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domenica 25 novembre 2018

CRISTO RE, MA QUALE RE? / XXXIV° Domenica T.O.

Uno simile a un figlio dell'uomo.

L’uomo ha perso il paradiso con il peccato di Adamo e da allora vive una vita tribolata. Il Profeta Daniele nella prima lettura ci presenta il popolo d'Israele in esilio, l’umiliazione e le sofferenze provocate da violenza e guerre che rende difficile la vita dei piccoli che vorrebbero una esistenza pacifica e giusta, operosa e impegnata nel buon vicinato, e invece sono sempre minacciati dalle passioni dei grandi di questo mondo. Il figlio dell’uomo della profezia indica chiaramente che la pace e la giustizia sono un dono di Dio. Daniele immaginava un regno spirituale portato da questo figlio dell’uomo? Se Gesù dice che molti profeti e re avrebbero voluto vedere e ascoltare ciò che vedono e ascoltano i discepoli, eppure essi si immaginavano, che egli avrebbe portato un regno politico, è più che chiaro che anche Daniele immagina anche lui che Dio salverà il popolo con un regno politico, guidato da un regnante eterno che farà leggi giuste e le farà applicare. In fondo è quello che tutti sperano anche oggi. Però, pur imperfetta, la fiducia che propone Daniele in un Dio che non abbandona nella sofferenza e la tribolazione e asciugherà ogni lacrima, che ricompenserà dalle ingiustizie subite, ha una forza consolatoria enorme e autentica. Orientare la nostra speranza verso Dio che un giorno aggiusterà tutto, da la forza di rimanere miti e retti nella vita quotidiana.

Però ecco che Gesù, al momento della crisi, delude. Il suo dialogo con Pilato sembra inconcludente e fumoso. Buon per lui che ha un regno che non è di questo mondo ma noi siamo di questo mondo! E anche lui sta lì, legato, minacciato e già malconcio nel suo corpo che è di carne come il nostro. Se ha un potere eterno che vengano i suoi servi in soccorso del loro re in pericolo sul pianeta terra e salvino da Pilato e da Erode anche noi, suoi amici. "Il mio regno non è di questo mondo" non indica una lontananza spaziale ma significa che Dio non segue la logica dei romani e dei re orientali. Veramente la situazione in cui Gesù si trova e non fa nulla per uscirne non è per niente consolatoria, anzi, è sommamente affliggente. Ci vuole molta fede per fidarsi di questa logica così diversa e comprenderla bene. La fede è veramente un dono, una illuminazione che viene da Dio.
D fronte alla situazione difficile che vive la Chiesa oggi ci può essere scoraggiamento. Forse siamo gli ultimi membri di un popolo in via di estinzione, Generali di eserciti sconfitti le cui truppe, in grande maggioranza, hanno già disertato o rifiutano di combattere? Sta sicuramente tramontando un modo di essere Chiesa appoggiato alla politica, con privilegi e finanze prospere. Stanno inesorabilmente tramontando forme di devozione che spesso esprimevano più una appartenenza (religiosa) ad un gruppo umano che al Vangelo di Cristo. Già nel 1985 Giovanni Paolo II diceva ai vescovi europei, dopo aver lanciato alcuni anni prima il tema della Nuova Evangelizzazione, che era necessario “il ritorno al primissimo modello apostolico” (Discorso al VI Simposio del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa, 11 ottobre 1985). La cosa sorprendente è che cose dette 33 anni fa, o più di 50 anni fa col Concilio sembrano nuove nelle nostre parrocchie! Di recente, Papa Francesco ai seminaristi lombardi disse che il metodo per ricostruire la Chiesa si trova negli Atti degli Apostoli.
La fede in Gesù è certamente e potentemente consolatoria, e dobbiamo lasciarci consolare, ma  trasforma anche l’uomo rendendolo protagonista della sua Storia!

Prima Lettura   Dn 7, 13-14
Il suo potere è un potere eterno.
Dal libro del profeta Daniele
Guardando nelle visioni notturne,
ecco venire con le nubi del cielo
uno simile a un figlio d'uomo;
giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui.
Gli furono dati potere, gloria e regno;
tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano:
il suo potere è un potere eterno,
che non finirà mai,
e il suo regno non sarà mai distrutto.

Salmo Responsoriale    Dal Salmo 92
Il Signore regna, si riveste di splendore.
Il Signore regna, si riveste di maestà:4
si riveste il Signore, si cinge di forza. 
È stabile il mondo, non potrà vacillare.
Stabile è il tuo trono da sempre, dall'eternità tu sei. 
Davvero degni di fede i tuoi insegnamenti!
La santità si addice alla tua casa
per la durata dei giorni, Signore. 

Seconda Lettura   Ap 1, 5-8
Il sovrano dei re della terra ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio.
Dal libro dell'Apocalisse di san Giovanni apostolo
Gesù Cristo è il testimone fedele, il primogenito dei morti e il sovrano dei re della terra.
A Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, che ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio e Padre, a lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen.
Ecco, viene con le nubi e ogni occhio lo vedrà, anche quelli che lo trafissero, e per lui tutte le tribù della terra si batteranno il petto. Sì, Amen!
Dice il Signore Dio: Io sono l'Alfa e l'Omèga, Colui che è, che era e che viene, l'Onnipotente! 

Canto al Vangelo   Mc 11,9.10
Alleluia, alleluia.

Benedetto colui che viene nel nome del Signore!
Benedetto il Regno che viene, del nostro padre Davide!
Alleluia.

 Vangelo   Gv 18, 33b-37
Tu lo dici: io sono re.
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?».
Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù».
Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».


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