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venerdì 21 agosto 2020

LEGGE, PECCATO, CONFESSIONE, COMUNIONE 1/2




“Ho sempre pensato che la Confessione fosse il passaggio necessario per accedere all'Eucarestia...La Confessione diretta con il Signore e' una abitudine molto più frequente e naturale...non avrebbe valore la prima se non ci fosse innanzitutto la seconda, potrebbe, invece, valere il contrario? Potremmo accedere quindi all'Eucarestia senza la prima?”
Siccome molti mi dicono che non riescono a mettere commenti ai post sul Blog, normalmente non guardo se ci sono o meno commenti. Solo qualche giorno fa ho trovato questo commento-domanda. IN OGNI CASO, PER COMUNICARMI COMMENTI SI PUO' FARE CON WHATSAPP, AL NUMERO 338 39 51 007; OPPURE VIA MAIL: fratefrancescomaria@libero.it
Rispondo brevemente alla domanda: Si può accedere alla Comunione eucaristica senza confessarsi?
Il battesimo ci santifica totalmente e ci mette in comunione con Dio facendoci entrare nel Corpo di Cristo come sue membra, assieme a tutti gli altri battezzati. E solo nella misura in cui rinneghiamo il nostro battesimo col peccato grave, usciamo dalla Comunione con Dio nella Chiesa e dobbiamo chiedere a rappresentanti qualificati della Comunità (vescovi o sacerdoti) di esservi riammessi. La formula giuridica che troviamo nel Diritto Canonico – canone 916 – recita: (solo) “colui che è consapevole di essere in peccato grave, non celebri la Messa né comunichi al Corpo del Signore senza premettere la confessione sacramentale, a meno che non vi sia una ragione grave e manchi l’opportunità di confessarsi; nel qual caso si ricordi che è tenuto a porre un atto di contrizione perfetta, che include il proposito di confessarsi quanto prima” .
Come sapere se sto in peccato grave? La Chiesa distingue il peccato grave (o “mortale”) che rompe la comunione ecclesiale e il peccato veniale che la ferisce soltanto senza romperla. Infatti anche se non rompiamo la comunione con Dio siamo tutti peccatori, potremmo fare meglio e in noi c'è una resistenza alla conversione, all’amore di Dio e del prossimo, e dobbiamo crescere fino all’ultimo respiro. Non c'è infatti sulla terra un uomo così giusto che faccia solo il bene e non pecchi”. (Ecclesiastico 7:20; vedi anche Giobbe 15:14  e Siracide 7:5). Ma nel caso di peccato veniale non c'è bisogno di confessarsi per ricevere il sacramento eucaristico.
Per comprendere meglio ricordiamo che il peccato ha due dimensioni: innanzitutto una dimensione oggettiva; è la cosa che Dio, che ci ha creati per la nostra felicità, indica come contraria al bene, al nostro bene. Quella cosa – un pensiero, una parola, un’azione fatta o non fatta (l’omissione) – ha oggettivamente una gravità più o meno grande. Solo la cosa realmente grave può generare un peccato grave. Il peccato ha anche una dimensione soggettiva: mi devo rendere conto che sto sbagliando (piena avvertenza al momento) e devo decidere liberamente di peccare (deliberato consenso). Solo la presenza insieme di queste tre condizioni in modo grave, totale, può produrre un peccato grave.
Ma, allora meglio non sapere!? No, perché chi non sa è nelle tenebre, nella morte, non ha vita, anche se non è colpa sua. Quindi, anche se non pecco gravemente, mi confesserò regolarmente per un confronto, una crescita, essere illuminato e aiutato nella mia crescita, pur sapendo che senza il peccato mortale non ho necessità di confessarmi – anche per tutta la vita – per poter fare la comunione.
Ma perché san Paolo dice che la Legge – che è sapere – è la forza del peccato (1Cor 15:56)? Sapere spinge a peccare?
Ne parliamo domani. (continua sul post: LA FORZA DEL PECCATO E' LA LEGGE  del 22 ago 2020)


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