7. La
Chiesa costata che malattia mentale e possessione hanno manifestazioni che si
assomigliano spesso: infatti il demonio turba la mente fino a distruggerla, per
cui alcune manifestazioni di malattia mentale possono essere scambiate
per attacchi demoniaci e vice versa. Ci sono però alcune caratteristiche
particolari del disturbo demoniaco:
Una caratteristica eccezionale e
molto facile da riconoscere è la glossolalia. Cioè, se qualcuno si mette a
parlare correttamente in lingue da lui sconosciute, come per esempio il latino,
ecc., Una lingua è troppo complessa perché qualcuno di colpo possa averla
imparata e mettersi a parlarla o scriverla. Siccome Dio non fa cose da
baraccone, si pensa allora allo spirito maligno. Il “parlare in lingue” dei
carismatici è diverso. È una nenia, un canto armonioso creato dallo Spirito
Santo nella preghiera, non una lingua vera e propria. Il giorno di Pentecoste,
invece, gli apostoli parlavano la loro lingua materna e tramite lo Spirito
Santo chi ascoltava comprendeva nella propria lingua. Ci sono casi simili, per
esempio padre Pio che conosceva solo l’italiano e il dialetto e ha confessato
molti stranieri che l’hanno capito benissimo.
Nei casi comuni la
distinzione tra malattia mentale e influsso del demonio è meno appariscente. I
criteri sono i seguenti:
- I calmanti non riescono a placare
l’attività disturbata della persona.
- Le manifestazioni demoniache
somigliano alle manifestazioni di disturbo psichico ma sono più forti, più
lunghe, più estreme.
- C'è una malvagità profonda che
promana dall’atteggiamento globale della persona. Questo è la firma definitiva
del demonio.
Questi rilievi fanno capire quanto
possa risultare difficile nella pratica distinguere dall’intensità di una
manifestazione o da una rabbia profonda se c’è qualcosa di anormale e quanto
bisogna essere prudenti per fare il discernimento. Infatti le manifestazioni della
malattia mentale, non avendo più inibizioni interiori, possono essere molto violenti.
CONCLUSIONE.
Per la Chiesa:
- L’azione del demonio esiste, quasi
sempre in modo normale, senza manifestazioni particolari né spettacolari, ma
non per questo meno reale e diffusa. I casi di possessione sono un numero
infimo.
- Una vita di fede semplice ma
autentica guarisce e protegge dagli attacchi del demonio. Solo Gesù è il
Signore!
- Avere un problema psichico non significa
dunque essere preda del demonio o peggio come ho letto da parte di un prete, essere
suo servo! Dire a chi ha un problema psichico che il suo è un “problema
spirituale” finisce di rovinarlo.
- Proporre la fede a un ammalato
mentale può fargli solo bene. La fede vera fa leva sulla libertà personale e
porta alla libertà attraverso un cammino progressivo di fiducia. È fondamentale
che il soggetto capisca che è la sua propria fede nel Signore Gesù e quindi una
sua decisione di libertà e di assunzione di responsabilità per la propria vita con
l’aiuto della comunità, della famiglia che lo libererà. Lo stesso avviene per
una persona profondamente disturbata dal demonio. Sostenuto dalla preghiera della
comunità sceglierà sempre più solidamente
di appoggiarsi al Signore e quindi toglierà spazio al demonio, si
libererà. La tua fede ti ha salvato! Dice Gesù. Nessuna magia! La notte
oscura della fede è cioè fede viva, vissuta con molto cuore ma anche con molta
razionalità. Ciò che mi ha spinto a fare il mio primo atto di fede vero
quando ho incontrato il Signore dopo un lungo cammino e molti segni della sua
presenza e azione nella mia vita è che era ormai più ragionevole affidarmi che
rifiutare ancora una volta ciò che non potevo circoscrivere e dominare.
- Maledetti gli esorcisti
improvvisatisi, senza mandato del vescovo, e quelli che manipolano i sofferenti
e la loro libertà sostituendosi a loro perché “non puoi capire né decidere
essendo malato, disturbato, è il diavolo che parla in te, ecc”. Lo stesso
dicasi di famigliari, amici e ..., se è il caso, psichiatri e terapeuti, che
invece di accompagnare la debolezza e aiutare ad alzarsi, sono di fatto
manipolatori. Maledetto l’esorcista che opera mettendo la manina sulle parti
sessuali del(la) sofferente. Poveretto/a a chi tocca passare per le mani di
queste persone …
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