La gente pensa ai “bisogni primari”: mangiare, vestirsi, coprirsi, lavorare, trovare l’amore, e sopra ogni cosa la salute, ecc. La gente parte da lì, in particolare nella preghiera: chiede le grazie. Anche Dio pensa ai “bisogni primari”: sa che ne abbiamo bisogno. Anzi, nel Vangelo di oggi della moltiplicazione dei pani, Gesù è attento, osserva che alcuni sono venuti da lontano.... e provvede. Tutto potrebbe dunque andare per il meglio.
Purtroppo Geroboamo nella prima lettura dimentica che è Dio che gli ha concesso il governo di dieci tribù. E fa un ragionamento umano. La gente ha bisogno di pregare, di chiedere le grazie, qualcuno forse pregherà anche per poesia… Comunque, se il Tempio è solo a Gerusalemme, la gente andrà lì e il re di Giuda non perderà certamente l’occasione di fare propaganda. Conviene creare altri templi. Non era un ragionamento stupido. La gente non è stupida. Ma se ragioni senza Dio, sei stupido di fronte alla vita. Questo è la prima verità. Quello che fece Geroboamo, consigliato da altri che ragionavano senza Dio fu la sua perdita. Vedi anche: La Gioia del Vangelo: SE SEI MESSO ALLE STRETTE, A CHI TI AFFIDI? / sabato V sett. T.O. (2018).
Eppure la sua nuova organizzazione religiosa ebbe
successo. La gente andò a Betel, a Dan, e ad altri luoghi secondari, con sacerdoti
improvvisati e non appartenenti alla tribù dei Leviti. La seconda verità è che
la gente si lascia guidare senza riflettere, soprattutto se si propone loro
il metodo infallibile per avere le grazie, tutto ciò che è centrato su “mangiare,
vestirsi, coprirsi, lavorare, trovare l’amore, e sopra ogni cosa la
salute, ecc.” Il pullulare di gruppi cristiani “cattolici”, spesso con “mistici”
e gente “ispirata”, ecc., nelle parrocchie
o virtuali, ne è la continua e triste prova. “Non rifiutare questo avviso di
benedizione speciale e tra due ore avrai un grande miracolo” ho letto tra altre
cose ancora questa mattina. La verità 2 bis è dunque che essere la guida degli
altri è una grandissima responsabilità. San Francesco lo sapeva bene che conclude
la Regola con queste parole: “affinché sempre sudditi e
soggetti ai piedi della medesima santa Chiesa, stabili nella fede cattolica,
osserviamo la povertà, l’umiltà e il santo Vangelo del Signor nostro Gesù
Cristo, che abbiamo fermamente promesso”, e nel Testamento indica misure, sorprendenti
per la sua figura tradizionale, contro i frati che “non fossero cattolici” da tenere
imprigionati!
Prima
Lettura 1 Re 12,26-32; 13,33-34
Geroboàmo preparò due vitelli d’oro: ne collocò uno a Betel e
l’altro lo mise a Dan.
Dal primo libro dei Re
In quei giorni, Geroboàmo, [re d’Israele], pensò: «In questa situazione il regno potrà tornare alla casa di Davide. Se questo popolo continuerà a salire a Gerusalemme per compiervi sacrifici nel tempio del Signore, il cuore di questo popolo si rivolgerà verso il suo signore, verso Roboàmo, re di Giuda; mi uccideranno e ritorneranno da Roboàmo, re di Giuda».
Consigliatosi, il re preparò due vitelli d’oro e disse al popolo: «Siete già saliti troppe volte a Gerusalemme! Ecco, Israele, i tuoi dèi che ti hanno fatto salire dalla terra d’Egitto». Ne collocò uno a Betel e l’altro lo mise a Dan. Questo fatto portò al peccato; il popolo, infatti, andava sino a Dan per prostrarsi davanti a uno di quelli.
Egli edificò templi sulle alture e costituì sacerdoti, presi da tutto il popolo, i quali non erano discendenti di Levi. Geroboàmo istituì una festa nell’ottavo mese, il quindici del mese, simile alla festa che si celebrava in Giuda. Egli stesso salì all’altare; così fece a Betel per sacrificare ai vitelli che aveva eretto, e a Betel stabilì sacerdoti dei templi da lui eretti sulle alture.
Geroboàmo non abbandonò la sua via cattiva. Egli continuò a prendere da tutto il popolo i sacerdoti delle alture e a chiunque lo desiderava conferiva l’incarico e quegli diveniva sacerdote delle alture. Tale condotta costituì, per la casa di Geroboàmo, il peccato che ne provocò la distruzione e lo sterminio dalla faccia della terra.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 105
Ricòrdati di noi, Signore, per amore del tuo popolo.
Abbiamo
peccato con i nostri padri,
delitti e malvagità abbiamo commesso.
I nostri padri, in Egitto,
non compresero le tue meraviglie.
Si
fabbricarono un vitello sull’Oreb,
si prostrarono a una statua di metallo;
scambiarono la loro gloria
con la figura di un toro che mangia erba.
Dimenticarono
Dio che li aveva salvati,
che aveva operato in Egitto cose grandi,
meraviglie nella terra di Cam,
cose terribili presso il Mar Rosso.
Canto al Vangelo Mt 4,4
Alleluia, alleluia.
Non di solo pane vivrà l’uomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.
Alleluia.
Vangelo Mc 8, 1-10
Mangiarono a sazietà.
Dal
vangelo secondo Marco
In quei giorni, poiché vi era di nuovo molta folla e non avevano da mangiare,
Gesù chiamò a sé i discepoli e disse loro: «Sento compassione per la folla;
ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Se li rimando
digiuni alle loro case, verranno meno lungo il cammino; e alcuni di loro sono
venuti da lontano».
Gli risposero i suoi discepoli: «Come riuscire a sfamarli di pane qui, in un
deserto?». Domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette».
Ordinò alla folla di sedersi per terra. Prese i sette pani, rese grazie, li
spezzò e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero; ed essi li
distribuirono alla folla. Avevano anche pochi pesciolini; recitò la benedizione
su di essi e fece distribuire anche quelli.
Mangiarono a sazietà e portarono via i pezzi avanzati: sette sporte. Erano
circa quattromila. E li congedò.
Poi salì sulla barca con i suoi discepoli e subito andò dalle parti di
Dalmanutà.
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