Il “tamerisco nella steppa” e “l'albero piantato lungo un corso d’acqua”: immagini bellissime e potenti che dicono quanto è importante e benefico appoggiarsi al Signore. "Nella conversione e nella calma sta la vostra salvezza, nell`abbandono confidente sta la vostra forza". (Isaia 30,15). Se “il Signore è la sua fiducia” l’uomo vive meglio, non teme le incertezze della vita. Tanto che Pascal afferma che anche da non credente conviene seguire il Vangelo: la vita terrena sarà migliore.
Ma perché allora san Paolo sembra dire il contrario? “Se noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto per questa vita, siamo da commiserare più di tutti gli uomini”, fino a concludere in modo molto pratico: “Se soltanto per ragioni umane io avessi combattuto a Efeso contro le belve, a che mi gioverebbe? Se i morti non risorgono, mangiamo e beviamo, perché domani moriremo”. (1 Corinzi 15, 32). San Paolo non dice che non conviene riporre la propria fiducia nel Signore, anzi! Ma dice che per chi intende seguire fino in fondo la santità della vita cristiana e la sua inevitabile battaglia contro il Male assoluto, solo la prospettiva e la potenza della Risurrezione permettono di farlo.
Purtroppo troppi, anche vescovi, predicano che per essere cristiani bisogna fare una scelta coraggiosa, una scelta impegnativa. Non c'è nulla di più falso e di più dannoso. Anche se le persone dicono compiaciute : “è vero : volere è potere! Gesù merita il mio impegno… “ rimangono solo parole al vento perché nessuno è così coraggioso, e soprattutto altruista da sacrificarsi per il prossimo che non mostrerà gratitudine (Romani 5,7-8). Ognuno si accontenterà del "minimo sindacale".
Non si diventa cristiani per un “imperativo etico”, per un eroismo morale, ma per un incontro con l'Amore, per la coscienza di aver trovato il tesoro da conquistare o custodire ad ogni costo, come quel tale che vende tutto per comprare il campo dove sta il tesoro (Matteo 13, 44). Spesso questa presa di coscienza avviene a piccoli passi ma c'è poco da fare, “Là dov'è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore” (Matteo 6, 21). Ho rivisto i miei inizi in una frase di don Tonino Bello: “Se vi innamoraste di Gesù come nella vita vi siete innamorati di una creatura o di una povera idea, il mondo cambierebbe”. Il monaco che mi aiutava a discernere la mia vocazione mi diceva: “ogni amore è cacciato solo da un amore più grande”. Sant’Agostino conferma che la conversione si produce solo con l’incontro con Cristo, come frutto della Grazia e non dell’impegno predicato dai pelagiani. Santa Teresina diceva: “il tuo amore è cresciuto con me”. San Francesco lasciò la carriera delle armi perché gli venne promesso di servire non un altro servo ma il Re stesso e questo lo portò a scoprire “l’amore non amato”. Non ricevette le stigmate perché voleva cambiare il mondo pieno di infelicità, ma perché voleva conoscere dall’interno l'amore e il dolore provato da Cristo nel salire sulla croce per salvarci. Il dio del dovere, il dio del “noi cristiani dobbiamo”, il dio di chi fa carriera o vuole cambiare il mondo e non si ferma in adorazione, nel confronto gratuito con il Vangelo, è un dio di morte. Prima di essere coerente il cristiano è fedele all’Alleanza con il Dio che lo ama gratuitamente.
Maledetto chi confida nell’uomo; benedetto chi confida nel Signore.
Dal libro del profeta Geremìa Ger 17,5-8
Così dice il Signore: «Maledetto l’uomo che confida nell’uomo, e pone nella carne il suo sostegno, allontanando il suo cuore dal Signore. Sarà come un tamarisco nella steppa; non vedrà venire il bene, dimorerà in luoghi aridi nel deserto, in una terra di salsedine, dove nessuno può vivere.
Benedetto l’uomo che confida nel Signore e il Signore è la sua fiducia. È come un albero piantato lungo un corso d’acqua, verso la corrente stende le radici; non teme quando viene il caldo, le sue foglie rimangono verdi, nell’anno della siccità non si dà pena, non smette di produrre frutti».
Salmo Responsoriale Dal Sal 1 R. Beato l’uomo che confida nel Signore.
Beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi, non resta nella via dei peccatori e non siede in compagnia degli arroganti, ma nella legge del Signore trova la sua gioia, la sua legge medita giorno e notte. R.
È come albero piantato lungo corsi d’acqua, che dà frutto a suo tempo: le sue foglie non appassiscono e tutto quello che fa, riesce bene. R.
Non così, non così i malvagi, ma come pula che il vento disperde; poiché il Signore veglia sul cammino dei giusti, mentre la via dei malvagi va in rovina. R.
Seconda Lettura Se Cristo non è risorto, vana è la nostra fede.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi 1Cor 15,12.16-20
Fratelli, se si annuncia che Cristo è risorto dai morti, come possono dire alcuni tra voi che non vi è risurrezione dei morti? Se infatti i morti non risorgono, neanche Cristo è risorto; ma se Cristo non è risorto, vana è la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati. Perciò anche quelli che sono morti in Cristo sono perduti.
Se noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto per questa vita, siamo da commiserare più di tutti gli uomini.
Ora, invece, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti.
Acclamazione al Vangelo Alleluia, alleluia. Rallegratevi ed esultate, dice il Signore, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. (Lc 6,23ab) Alleluia.
Vangelo Beati i poveri. Guai a voi, ricchi.
Dal Vangelo secondo Luca Lc 6,17.20-26
In quel tempo, Gesù, disceso con i Dodici, si fermò in un luogo pianeggiante. C'era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne.
Ed egli, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:
«Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio.
Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati.
Beati voi, che ora piangete, perché riderete.
Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell'uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.
Ma guai a voi, ricchi, perché avete già ricevuto la vostra consolazione.
Guai a voi, che ora siete sazi, perché avrete fame.
Guai a voi, che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete.
Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».
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