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lunedì 10 agosto 2020

PAPA FRANCESCO CANCELLA QUALCOSA DEL BATTESIMO?



La Congregazione per la Dottrina della Fede ha dato, il 24 giugno scorso, una risposta sul battesimo che può interessarci.

Recentemente infatti vi sono state celebrazioni del Sacramento del Battesimo amministrato con le parole: «A nome del papà e della mamma, del padrino e della madrina, dei nonni, dei familiari, degli amici, a nome della comunità, noi ti battezziamo nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo». Alla domanda, la Congregazione risponde che questa celebrazione non è valida, cioè, questi bambini non hanno ricevuto il sacramento del battesimo. Tutti ci ricordiamo che la formula esatta del battesimo è: “io ti battezzo, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”.
Un semplice disguido di disciplina liturgica? Un intervento della Santa Sede per frenare la “creatività” e soggettività di preti magari non troppo ben formati sul piano teologico e che potrebbe andare fuori controllo?
C’è molto di più. Non si battezza in nome della comunità ecclesiale anche se la sua presenza è naturale come quella dei familiari perché il bambino attraverso il battesimo viene inserito nella comunità, e la comunità ecclesiale assicura anch’essa la presenza del Signore risorto. Ma nel battesimo come negli altri sacramenti, attraverso i ministri idonei, è Cristo stesso che opera. Il Concilio Vaticano II asserisce che: «Quando uno battezza è Cristo stesso che battezza». L’affermazione della Costituzione sulla sacra liturgia Sacrosanctum Concilium, ispirata a un testo di sant’Agostino, vuole ricondurre la celebrazione sacramentale alla presenza di Cristo, non solo nel senso che egli vi trasfonde la sua virtus per donarle efficacia, ma soprattutto per indicare che il Signore è il protagonista dell’evento che si celebra.
In ogni ministro del Battesimo deve essere quindi radicata non solo la consapevolezza di dover agire nella comunione ecclesiale, ma anche la stessa convinzione che sant’Agostino attribuisce al Precursore, il quale «apprese che ci sarebbe stata in Cristo una proprietà tale per cui, malgrado la moltitudine dei ministri, santi o peccatori, che avrebbero battezzato, la santità del Battesimo non era da attribuirsi se non a colui sopra il quale discese la colomba, e del quale fu detto: “È lui quello che battezza nello Spirito Santo” (Gv 1, 33)». Quindi, commenta Agostino: «Battezzi pure Pietro, è Cristo che battezza; battezzi Paolo, è Cristo che battezza; e battezzi anche Giuda, è Cristo che battezza».
Penso che, anche sapendolo già, noi ministri dobbiamo sempre ricordare e alimentare questa felice e tremenda consapevolezza: quando io battezzo è Cristo stesso che battezza. E tutti noi siamo stati battezzati, accolti alla vita divina da Cristo stesso! Dono immenso!



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