Si conclude la proclamazione della lettera di
Giacomo e il meno che si possa dire è che è ricchissima di indicazioni,
richiami, verità importanti. Per esempio solo in essa – oggi nel brano liturgico
– si parla del sacramento degli ammalati; e così via…
Anche il breve passo del Vangelo ci offre un
passo fondamentale: “Chi non accoglie il
regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso”. È un ammonimento straordinariamente importante: i piccoli sono portati a fare fiducia. Chi crede in Gesù
deve accogliere la sua parola senza difendersi. Sarà il Signore stesso ad
indicargli i passi per progredire nell’incarnare questa parola, perché nessuno
è arrivato e siamo tutti in cammino.
Riguardo
all'Ucraina, per un cristiano niente può giustificare l'attacco e l’invasione
di un paese sovrano con mezzi militari, bombardamenti, e uccisioni di soldati e
civili, la messa in pericolo di vecchi, bambini e persone deboli. Sappiamo che
non è tutto bianco in un campo e tutto nero nell’altro, ma la guerra d’attacco è
un altro livello; è immorale. È vero che pochi decenni fa circolava anche nel campo
occidentale la dottrina della “guerra preventiva” e che l’uomo fa tanta difficoltà
a liberarsi dalla guerra e dal suo fantasma, dal suo fascino, come mezzo di
risoluzione dei conflitti malgrado le infinite lezioni negative che ci offre la
Storia. Ma la guerra che non sia solo di difesa va condannata risolutamente. Le
prese di posizione nette sono necessarie e aiutano a far crescere nell’umanità la coscienza che ogni vita è sacra, che il potente di turno non può
disporre della vita degli altri, dei più piccoli e inermi, che siano del suo popolo
o del “popolo nemico”. Come Gesù diamo valore e dignità ai più piccoli, ad ogni
vita, ad ogni uomo. È quello che fanno i Papi, e specialmente oggi papa
Francesco. L’ultimo suo gesto di andare lui, uomo, spogliato dai paramenti del
protocollo, dall’ambasciatore della Russia presso la Santa Sede per esporre la
sua preoccupazione riguardo alla guerra in Ucraina è una benedizione. E ogni singolo
in Russia che protesta con coraggio eroico contro questa guerra salva l’onore
dell’umanità. Gesù ci ricorda la potenza del chicco di grano caduto in terra, così piccolo e che porta frutto.
Siamo
invitati a convertirci alla giustizia e alla preghiera incessante: “Molto vale la preghiera del giusto fatta
con insistenza.”
Prima
Lettura Gc 5, 13-20
Molto vale la preghiera del giusto fatta con
insistenza.
Dalla lettera di san Giacomo apostolo
Carissimi, chi tra voi è nel dolore, preghi; chi è nella gioia salmeggi.
Chi è malato, chiami a sé i presbiteri della Chiesa e preghino su di lui, dopo averlo unto con olio, nel nome del Signore. E la preghiera fatta con fede salverà il malato: il Signore lo rialzerà e se ha commesso peccati, gli saranno perdonati.
Confessate perciò i vostri peccati gli uni agli altri e pregate gli uni per gli altri per essere guariti. Molto vale la preghiera del giusto fatta con insistenza.
Elìa era un uomo della nostra stessa natura: pregò intensamente che non piovesse e non piovve sulla terra per tre anni e sei mesi.
Poi pregò di nuovo e il cielo diede la pioggia e la terra produsse il suo frutto.
Fratelli miei, se uno di voi si allontana dalla verità e un altro ve lo riconduce, costui sappia che chi riconduce un peccatore dalla sua via di errore, salverà la sua anima dalla morte e coprirà una moltitudine di peccati.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 140
A te, Signore, innalzo la mia preghiera.
Signore,
a te grido, accorri in mio aiuto;
ascolta la mia voce quando t'invoco.
Come incenso salga a te la mia preghiera,
le mie mani alzate come sacrificio della sera.
Poni,
Signore, una custodia alla mia bocca,
sorveglia la porta delle mie labbra.
A te, Signore mio Dio, sono rivolti i miei occhi;
in te mi rifugio, proteggi la mia vita.
Canto al Vangelo Cf Mt 11,25
Alleluia, alleluia.
Benedetto sei tu, Padre, Signore del
cielo e della terra,
perché ai piccoli hai rivelato i misteri del regno dei cieli.
Alleluia.
Vangelo Mc
10, 13-16
Chi non accoglie il regno di Dio come un
bambino, non entrerà in esso.
Dal
vangelo secondo Marco
In quel tempo, presentavano a Gesù dei bambini perché li accarezzasse, ma i
discepoli li sgridavano.
Gesù, al vedere questo, s'indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano
a me e non glielo impedite, perché a chi è come loro appartiene il regno di
Dio. In verità vi dico: Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non
entrerà in esso».
E prendendoli fra le braccia e ponendo le mani sopra di loro li
benediceva.
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