Santi: maestri e modelli
La Chiesa, riconoscendo la santità eroica di Sacerdoti che, maestri e modelli, ci hanno preceduto nel cammino verso il Paradiso, dona insegnamenti che bisogna fare propri. Tra le tante e sante figure di Sacerdoti esorcisti, si ricorda qui san Vincenzo Pallotti[24], al quale la Regina degli Apostoli avrebbe detto: «Voglio insegnarti, o figlio, una dottrina che nel mondo è quasi sconosciuta, o almeno poco considerata: ogni operazione proprio perché fatta dell’Eterno Verbo Incarnato acquista incomprensibili gradi di dignità nella sua Chiesa; impara, quindi, a conoscere sempre più la sublimità dell’Ufficio di esorcista, proprio perché questo Ufficio fu esercitato dal Divin Redentore»[25].
La sublimità dell’ufficio di Esorcista
Ricordino i Sacerdoti chiamati al Ministero dell’esorcismo che, come il Signore Gesù non volle esimersi dall’essere tentato, così anch’essi sono soggetti all’azione ordinaria del demonio, azione che non può essere vinta senza grande fede e profonda umiltà. Sia loro d’esempio il fondatore dei Pallottini, il quale, in occasione di un esorcismo su un santo prete che, dopo essersi dedicato per molto tempo e con frutto alla predicazione delle missioni popolari, subì anche l’azione straordinaria del demonio per 13 anni[26], scrisse questa preghiera: «Non io, ma Dio Padre, Dio Figlio, Dio Spirito Santo comanda, o demonio, a te e ai tuoi satelliti di non sottovalutare alcun ordine. Non farete alcun male a questo dilettissimo servo di Dio A.G.; non gli impedirete alcun esercizio di pietà e non parlerete, se non interrogati». Questa preghiera manifesta, allo stesso tempo, la grande umiltà del Sacerdote romano – che ogni esorcista deve fare propria – e la robusta confidenza verso la Trinità Santissima.
Il più povero dei poveri
Nella presentazione del Rito degli esorcismi a cura dalla Conferenza Episcopale Italiana è ricordato che «il fedele che chiede l’esorcismo è un membro della comunità, uno di quei membri che la comunità deve amare di un amore preferenziale: quando è in potere del Maligno, infatti, egli è il più povero dei poveri, bisognoso di aiuto, di comprensione, di consolazione. Il Ministero dell’esorcista, perciò, oltre che di liberazione, è anche un Ministero di consolazione»[27]. Per tale ragione, ricordando le parole di san Giovanni della Croce che «alla sera sarai esaminato sull’amore», l’esorcista non può non lasciarsi guidare da questi sentimenti verso i fratelli che vivono questa straordinaria forma di sofferenza, in modo che ad essi e al mondo «sia resa testimonianza alla presenza di Cristo Salvatore che ha vinto ogni potere nemico della vita»[28].
[24] San Vincenzo Pallotti (nato a Roma il 21 aprile 1795 e morto sempre a Roma il 22 gennaio 1850) è stato un Sacerdote e fondatore della Società dell’Apostolato Cattolico, proclamato santo da Papa San Giovanni XXIII nel 1963.
[25] Amoroso F., San Vincenzo Pallotti romano, San Paolo Editore, Cinisello Balsamo (MI) 2004, p. 48.
[26] Questo fatto raccontato nella vita di San Vincenzo Pallotti ricorda che non sempre l’azione straordinaria del demonio è causata dalla propria responsabilità; in alcuni casi, come in questo, è l’infinita Provvidenza divina che permette tali sofferenze, offerte in atto di riparazione, con il fine di un bene maggiore. Nel fatto qui raccontato le cronache del tempo riferiscono di come il demonio, durante l’esorcismo, si indugiò a mettere in evidenza gli abusi commessi dalla gerarchia, dai religiosi e dal popolo al fine di potersi emendare e cambiare vita (Cfr. Amoroso F.,San Vincenzo Pallotti, Edizioni San Paolo, 2004, p. 49).
[27] Conferenza Episcopale Italiana, Rito degli esorcismi e preghiere per circostanze particolari, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2001, n. 16.
[28] Ivi, n. 17.
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