Stupore davanti alla manifestazione inattesa di Dio e alla sua gloria, sentimento di inadeguatezza - nella luce dello Spirito Santo l’uomo vede non solo la sua piccolezza ma anche il suo peccato - rassicurazione di Dio che santifica gratuitamente e risposta positiva dell’uomo che si mette alla scuola del Dio che si rivela e lo serve.
Questo è quello che in forme leggermente diverse (Paolo ricorda un momento già passato) ci propongono le tre letture oggi.
Senza la conoscenza di Dio, senza l’incontro con lui, non c'è cristianesimo. Questo incontro non è riservato a pochi soggetti. S. Paolo menziona i “più di cinquecento fratelli in una sola volta”. Senza poter attingere ad un incontro reale con lui l’uomo di buona volontà non ha la forza di compiere con umiltà e perseveranza la Legge della sua coscienza. Ma soprattutto la lotta perde il suo senso. Si constata molto rapidamente che gli altri non vogliono andare fino in fondo e il sentimento di solitudine e di indegnità personale spengono l’entusiasmo iniziale.
Gli ostacoli più grossi all’incontro con Dio sono da una parte il non accettare le sorprese di Dio. Voglio che Dio mi appaia solo nel modo e le forme che dico io oppure mi faccia quella grazia che gli chiedo. Anch’io all’inizio speravo avere una visione di angeli o almeno una luce del cielo per confermarmi la verità della fede. Dio non ha agito così e non subito l’ho riconosciuto quando agiva nella mia vita. Un altro ostacolo è il senso di colpa, di indegnità, non superato, mentre il Signore ci invita alla vita nuova. Talvolta è l’insegnamento che ricevo in famiglia, in parrocchia, che mi fa credere che non posso avere un rapporto diretto con Dio e mi spinge al fideismo citando falsamente: “beati quelli che pur non avendo visto crederanno!" (Giovanni 20,29). Infine chiaramente c'è l’egoismo di non mettersi a disposizione di Dio e del suo Regno: o io oppure Dio. Dio non fa sempre cose straordinarie ma parla sempre ai suoi figli che lo cercano.
Tutti abbiamo difficoltà nell’aprirci a Dio. Questo ci aiuta a non giudicare nessuno ma non ci scoraggia nel cercare il vero incontro con Dio che segue sempre questo movimento: Dio prende l’iniziativa nel manifestarsi nei modi che sceglie, e l’uomo confrontandosi con lui ne esce trasformato.
Dal libro del profeta Isaìa Is 6,1-2a.3-8
Nell’anno in cui morì il re Ozìa, io vidi il Signore seduto su un trono alto ed elevato; i lembi del suo manto riempivano il tempio. Sopra di lui stavano dei serafini; ognuno aveva sei ali. Proclamavano l’uno all’altro, dicendo:
«Santo, santo, santo il Signore degli eserciti! Tutta la terra è piena della sua gloria».
Vibravano gli stipiti delle porte al risuonare di quella voce, mentre il tempio si riempiva di fumo. E dissi: «Ohimè! Io sono perduto, perché un uomo dalle labbra impure io sono e in mezzo a un popolo dalle labbra impure io abito; eppure i miei occhi hanno visto il re, il Signore degli eserciti».
Allora uno dei serafini volò verso di me; teneva in mano un carbone ardente che aveva preso con le molle dall’altare. Egli mi toccò la bocca e disse:
«Ecco, questo ha toccato le tue labbra, perciò è scomparsa la tua colpa e il tuo peccato è espiato».
Poi io udii la voce del Signore che diceva: «Chi manderò e chi andrà per noi?». E io risposi: «Eccomi, manda me!».
Dal Salmo 137 (138) R. Cantiamo al Signore, grande è la sua gloria.
Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore: hai ascoltato le parole della mia bocca. Non agli dèi, ma a te voglio cantare, mi prostro verso il tuo tempio santo. R.
Rendo grazie al tuo nome per il tuo amore e la tua fedeltà: hai reso la tua promessa più grande del tuo nome. Nel giorno in cui ti ho invocato, mi hai risposto, hai accresciuto in me la forza. R.
Ti renderanno grazie, Signore, tutti i re della terra, quando ascolteranno le parole della tua bocca. Canteranno le vie del Signore: grande è la gloria del Signore! R.
La tua destra mi salva. Il Signore farà tutto per me. Signore, il tuo amore è per sempre: non abbandonare l’opera delle tue mani. R.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi 1Cor 15,1-11
Vi proclamo, fratelli, il Vangelo che vi ho annunciato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi e dal quale siete salvati, se lo mantenete come ve l’ho annunciato. A meno che non abbiate creduto invano!
A voi infatti ho trasmesso, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto, cioè che Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture e che fu sepolto e che è risorto il terzo giorno secondo le Scritture e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici.
In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto.
Io infatti sono il più piccolo tra gli apostoli e non sono degno di essere chiamato apostolo perché ho perseguitato la Chiesa di Dio. Per grazia di Dio, però, sono quello che sono, e la sua grazia in me non è stata vana. Anzi, ho faticato più di tutti loro, non io però, ma la grazia di Dio che è con me.
Dunque, sia io che loro, così predichiamo e così avete creduto.
Acclamazione al Vangelo Alleluia, alleluia. Venite dietro a me, dice il Signore, vi farò pescatori di uomini. (Mt 4,19) Alleluia.
Dal Vangelo secondo Luca Lc 5,1-11
In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.
Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini».
E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
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