io rivolgo a te la mia preghiera,
Signore, nel tempo della benevolenza.
O Dio, nella tua grande bontà, rispondimi,
nella fedeltà della tua salvezza.

Io sono povero e sofferente:
la tua salvezza, Dio, mi ponga al sicuro.
Loderò il nome di Dio con un canto,
lo magnificherò con un ringraziamento.

Vedano i poveri e si rallegrino;
voi che cercate Dio, fatevi coraggio,
perché il Signore ascolta i miseri
e non disprezza i suoi che sono prigionieri. 

Canto al Vangelo 
 Sal  94  
Alleluia, alleluia.

Oggi non indurite il vostro cuore,
ma ascoltate la voce del Signore.
Alleluia.

Vangelo 
  Mt 11, 20-24
Nel giorno del giudizio, Tiro e Sidòne e la terra di Sòdoma saranno trattate meno duramente di voi.

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite:
«Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi.
E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te».

Nessun commento:

Posta un commento