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lunedì 31 agosto 2020

NELLA DEBOLEZZA, CON MOLTO TIMORE E TREPIDAZIONE / Lunedì XXII sett. T.O.


Mi presentai ad annunciarvi il mistero di Dio.

In queste letture scopriamo che la grazia, l’elezione gratuita da parte di Dio, e la croce, si congiungono. Paolo annuncia "solo Gesù Cristo e Cristo crocifisso", Gesù ricorda che Dio sceglie chi vuole. Il mistero di Cristo crocifisso e risorto salva superando ogni buon senso. Non è contrario alla ragione, ma la ragione da sola non ci arriva. Può entrare solo attraverso il cuore e con l’azione soave e potente insieme dello Spirito Santo.
Ma l’uomo rifiuta la croce, come, molto spesso, rifiuta la grazia. È quello che succede a Nazareth. Ci sorprende il tono immediatamente aggressivo (almeno così ci sembra) di Gesù. Ci sta sicuramente un dibattito precedente che non conosciamo abbastanza. Ma l’essenziale è molto chiaro: l’uomo pretende da Dio, l’uomo non si fida della grazia e dello Spirito Santo, vuole ricondurre tutto a quello che comprende, a ciò che può in qualche modo dominare. Dio si dona ma non appartiene a nessuno.
Le espressioni di papa Francesco ieri all’Angelus sono molto chiare:
“Per Pietro e gli altri discepoli – ma anche per noi! – la croce è una cosa scomoda, la croce è uno “scandalo”, mentre Gesù considera “scandalo” il fuggire dalla croce, che vorrebbe dire sottrarsi alla volontà del Padre, alla missione che Lui gli ha affidato per la nostra salvezza.  … È proprio del cattivo spirito, è proprio del diavolo allontanarci dalla croce, dalla croce di Gesù. … facciamo in modo che la croce appesa alla parete di casa, o quella piccola che portiamo al collo, sia segno del nostro desiderio di unirci a Cristo nel servire con amore i fratelli, specialmente i più piccoli e fragili. La croce è segno santo dell’Amore di Dio, è segno del Sacrificio di Gesù, e non va ridotta a oggetto scaramantico oppure a monile ornamentale.”

Prima Lettura   1 Cor 2, 1-5
Vi annunciai Cristo crocifisso. 
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
Io, fratelli, quando venni tra voi, non mi presentai ad annunciarvi il mistero di Dio con l’eccellenza della parola o della sapienza. Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e Cristo crocifisso.
Mi presentai a voi nella debolezza e con molto timore e trepidazione. La mia parola e la mia predicazione non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza, perché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio.

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 118
Quanto amo la tua legge, Signore!

Quanto amo la tua legge!
La medito tutto il giorno.
Il tuo comando mi fa più saggio dei miei nemici,
perché esso è sempre con me.
Sono più saggio di tutti i miei maestri,
perché medito i tuoi insegnamenti.
Ho più intelligenza degli anziani,
perché custodisco i tuoi precetti.
Tengo lontani i miei piedi da ogni cattivo sentiero,
per osservare la tua parola.
Non mi allontano dai tuoi giudizi,
perché sei tu a istruirmi.      

Canto al Vangelo 
  Lc 4,18 
Alleluia, alleluia.

Lo Spirito del Signore è sopra di me;
mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio.
Alleluia.

Vangelo 
  Lc 4, 16-30
Mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio… Nessun profeta è bene accetto nella sua patria.
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
«Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi,
a proclamare l’anno di grazia del Signore».
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.  

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