La presenza di Dio durante la vita di Abramo era
quasi esclusivamente una voce, una promessa custodita nel cuore, con pochi
segni esterni, ma parole che si realizzavano come alle querce di Mamre per Sodoma
e Gomorra e soprattutto con la nascita di Isacco. I discendenti di Abramo avevano
pochi semplici memoriali come pietre, alzate dove avevano vissuto esperienze particolari
con Dio. Mentre i popoli circostanti erigevano templi sempre più grandi e
maestosi ai loro dèi, Israele, ospite poi schiavo in Egitto, poteva avere solo cerimonie
e tradizioni familiari. Nel deserto la presenza di Dio era sotto una tenda che
accompagnava il peregrinare del popolo. Ecco che, nella Terra promessa, diventato
un popolo di agricoltori e un Regno che conta, Israele vuole un Tempio come gli
altri popoli per il suo Dio. Sembra una regressione. Nel tempio però non si
raffigura Dio. Egli si adatta al cammino anche culturale del suo popolo, ma senza
rinunciare a segnare la sua specificità unica e la sua essenza spirituale con la
nube che invade il tempio. Il Dio d'Israele è un Dio in movimento e che mette
in movimento, un Dio inafferrabile che vuole adoratori in Spirito e Verità. Gesù
che va di villaggio in villaggio e si china sulla miserie fisiche e spirituali della
gente è lo stesso Dio in movimento e vicino al suo popolo che si è manifestato
nei profeti e nel peregrinare nel deserto.
Nel mutare delle tradizioni e delle manifestazioni
religiose, riconosciamo e preserviamo l’essenza dell’Alleanza col Dio Unico, Spirito
che vuole adoratori in Spirito e Verità, pienamente incarnato e rivelato in Gesù
di Nazareth.
C'è chi riduce tutto a segni, immagini e formule, e c'è
chi vuole fissare, immobilizzare la Tradizione ad un certo tempo e ad una certa
cultura. Nei due casi si tradisce la pedagogia stessa di Dio e il suo piano per
salvare l’uomo.
Prima
Lettura 1 Re 8, 1-7.9-13
Introdussero l'arca dell'alleanza nel Santo dei Santi e la nube
riempì il tempio del Signore.
Dal primo libro dei Re
In quei giorni, Salomone convocò presso di sé in assemblea a Gerusalemme gli anziani d’Israele, tutti i capitribù, i prìncipi dei casati degli Israeliti, per fare salire l’arca dell’alleanza del Signore dalla Città di Davide, cioè da Sion. Si radunarono presso il re Salomone tutti gli Israeliti nel mese di Etanìm, cioè il settimo mese, durante la festa.
Quando furono giunti tutti gli anziani d’Israele, i sacerdoti sollevarono l’arca e fecero salire l’arca del Signore, con la tenda del convegno e con tutti gli oggetti sacri che erano nella tenda; li facevano salire i sacerdoti e i levìti. Il re Salomone e tutta la comunità d’Israele, convenuta presso di lui, immolavano davanti all’arca pecore e giovenchi, che non si potevano contare né si potevano calcolare per la quantità.
I sacerdoti introdussero l’arca dell’alleanza del Signore al suo posto nel sacrario del tempio, nel Santo dei Santi, sotto le ali dei cherubini. Difatti i cherubini stendevano le ali sul luogo dell’arca; i cherubini, cioè, proteggevano l’arca e le sue stanghe dall’alto. Nell’arca non c’era nulla se non le due tavole di pietra, che vi aveva deposto Mosè sull’Oreb, dove il Signore aveva concluso l’alleanza con gli Israeliti quando uscirono dalla terra d’Egitto.
Appena i sacerdoti furono usciti dal santuario, la nube riempì il tempio del Signore, e i sacerdoti non poterono rimanervi per compiere il servizio a causa della nube, perché la gloria del Signore riempiva il tempio del Signore. Allora Salomone disse:
«Il Signore ha deciso di abitare nella nube oscura.
Ho voluto costruirti una casa eccelsa,
un luogo per la tua dimora in eterno».
Salmo Responsoriale Dal Salmo 131
Sorgi, Signore, tu e l’arca della tua potenza..
Ecco,
abbiamo saputo che era in Èfrata,
l’abbiamo trovata nei campi di Iàar.
Entriamo nella sua dimora,
prostriamoci allo sgabello dei suoi piedi.
Sorgi,
Signore, verso il luogo del tuo riposo,
tu e l’arca della tua potenza.
I tuoi sacerdoti si rivestano di giustizia
ed esultino i tuoi fedeli.
Per amore di Davide, tuo servo,
non respingere il volto del tuo consacrato.
Canto al Vangelo Mt 4, 23
Alleluia, alleluia.
Gesù annunciava il vangelo del Regno
e guariva ogni sorta di malattie e infermità nel popolo.
Alleluia.
Vangelo Mc 6, 53-56
Quanti lo toccavano venivano salvati.
Dal
vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli, compiuta la traversata fino a terra,
giunsero a Gennèsaret e approdarono.
Scesi dalla barca, la gente subito lo riconobbe e, accorrendo da tutta quella
regione, cominciarono a portargli sulle barelle i malati, dovunque udivano che
egli si trovasse.
E là dove giungeva, in villaggi o città o campagne, deponevano i malati nelle
piazze e lo supplicavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello; e
quanti lo toccavano venivano salvati.
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